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Situazione molto delicata, il Grifone è fragile

Dopo la gara con il Livorno esce vincitore solo Cretaz. Ma ora incombe la decisione del giudice sportivo dopo il caos finale
L'allenatore del Grifone Roberto Cretaz
Roberto Cretaz, allenatore del Grifone

GROSSETO. C’è un solo vincitore nel dopo gara col Livorno, si chiama Roberto Cretaz. Anzi è doppiamente vincente.

Il tecnico si allontana immediatamente dalla burrascosa uscita dal campo della terna, cancella subito ogni richiesta di commento sugli episodi vissuti durante i 90′, si alza dalla giungla di polemiche nata per le decisioni di Dario Acquafredda, direttore di gara, e resta sui territori sportivi.

Probabilmente fatica a reggere questa rotta nel mare in tempesta, ma ci riesce senza far trapelare nulla. Anzi propone un: «Dovevamo chiuderla prima, a quel punto non c’erano rigori a toglierci il successo».

Cretaz cambia bene la squadra, ma non basta

L’uomo venuto dalle Alpi, sfoderando personalità e lucidità, scatta l’istantanea del Grifone con sotto la didascalia: «Siamo nella cacca fino al naso» che non richiede nessun altro chiarimento.

Rileggendo la partita, invece, Cretaz avrebbe dovuto suonare violini e chitarre, cantare a squarcia gola per esprimere il piacere di aver visto un Grifone eccellente in ogni reparto, ogni dialogo, ogni espressione di calcio, il migliore osservato finora.

Alla base la sua seconda settimana di allenamenti, come colonna portante un cambio di modulo rischiato nella partita maggiormente ostica come quella col Livorno. Un salto mortale senza rete. Il Grosseto passa alla difesa a 3 – Ciolli, Bruni, Bruno – affida le ali a Crivellaro e Moscatelli, a centrocampo propone Cretella, Pasciuti, Diambo, come punte usa Aleksic e Gomes.

E lo spettacolo ha inizio.

Il Livorno non riesce nemmeno a uscire dalla propria metà campo, viene compresso in area dove tribola a contenere i biancorossi capaci di parlare col pallone e i movimenti. Vengono negati due penalty, ma l’uccellaccio non si lascia condizionare. Il gol di Cretella è la naturale espressione del bel gioco. Mister Esposito prova a cambiare con due cambi al 40′, nulla cambia. In campo si vede solo il Grifone.

Il secondo tempo raccoglie ogni tipo di iattura si possa pensare, o augurare ad una squadra. Nannetti cancella l’unico tiro degli amaranto con un volo plastico, Crivellaro colpisce il palo, Gomes la traversa. Non c’è partita.

Il solaio scricchiola al 26′ con il doppio giallo a Pasciuti, che lascia i compagni in 10 e privi della sua firma.

Pasciuti esce dal campo dopo l'espulsione
Pasciuti esce dal campo dopo l’espulsione

L’impressione è che il Livorno non riesca ad essere pericoloso. Luci si stende in area, Acquafredda indica il dischetto. Fine della bellissima partita biancorossa, stop a pensieri primaverili, basta sognare. È solo un pareggio, un punto senza sorriso.

La parola al giudice sportivo

Il pomeriggio si chiude ancora peggio, la pista dello Zecchini diventa cortile dove litigare e urlare con molti bravi e pronti a sedare gli animi. Condividendo in pieno le motivazioni della società dopo due gare seminate da decisioni arbitrali al limite della decenza, forse più in là, sarebbe preferibile usare canali meno appariscenti e sedi più idonee per esprimere malcontento e chiedere maggior rispetto.

Il caos sulla pista a fine partita
Il caos sulla pista a fine partita

La situazione da fragile è diventata delicatissima, la parola passa al giudice sportivo. Il bollettino è atteso martedì 28, ultimo giorno di febbraio.

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