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Traffico di cuccioli e truffa: in sette a processo

Era stata la polizia stradale a fermare un’auto e a scoprire i cuccioli nel bagagliaio che arrivavano dall’estero. L’associazione criminale è accusata anche di frode ai danni delle compagnie assicurative
I cuccioli liberati dalla polizia stradale

GROSSETO. Un’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, composta da due diversi filoni che sono poi finiti in un unico fascicolo, con indagati che passavano di fatto da una parte all’altra: che trafficavano cuccioli di cane dall’estero senza autorizzazione, promettendo quattro zampe di razza la cui vendita veniva pubblicizzata su Internet. Intascavano i soldi degli acconti ma non consegnavano quei cuccioli. Dall’altra parte confezionavano falsi certificati, anche medici, per incidenti mai avvenuti.  

In 10 erano finiti davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Mezzaluna: venerdì 28 aprile, sette di loro sono stati inviati a processo, di fronte al collegio, presieduto dal giudice Adolfo Di Zenzo.  L’accusa nei loro confronti è di associazione per delinquere, sia per il traffico di animali che per le frodi ai danni delle assicurazioni. 

Un ex prof. e un avvocato nei guai

Sono stati gli agenti della polizia stradale, a settembre 2019, a dare il la alle indagini, alle quali hanno poi collaborato anche i carabinieri forestali e la polizia municipale

Per quell’inchiesta erano finiti nei guai un ex professore di educazione fisica, Fabrizio Carini (difeso dall’avvocato Riccardo Lottini) e un avvocato, Emiliano Pagliai, difeso dal collega Alessandro Sorace che ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato.

L’ex prof. insieme ad Alessandro Lulli (difesa Lottini), Graziano Rossi, difeso dall’avvocata Camilla Toninelli, Claudio Verdi (difeso da Alessio Scheggi), Silvia Pandolfo (assistita dall’avvocata Paola Conti), Riccardo Dondolini, assistito dall’avvocata Giulia Gentili e Krisztian Edvard Weber, l’ungherese che forniva i cuccioli a Carini e Lulli, per portarli clandestinamente in Italia.  

Tiziana Giagnoni (assistita dall’avvocato Paolo Viviani) Luciano Pietrobono (difesa Franco Ciullini) hanno invece patteggiato una pena di 6 mesi: i due infatti, avevano denunciato due incidenti che in realtà non sarebbero avvenuti. 

 

 

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