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Si salvò nascondendosi in miniera, Massa piange Luciana

Amica, anche se di età differente, della partigiana Norma Parenti, riuscì a salvarsi, dedicando una vita all’insegnamento, con Massa Marittima sempre nel cuore
Luciana Bigazzi e la sua amata Massa Marittima

MASSA MARITTIMA. Ha respirato e costruito la storia del borgo. Nata in via Ximenes, Luciana Bigazzi, classe 1930, è stata partecipe alla vita di Massa Marittima, investendoci fisicamente passione e amore, fino alla fine degli anni ’50. Quando, insieme all’amore di una vita, il suo Giuseppe Pasini, è partita per Bergamo. La città che domani, 13 settembre, ospiterà i suoi funerali.

I suoi figli, Piero e Paolo, ne conservano stretti molti ricordi preziosi. Ricordi che parlano di vita vissuta pienamente e di insegnamenti ben serbati per il futuro.

L’orrore della guerra nei suoi occhi di bambina

Luciana era figlia di Oris Bigazzi un dirigente della Maremmana, la società di energia elettrica che si adoperò per la ricostruzione di impianti e linee nel secondo dopoguerra. Oltre alle linee elettriche servì per anni anche i partiti di sinistra nella ricostruzione, conquistando a Firenze il titolo di commendatore.

Oris, cugino del geometra Urbano Urbani, in tempo di guerra fu anche un esponente della lotta partigiana, e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 fu tra quelli che scelsero di darsi alla macchia e combattere per il proprio Paese in attesa dell’arrivo delle truppe inglesi e americane. Luciana raccontava quei giorni vissuti da 13enne con estrema lucidità. Nel giugno del 1944 lei, con altri sfollati, trovarono riparo in una miniera vicino a Niccioleta, andando a nascondersi dai bombardamenti in una galleria di scolo a servizio delle miniere. Furono giorni di apprensione e paura.

Amica, anche si età differente, della partigiana Norma Parenti, Luciana riuscì (a differenza di molti altri) a trovarsi lontana quando le truppe nazi-fasciste sfogarono la propria violenza sulla popolazione di Massa Marittima, poco prima che arrivassero gli americani.

Una vita dedicata ai suoi alunni

Dopo la guerra Luciana iniziò a frequentare il liceo classico nel paese e prese il diploma per fare la maestra, probabilmente anche ispirata dalla sua esperienza di vita. Ha poi esercitato la professione nella quale aveva investito tanta passione a Bergamo, seguendo i passi di suo marito Giuseppe. Con lui, si conobbero durante un suo soggiorno nella città del balestro fatto per seguire un biennio di studi all’istituto minerario, che gli avrebbe permesso poi di avanzare di ruolo dentro l’azienda dove lavorava.

Una foto di Luciana Bigazzi da giovane

«Lei è sempre rimasta molto legata a Massa Marittima – racconta il figlio Piero – Ogni volta nel periodo delle vacanze dalla scuola, tornava sempre in Maremma, nel suo paese. Ora molti dei nostri parenti di sono spostati a Follonica, ma Massa rimane un posto che ho conosciuto da quando ero piccolo, dove ho tanti ricordi e dove mia mamma adorava tornare».

Nella memoria dei figli, rimarrà sicuramente impressa l’ironia e la prontezza spiccatamente maremmana di Luciana, il suo amore verso una famiglia che ha sempre seguito con attenzione, ma anche l’affetto di un paese che gli sta dimostrando anche sui social media. Allo stesso modo in cui Luciana non si è mai dimenticata delle sue origini, anche Massa Marittima sembra non aver mai scordato una delle abitanti che più l’ha amata.

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