Ucciso a caccia: c'è l'archiviazione | MaremmaOggi Skip to content

Ucciso a caccia: c’è l’archiviazione

I sei stavano partecipando alla battuta nella quale morì Marco Tommasi: per loro sono state escluse tutte le responsabilità
Il tribunale di Grosseto e Marco Tommasi
Il tribunale di Grosseto e, nel riquadro, Marco Tommasi

CINIGIANO. Resta un solo indagato per la morte di Marco Tommasi. Il giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci ha infatti disposto l’archiviazione per sei cacciatori, compagni di battuta del consulente finanziario ucciso da una scheggia che lo colpì alla nuca durante una battuta di caccia al cinghiale. 

Era il 23 novembre dell’anno scorso, quando successe la tragedia che costò la vita al professionista grossetano nella campagna di Cinigiano. 

Ora, almeno dal punto di vista processuale, è finito l’incubo per sei cacciatori: era stato il sostituto procuratore Salvatore Ferraro, a chiedere l’archiviazione per Iacopo Franci, 33 anni, Alessandro Magini, 34 anni, difesi dall’avvocata Francesca Carnicelli, Gabriele Ferretti, 35 anni, difeso dall’avvocato Luciano Giorgi, Franco Dari, 60 anni, difeso da Simone Borghetti, Paolo Sassetti, 44 anni, difeso dagli avvocati Francesco e Luciano Giorgi e Ermanno Giorgini, 84 anni, assistito dall’avvocato Pietro Terminello. I sei cacciatori, insieme a Massimiliano Rusci, erano stati indagati per omicidio colposo. Un atto dovuto, quello della Procura, subito dopo il terribile incidente successo nei boschi di Cinigiano. 

Un’altra posizione da valutare

È stata la perizia balistica disposta dalla procura a chiarire quale fosse stato il fucile dal quale era partito il colpo da cui si era staccata la scheggia che aveva colpito alla nuca, uccidendolo, Tommasi.  L’unico nome che resta iscritto nel registro degli indagati è quello di Rusci anche la procura sta valutando anche eventuali responsabilità a carico di un altro cacciatore che il 23 novembre 2021 stava partecipando a quella battuta. 

Si tratta dell’uomo che aveva deciso la posizione di caccia che era stata assunta dall’uomo che poi aveva sparato il colpo fatale. 

Per tutti gli altri è invece arrivata l’archiviazione perché, scrive il giudice Sergio Compagnucci, «non emergono elementi di responsabilità a carico degli odierni indagati»

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