di Giulio Gennari
Il dibattito che da alcuni giorni si è aperto non solo in Maremma, ma in tutte le principali aree turistiche del Paese riguardo al calo delle presenze e al presunto rincaro dei prezzi di taluni servizi, offre l’occasione per richiamare l’attenzione dei decisori politici, nazionali e locali, su alcune azioni che chi ha responsabilità di governo dei territori deve compiere nel più breve tempo possibile se si vuole migliorare una situazione che non è disastrosa come alcuni dipingono, ma che di certo può essere raggiungere livelli più soddisfacenti.
Fine dell’emergenza e riapertura dei mercati
Il primo punto dal quale partire è anzitutto la consapevolezza che quanto registrato in Maremma in questa prima parte di stagione turistica (non si può ancora parlare di un bilancio definitivo) non è circoscritto unicamente al nostro territorio, bensì abbraccia tutte le località italiane punto di riferimento dei flussi turistici nazionali e internazionali e risente, in maniera molto forte e marcata, del mutato contesto generale determinato dalla dichiarazione di fine emergenza sanitaria.
Essere ufficialmente usciti dalla pandemia ha significato pieno ritorno alla normalità, ovvero riapertura di tutti i mercati con conseguente ridistribuzione di quelle concentrazioni che nel 2021 e 2022 erano apparse ben localizzate anche in Maremma.
I musei delle città d’arte sono tornati fruibili al cento per cento senza alcuna limitazione, anche le crociere sono tornate a ospitare persone di qualsiasi nazionalità senza alcuna misura preventiva particolare, tutti gli aeroporti sono aperti: questa è la situazione del 2023, profondamente diversa da quella del 2022 e ancor più di quella del 2021.
Inflazione record e forte rialzo dei prezzi
A questa “novità” così importante è da sommare il quadro congiunturale. Stiamo dentro l’ennesima crisi economica che segue altre precedenti crisi economiche molto recenti. Quella che viviamo ora è caratterizzata da un’inflazione a livelli record che produce un forte rialzo dei prezzi.
Quando beni e servizi aumentano di prezzo senza che a ciò corrisponda anche un adeguamento dei salari la naturale conseguenza è la contrazione dei consumi che inizialmente si orienta verso i servizi ritenuti più accessori. E per una larghissima fetta di popolazione la vacanza di 15 giorni o anche di una sola settimana, con tutti gli annessi e connessi, è considerata più sacrificabile rispetto alle attività extra didattiche per i figli o a una gita fuori porta con tutta la famiglia.
Entro questa cornice le eccezionali potenzialità della Maremma, a cominciare dalla pluralità di “turismi” che è in grado di offrire, soffrono se non sostenute in maniera adeguata.
Vanno poi considerate le tematiche locali per le quali giocano un ruolo fondamentale gli enti territoriali: Comune e Provincia in primis. C’è la possibilità di fare tanto partendo da una base solida e sorretta da risultati positivi ottenuti nel corso degli anni.
I Comuni e le azioni spot che non servono
Tuttavia trovo sia necessario decidere una volta per tutte quale sviluppo turistico futuro si vuole che non sia la mera riproposizione di un passato ormai desueto. Le azioni “spot” messe in campo dalle amministrazioni comunali sono apprezzabili, ma onestamente insufficienti. Per quantità, ma anche e soprattutto per qualità. Parlo di cose minime, ma anche di visione. Che poi le prime stanno nella seconda.
Alcuni esempi concreti: vivere o villeggiare a Principina a Mare è diventato davvero molto difficile perché le strade sono del tutto impraticabili. Il Comune ne ha rifatte un paio. Benissimo, ma è poco. Si dirà: «c’è una programmazione pluriennale». Vero, ma le crisi mordono e distruggono ciò che incontrano in tempi molto veloci; non aspettano la programmazione del Comune.
Alle difficoltà di spostamento rappresentate dalle condizioni della rete viaria si aggiunge la mancanza di pulizia e di decoro negli spazi pubblici (e anche in taluni spazi privati). Tutto ciò tende a scoraggiare le presenze piuttosto che a incentivarle. Qui, dunque, ci sono ampi margini di miglioramento.
A Follonica: bene che il Comune si sforzi di catturare turisti in periodi al di fuori della stagione turistica attraverso iniziative di diverso genere. Ma questi sforzi rischiano di essere vanificati con decisioni improvvise e non concertate come l’organizzazione di uno Street Food festival a ridosso di Ferragosto; iniziativa peraltro affidata a una società esterna al mondo imprenditoriale follonichese. Sembra quasi che le amministrazioni abbiano una predilizione per per la politica del gambero: due passi avanti e tre indietro.
Valorizzare le nostre “materie prime”
E invece bisognerebbe spingersi in avanti con decisione, perché in Maremma non mancano gli ingredienti necessari ovvero “materie prime” (le bellezze naturali e culturali del territorio) e capacità tecnico-professionali.
Guardiamo con positività al futuro immaginando una svolta profonda a livello culturale e politico. Focalizziamoci su una visione di sviluppo turistico futuro dai contorni nitidi.
A Grosseto, ad esempio, sono in arrivo gli strumenti urbanistici del Piano Strutturale e del Piano Operativo. Abbiamo capito che il modello “turismo da seconda casa” partorito qualche decennio fa non porta più alcuno sviluppo al comprensorio. Al contrario, produce danni con un progressivo degrado del patrimonio immobiliare e una pervicace e deleteria assenza di servizi che i turisti cercano, ma non trovano. Allora cambiamo!
Se si vuole puntare su uno sviluppo turistico che regga anche in futuro bisogna che tutte le componenti cittadine (istituzioni, portatori di interesse e residenti) accolgano un paradigma completamente nuovo. I grandi investitori del turismo che vogliono riqualificare le ex colonie, piuttosto che plessi scolastici fronte spiaggia ormai abbandonati non possono più essere visti come “mostri usurpatori” e in ragione di ciò contrastati con ogni mezzo. Orientarsi verso un turismo di massa che ruoti attorno agli alberghi o ai resort e ai loro servizi non può più essere interpretato come scelta peccaminosa sottoposta a chissà quale punizione divina. Certo occorre tanto coraggio, ma alla fine è necessario scegliere.
Decidere per governare il cambiamento, uscendo in maniera definitiva dallo status di perenne attesa nel quale ancora oggi viviamo.
Presidente di Confcommercio Grosseto