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Uscita di sicurezza: via i nostri striscioni dallo stadio

Terrosi: «Non vediamo più la necessità del nostro sostegno. Chiediamo di rimuovere il nostro logo e la nostra immagine»
Luca Terrosi (Uscita di sicurezza)

di Giancarlo Mallarini

GROSSETO. Prima lo slogan «Camorra…no grazie» esposto in bella vista al campo del Palazzoli, adesso la presa di posizione netta e senza mezzi termini della cooperativa “Uscita di Sicurezza, che chiede di annullare tutte le forme di sponsorizzazione in essere con il Grosseto calcio dopo il passaggio di proprietà avvenuto nei giorni scorsi. Il tessuto sociale della città, dunque, rigetta la risoluzione societaria non accettando la nuova proprietà.

Dopo un primo, breve silenzio, ecco che le reazioni iniziano a germogliare con forza. La tifoseria si è già schierata in maniera sostanziosa, il nome di Nicola Di Matteo non piace essendo abbinato alla frase: «La camorra è una scelta di vita» pronunciata due anni fa. Adesso arrivano le scollature degli sponsor, le prese di distanza da quel nome, la cancellazione di contributi. Le parole del presidente della cooperativa, Luca Terrosi, non ammettono riletture, sono un taglio netto con il Grosseto calcio, un distacco senza ritorno, un rifiuto al futuro. In questo clima rannuvolato si attendono le parole dell’Amministrazione comunale. Una patata bollente.

Terrosi: via i nostri striscioni dallo stadio

Luca Terrosi: «Il nostro sostegno era per una realtà imprenditoriale del territorio, che ha fatto vivere alla città un sogno: con una nuova proprietà esterna crediamo che il nostro appoggio non sia più necessario».

«Da sempre – spiega il presidente Luca Terrosi – cerchiamo di sostenere le realtà sportive del nostro territorio e, anche nel caso del Grosseto calcio avevamo deciso di dare un contributo importante alla famiglia Ceri che, con sacrificio e impegno, aveva fatto vivere alla città un sogno, portando la squadra biancorossa a scalare le classifiche fino alla Serie C e dando vita al moderno centro sportivo di Roselle».

«Adesso che la società è venduta, e che il nuovo proprietario non è un imprenditore del territorio, non vediamo più la necessità del nostro sostegno e per questo, pur avendo onorato il contratto sottoscritto, chiediamo di rimuovere il nostro logo e la nostra immagine. Come realtà locale, attiva nel sociale e attenta ai valori dello sport e dell’educazione sportiva, crediamo che il nostro appoggio avesse senso per una squadra guidata da una proprietà espressione anche del tessuto imprenditoriale del territorio: adesso che questa condizione viene meno non riteniamo che sia più necessario il nostro appoggio».

«Ciò nonostante, facciamo i nostri auguri di buon lavoro alla squadra, sperando che possa uscire dalla situazione di difficoltà in cui si trova. Ringraziamo ancora la famiglia Ceri per l’impegno di questi ultimi anni».

 

 

 

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