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La tragedia a caccia: «Aiutatemi, sto morendo»

Giulio Burattini aveva 36 anni: dipendente della Coop, era benvoluto da tutti. Lascia una bambina di sette anni e mezzo
Giulio Burattini, morto a caccia

CASTELL’AZZARA. «Aiutatemi, aiutatemi, sto morendo». Le sue ultime parole, Giulio Burattini, il trentaseienne morto durante una battuta di caccia nei boschi di Piancastagnaio, le ha pronunciate nella ricetrasmittente, ai suoi compagni. Con loro c’era il padre Luigi, veterinario in pensione, che si è sentito male.

Caricato da un cinghiale

Giulio Burattini era arrivato la mattina di mercoledì 19 gennaio nei boschi di Piancastagnaio. Faceva parte della squadra di cacciatori di Castell’Azzara e Selvena ed avevano organizzato una battuta di caccia al cinghiale. La tragedia è successa intorno a mezzogiorno e mezzo.

Giulio avrebbe preso la mira e avrebbe sparato contro un cinghiale: l’animale però è partito alla carica e lo ha travolto, recidendogli l’arteria femorale con le zanne. Il trentaseienne era per terra, stava perdendo tanto sangue. Ha avuto la forza di prendere il walkie talkie in mano, di premere il pulsante e parlare: «Sto morendo, aiutatemi», sono state le sue ultime parole.

I suoi compagni di caccia si sono precipitati e hanno dato immediatamente l’allarme al 118. Con loro c’era il padre Luigi che ha visto suo figlio morire sotto ai suoi occhi: ha dovuto affrontare in pochi attimi il dolore più grande per un uomo, la consapevolezza di dover sopravvivere a un figlio. Una tragedia che va contro alla natura umana. L’uomo si è sentito male ed è stato soccorso dal personale del 118, mentre per Giulio non c’è stato nulla da fare.

È morto dissanguato, nella macchia, sotto agli occhi dei suoi compagni di squadra, uomini che conosceva da sempre e con i quali condivideva la sua grande passione per la caccia.

Sul posto sono arrivati anche i carabinieri di Piancastagnaio per i rilievi.

Tutto il borgo è sotto choc

«In tutta la mia vita, non ho mai sentito dire che un cinghiale abbia caricato un cacciatore uccidendolo – dice il sindaco di Castell’Azzara, Maurizio Coppi – Siamo sotto choc da quando ci hanno avvertiti della tragedia. Siamo disarmati, siamo rimasti senza parole: Giulio era un uomo molto conosciuto e benvoluto da tutti. Ancora non riesco a rendermi conto di quello che è successo».

Burattini ha cercato di difendersi, quando è stato attaccato dal cinghiale. Tra le sue mani sono state trovate le setole dell’animale che lo aveva caricato.

Padre di una bambina di 7 anni e mezzo, lavorava al supermercato Coop di Castell’Azzara, dopo un periodo passato in quello di Santa Fiora. «Il nostro è un piccolo comune – dice il primo cittadino – ci si conosce tutti. Giulio era molto benvoluto: lavorava al supermercato, era sempre gentile con tutti».

Giulio Burattini era molto conosciuto nel borgo di Castell’Azzara. «Era un uomo che aveva sempre una parola gentile per tutti – lo ricorda un amico – aveva un altissimo senso dell’amicizia. Era solare, allegro, divertente: ci mancherà tantissimo, io ancora riesco a rendermi conto di come sia potuto succedere una tale tragedia».

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