Ulmi: «Venator non cambi i termini dell'accordo» | MaremmaOggi Skip to content

Ulmi: «Venator non cambi i termini dell’accordo»

Il consigliere regionale della Lega preoccupato per lo stop alla produzione: «Ma l’azienda non può pretendere di più dal Comune. Basta con il rimpallo di responsabilità tra Regione e Ministero»
Una soluzione per i gessi rossi. Nella foto, la Venator
La Venator

SCARLINO.  «Dalla vicenda Venator chi rischia di non rialzarsi sono l’economia del territorio e, soprattutto, le centinaia di famiglie che lavorano in azienda direttamente o attraverso altre società. In questo momento a rimpallarsi le responsabilità sul fronte politico su chi chiama in causa la Regione e chi il Governo dà la stessa sensazione dell’orchestrina del Titanic che continua a suonare senza rendersi conto che la barca sta affondando».

Riflessi negativi su tutto il comparto

Così il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi commenta la situazione che si sta vivendo con la Venator.

«È indubbio che se si era arrivati ad un accordo che vedeva la realizzazione di uno stoccaggio temporaneo e che questo avrebbe evitato ai lavoratori lo stop della produzione e la cassa integrazione a zero ore – afferma Ulmi- l’azienda non può cambiare opinione all’ultimo e pretendere, soprattutto dal Comune di Scarlino oltre quello che può essere concesso. In consiglio regionale mi sono speso personalmente e come Lega, in più di un’occasione con atti, ma anche con colloqui con il presidente Giani e con il presidente del consiglio regionale Mazzeo, sensibilizzandoli ad una vicenda che non coinvolge solo il polo chimico di Scarlino con indubbi riflessi economici negativi sul bilancio della vicina Solmine, ma che si estende anche alle cave di Carrara dove, uno stop della produzione Venator, creerebbe più di un problema per lo stoccaggio della marmettola».

Eccesso di burocrazia

 Ulmi ritiene che la vicenda della multinazionale porti ad una riflessione più ampia. «Se la Venator è ancora qua – afferma il consigliere della Lega – è grazie all’elevata qualità del prodotto di Scarlino, ma la situazione è quella tipica italiana dove esiste un eccesso di burocrazia, con conferenze su conferenze che vedono decine di attori protagonisti ed ognuno dei quali, di fatto, ha un potere di veto. La stessa natura del gesso rosso è cambiata più volte, visto che si è parlato di inerte, di un ottimo ammendante per l’agricoltura, fino a considerarlo rifiuto. Senza dimenticare che chiunque alzi la voce o presenti un esposto rischia di bloccare un sito strategico per l’economia locale. Credo che, a parte il giusto richiamo all’azienda e alla Regione a fare la loro parte , ci sia la consapevolezza che, comunque vada, la Venator resterà la Venator con le sue produzioni in giro per il mondo, gli assessori Marras e Monni continueranno a fare gli assessori, il Ministero sarà sempre il Ministero, ma a rimetterci sarà una fetta importante e decisiva dell’economia locale e le decine di famiglie, in particolare di Follonica Scarlino, Gavorrano e Massa Marittima, che vivono grazie al loro lavoro all’interno del polo chimico». 

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