Vestiti da Diabolik, svaligiarono l'officina: un'assoluzione | MaremmaOggi Skip to content

Vestiti da Diabolik, svaligiarono l’officina: un’assoluzione

Il colpo era stato messo a segno nel giugno del 2013: uno dei tre era stato arrestato mentre scappava per i campi
Il tribunale di Grosseto @maremmaoggi
Il tribunale di Grosseto

GROSSETO. Uno dei tre era vestito come Diabolik. Quando fu fermato dai carabinieri, mentre tentava di scappare attraverso i campi dietro al cimitero di Sterpeto, aveva addosso la divisa d’ordinanza del ladro più famoso e inafferrabile dei fumetti: una tuta nera attillata, un passamontagna nero, guanti e scarpe dello stesso colore. Imprendibile, mimetico. Probabilmente il personaggio al quale ispirarsi se qualcuno decide di andare a rubare. Erano in tre, secondo le indagini dei carabinieri, la notte tra il 1° e il 2 giugno del 2013

Le immagini della telecamera non bastano

Non sono bastate le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nell’officina di via Napoli dove fu messo a segno il colpo. Gheorghe Marin Lutu, romeno di 43 anni difeso dall’avvocato Graziano Sarpa, all’udienza di martedì 15 marzo di fronte al giudice Adolfo Di Zenzo, è stato assolto. La telecamera non lo aveva ripreso nell’atto di portare via le bobine di rame e anche il titolare dell’officina non era riuscito a vederlo

Il vice procuratore onorario Leonardo Brogi aveva chiesto la condanna a 4 anni e 500 euro di multa. 

Secondo le indagini dei carabinieri, Lutu, insieme ad altri due complici, era entrato nell’officina in via Napoli e aveva portato via tre bobine di cavo elettrico in rame del valore complessivo di circa 1.300 euro, portandole via dal piazzale dell’officina e anche dall’abitazione del titolare dell’azienda, dopo aver scavalcato il cancello e dopo aver spaccato due strutture in legno per portare via i cavi. 

Dei tre uomini che avevano messo a segno il furto, quello che era vestito da Diabolik, era stato arrestato dai carabinieri all’alba, mentre cercava di scappare con quelle tre grosse bobine. Poi i militari avevano identificato anche Lutu, che però aveva sostenuto, da subito, di non entrarci nulla con quel furto. 

La refurtiva era stata portata in un campo coperto di erba altissima dove sarebbe stata lavorata. In questo modo, sarebbero riusciti a estrarre il rame e rivenderlo. Una volta arrestato, l’uomo era stato processato per direttissima e aveva patteggiato un anno e trecento euro di multa con pena sospesa. Oggi, dopo 9 anni, è arrivata la sentenza per il secondo uomo accusato del furto delle bobine di rame, che è stato assolto. 

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