Facevano la spesa con i buoni, ma non ne avevano diritto | MaremmaOggi Skip to content

Facevano la spesa con i buoni, ma non ne avevano diritto

Una ventina di persone sono state denunciate dalla Guardia di finanza: 10mila euro la somma percepita illegalmente
Una pattuglia della Guardia di finanza

GROSSETO. Pare impossibile ma, ogni volta che c’è un’agevolazione per le fasce di reddito più in difficoltà, quindi per le persone bisognose, spuntano come funghi quelli che tentano di accaparrarsela senza averne diritto. Ma stavolta sono finiti nella rete della Guardia di finanza.

Le attività dei reparti territoriali maremmani, coordinati dal Gruppo di Grosseto, hanno puntato l’attenzione sui “buoni spesa” destinati alle famiglie che versano in condizioni più disagiate, nell’ambito di questa campagna ispettiva, che va avanti ormai da diversi mesi, i militari hanno quindi scoperto e sanzionato in via amministrativa 20 persone per aver richiesto e percepito indebitamente decine di contributi, in danno di coloro cui effettivamente dovevano fruirne.

II valore complessivo di quanto indebitamente percepito è di poco meno di 10 000,00 euro; può sembrare un importo non elevato, ma se si tiene conto delle persone meno fortunate cui spettavano e delle rispettive condizioni di vita, si comprende subito l’importanza che possano avere questi soldi per garantire loro un minimo di vita normale e sollievo.

Questi benefici scaturiscono da risorse finanziarie assegnate ai singoli Comuni dall’ordinanza della Protezione civile n.658 del 29 marzo 2020, per agevolare esigenze di prima necessità da parte delle famiglie in difficoltà a seguito dell’emergenza pandemica da Covid 19. I controlli delle Fiamme Gialle hanno consentito di scoprire irregolarità nei dati dichiarati dai richiedenti nelle domande di ammissione al beneficio: dall’omessa dichiarazione di redditi in realtà percepiti, alla irregolare indicazione di spese sostenute, fino alla presentazione di false autodichiarazioni.

I responsabili delle condotte illecite sono stati tutti segnalati ai rispettivi Comuni di residenza per il recupero delle somme non spettanti, nonché sanzionati ai sensi dell’alt 316 ter, secondo comma, del codice penale, il quale prevede l’irrogazione di una sanzione amministrativa pari al triplo del beneficio economico illecitamente conseguito.

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