Travolse e uccise un uomo in bici, assolto | MaremmaOggi Skip to content

Travolse e uccise un uomo in bici, assolto

Il 27enne non si accorse di aver urtato l’uomo: si presentò il giorno dopo in caserma. Il ciclista viaggiava al buio e senza luce posteriore
Il tratto di strada dov'è avvenuto l'incidente
Il tratto di strada dov’è avvenuto l’incidente
GROSSETO. Intorno alle 2 del mattino di sabato 13 ottobre 2019, travolse e uccise un quarantenne che era in sella alla sua bicicletta lungo via Aurelia Sud. Michele Porta, 27 anni, questa mattina, lunedì 31 gennaio, difeso dall’avvocato Paolo Serra, è stato assolto dal giudice per l’udienza preliminare Sergio Compagnucci. Il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna aveva chiesto una condanna a un anno e 8 mesi, il minimo previsto per il reato di omicidio stradale.

La tragedia alle porte della città

«Non mi sono accorto che fosse un uomo, ho creduto di aver urtato un animale»: si era giustificato così il ragazzo che travolse e uccise Samir Acrouti, un quarantenne di origini tunisine che stava portando due taniche dell’acqua con la sua bicicletta. L’uomo pedalava al buio e senza il giubbotto catarifrangente addosso. Non aveva nemmeno la luce posteriore della bici accesa.

Il ragazzo, dopo l’urto, si era fermato qualche metro più avanti: al buio, non aveva visto il corpo del quarantenne, che era finito sotto al ciglio della strada. Il giorno dopo, quando aveva letto la notizia dell’incidente e aveva saputo che la polizia stava cercando il pirata della strada, si è subito presentato.

Il quarantenne era stato appena sfiorato dall’auto al volante della quale c’era il ragazzo: il destino gli aveva messo di fronte però l’unico cartello stradale presente su quel lato della strada. Il quarantenne probabilmente c’è finito contro sbattendo la testa lì sopra, prima di finire nella fossetta laterale, insieme alla sua bici nera e alle taniche di plastica piene d’acqua che stava portando probabilmente in uno di quei tanti rifugi per disperati che si trovano lì vicini.

Il corpo dell’uomo fu trovato da un automobilista un’ora dopo l’incidente: con i fari della sua vettura, l’uomo aveva illuminato qualcosa che luccicava e si era fermato a vedere cosa fosse. Era la bici di Acrouti e proprio lì vicino c’era il suo corpo. Dette subito l’allarme al 118 e alla polizia stradale.

Porta, accompagnato dal padre, si presentò subito dopo il lavoro, il giorno dopo, dai carabinieri, dicendo loro di sospettare di essere stato lui ad aver urtato l’uomo, senza nemmeno essersene reso conto. Subito dopo, si presentò al pronto soccorso per sottoporsi ai test alcolemici e tossicologici, risultati entrambi negativi.  Oggi, per lui, è arrivata l’assoluzione.

 

 

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