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Stefanelli e Dolfi e la magia dell’omaggio a Morricone

Un successo il concerto dedicato al maestro a Pompei. Il produttore e la soprano raccontano com’è nato lo spettacolo
Silvia Dolfi in InCanto di un mito, all'anfiteatro di Pompei
Silvia Dolfi in InCanto di un mito, all’anfiteatro di Pompei

di Federico Loffredo

Non tutti sanno che il 31 maggio è nata ItsArt, la nuova piattaforma streaming voluta dal Ministero della Cultura e realizzata da Cassa Depositi e Prestiti, che propone “lo spettacolo e la cultura italiana, live, registrata, gratis e a pagamento, in Italia e nel mondo.” Proprio qui trovano spazio il teatro, la musica, la prosa, la danza, i luoghi di cultura e i musei raccontati dai protagonisti.

E mentre questo importante palcoscenico virtuale prendeva vita, debuttava live, dopo due anni di lavoro e con un notevole successo di pubblico e critica, lo spettacolo “Omaggio a Ennio Morricone – InCanto di un Mito”, spettacolo prodotto dalla società toscana Dream Solutions, scritto e interpretato dalla soprano Silvia Dolfi con la partecipazione di una bellissima orchestra, oltre ai suoi storici musicisti, e i contributi di alcuni dei più importanti collaboratori del Maestro Morricone.

Oltre alle prime repliche in teatro e arene all’aperto, lo spettacolo balza in questi giorni alla cronaca per una replica straordinaria effettuata all’Anfiteatro di Pompei, e visionabile in streaming dal 24 settembre proprio sulla piattaforma ITsART.

Il produttore Stefanelli racconta la sua creatura

Incontriamo, nella sede della società a Follonica, il produttore Lamberto Stefanelli e la cantante nonché ideatrice dello spettacolo Silvia Dolfi, per farci raccontare tutto di questo importante progetto. Mi fanno accomodare sul loro bel divanetto vintage e Lamberto tira fuori dal frigorifero tre ottime birre. Adesso possiamo cominciare.

Lamberto, come è stato possibile realizzare questo straordinario evento in un luogo di non così facile accesso?

«Oltre un anno fa, con lo spettacolo pronto e molte repliche già fissate, vedevamo le stesse annullate e riprogrammate a data da destinarsi a causa delle rigide norme che hanno colpito in particolar modo gli spazi teatrali. Ho cercato quindi di pensare a dove avrei potuto realizzare una replica straordinaria dello spettacolo, quando tutto fosse tornato alla normalità, consapevole di avere per le mani uno show unico nella forma e nel contenuto».

Lamberto Stefanelli con il trombettista Nello Salza
Lamberto Stefanelli con il trombettista Nello Salza

«A settembre 2020 mi sono recato quindi a Pompei appositamente per visitare l’arena dell’Anfiteatro. Sapevo che si trattava di un posto esclusivo, nel quale solo pochi fortunati artisti hanno potuto esibirsi, ma non appena vi ho messo piede ho avuto un brivido. “È qui!” mi sono detto. Nei giorni successivi ho intrapreso una serie di contatti con la Soprintendenza del Parco di Pompei spiegando il mio progetto, e con sommo stupore nel breve giro di un paio di settimane mi è giunto un primo parere favorevole da parte dell’allora direttore Massimo Osanna».

«Sono iniziati quindi una serie di sopralluoghi con i miei tecnici perché la nostra idea iniziale era di rappresentare lo spettacolo con pubblico in presenza, intorno a metà luglio. Ad aprile, nell’incertezza della situazione Covid, non sapendo se e quanto pubblico avremmo potuto ospitare, alcuni sostenevano che fosse il caso di desistere. Non io. Consapevole della forza del progetto ho pensato che avremo potuto farne una replica straordinaria senza pubblico, al fine di girare un docu-concerto, un film con la parte musicale registrata in arena e i contributi video dei collaboratori di Morricone inseriti in post-produzione».

«Non appena ho esposto la mia idea al Parco Archeologico di Pompei ho incontrato il loro entusiasmo ed abbiamo deciso di comune accordo di programmare il futuro film sulla piattaforma ITsART, all’interno della quale il Parco ha un canale apposito».

Quanto è stato difficile districarsi tra la burocrazia e l’allestimento?

«Beh, l’Anfiteatro di Pompei non è proprio una passeggiata. Come sai la costruzione è ancora completamente originale e conservata e la Soprintendenza sta molto attenta sia al “cosa” che al “come” ci viene fatto all’interno. Basti pensare che solo i documenti per far volare il drone in una area archeologica prevedono alcune centinaia di pagine. Devo dire che i funzionari del Parco sono stati impeccabili, professionali e disponibili, consapevoli come noi di stare allestendo qualcosa di unico. Li ringrazio qui pubblicamente, e insieme a loro il direttore Gabriel Zuchtriegel che nel frattempo si è avvicendato a Massimo Osanna confermando la disponibilità al nostro progetto».

Ho visto uno spettacolo molto naturale, spogliato di ogni sovrastruttura. Vuoi parlarci dell’allestimento scenico, nonché di quello audio e luci?

«Come hai detto tu, una bellezza come l’anfiteatro di Pompei non ha bisogno di sovrastrutture. Ho chiesto ai miei tecnici un allestimento sobrio, con pochi fari messi con sapienza e al solo scopo di valorizzare l’arena nelle fasi notturne. Ho infatti deciso di iniziare le registrazioni da metà pomeriggio, per usufruire dei bellissimi cambi di luce naturale fino al tramonto. Da lì sono intervenute le tecnologie, e il risultato come si può vedere dalle riprese aeree, è straordinario».

«Per quanto riguarda l’allestimento audio, non avendo il pubblico abbiamo fatto a meno dell’impianto principale, gestendo tutti i musicisti in cuffia e dando solo al tecnico addetto alla registrazione e a Silvia due monitors. Silvia aveva a disposizione anche degli “in ear monitor” (delle cuffie radio, ndr), dal momento che si muoveva in varie zone dell’anfiteatro. Devo ringraziare il nostro partner tecnico dB Technologies, un’eccellenza tutta italiana, per averci fornito il materiale necessario, oltre ai radiomicrofoni e a uno splendido impianto che portiamo in tour in teatro».

«Ogni singola fase dello spettacolo è stata quindi registrata in multi traccia e l’ingegnere del suono Fabrizio Simoncioni ha poi effettuato il mix definitivo. Con all’attivo 60 dischi di platino, oltre 100 dischi d’oro e una nomination ai Latin Grammy Awards Fabrizio è uno dei più quotati fonici di studio al mondo e ha dato al nostro film un suono eccellente».

La scommessa di Silvia: «Ho scelto un repertorio quasi sconosciuto»

Ora vorrei lasciare la parola a Silvia per farci raccontare come è nata l’idea di mettere in scena uno show sul Maestro Ennio Morricone.

«Studiando la biografia del Maestro mi sono imbattuta in una scoperta per me preziosa ed entusiasmante: negli anni il Maestro Morricone aveva collaborato discograficamente con alcune grandi interpreti italiane ed internazionali, quali Milva, Joan Baez, Amii Stewart e Dulce Pontes, per le quali aveva trasformato in vere e proprie canzoni alcuni dei suoi temi più conosciuti».

Un altro momento dello spettacolo a Pompei
Un altro momento dello spettacolo a Pompei

«Ho quindi deciso di presentare un repertorio eseguito rarissimamente e in parte quasi sconosciuto, che spazia dal pop ai leggendari vocalizzi lirici dei cult western, una rosa di brani che comprende temi cantati nati sotto questa forma sin dal principio, ed altri trasformati in questa nuova veste dal Maestro stesso in occasione di quelle collaborazioni. A questa scelta musicale ho voluto che s’intrecciasse la presenza in video di alcuni collaboratori storici del Maestro, che quei capolavori li avevano vissuti da protagonisti. Registi, attori, musicisti e cantanti del calibro di Giuliano Montaldo, Leo Gullotta, Bruno Battisti D’Amario ed Edda Dell’Orso hanno compiuto questo viaggio con noi regalando agli spettatori le loro commoventi testimonianze».

«Infine ho fortemente voluto il celebre trombettista Nello Salza, collaboratore del Maestro in studio e nei concerti dal vivo dal 1984, che ha accettato l’invito ed è stato nostro ospite in arena quale interprete solista di alcuni quadri musicali».

Vorrei chiudere questa intervista chiedendoti di raccontarci l’emozione di cantare in una location così importante. Cosa si prova a camminare sul suolo dove un tempo si svolgevano ben altro tipo di spettacoli, un luogo che ancora oggi trasuda e odora di storia e dove solo pochissimi artisti dell’epoca moderna hanno avuto l’onore di esibirsi.

«Ti confesso che rientrando dalle riprese di Pompei ho sentito l’esigenza di appuntarmi alcune righe da leggere e rileggere nel tempo… e che mi fa un enorme piacere condividere. “Chiudo gli occhi…un respiro profondo (sta accadendo davvero!) li riapro e all’improvviso di fronte a me l’imponenza di un colosso che ha sfidato il tempo e le avversità più grandi. Un’icona archeologica che si erge materna (chissà quante ne ha viste…), e dall’alto della sua consapevole grandezza ha deciso di giocare con me… avvolge, protegge e amplifica note che sgorgano dall’anima.
Una grande Signora che non teme la luce del mattino, anzi mostra fiera tutte le sue “ferite” a noi, piccoli esserini, che cerchiamo di arrampicarci sulle sue “curve”… poi all’imbrunire arrossisce, scoprendosi ancora così bella, mentre un cielo blu, che non si può descrivere, la bacia dolcemente. Ma è di notte che si risveglia in tutta la sua maestosità e si erge regale, ammantandosi di colori e giochi di luce che le si appoggiano sulle forme come un abito da gran sera.
Persino la luna, curiosa di vedere cotanta bellezza, non ha proprio resistito. Dapprima timida ha fatto capolino dall’ultima gradinata, per poi volare più su, piena e lucente, per la sua perfetta entrata in scena su Saharan Dream».

«Beh, che dire…se avessi avuto il dono della sintesi…avrei scritto solamente: “Un sogno musicale a colori e ad occhi aperti, preceduto da motore, ciak in campo, azione!»

Siamo giunti alla fine della nostra chiacchierata, la birra è finita, e con ancora negli occhi le meravigliose immagini appena descritte da Silvia ringrazio i miei amici e auguro loro che lo spettacolo riprenda al più presto a girare tutti i teatri e le piazze d’Italia.

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