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Scuola in presenza e covid. I presidi: si rischia il caos

Artini, presidente regionale presidi: «Non siamo medici. L’individuazione dei contatti non è un automatismo. La Regione chiarisca»
Una classe in presenza

GROSSETO. La nuova circolare per la gestione del Covid nella scuola, di cui abbiamo parlato in questi giorni su MaremmaOggi, è orientata a cercare di mantenere, il più possibile, la didattica in presenza. Indicando comportamenti diversi, ed eventuali quarantene, in base a quanti casi siano riscontrati in classe: uno, due, tre o più.

In sintesi con un solo caso i contatti stretti devono fare un tampone (chiamato T0 nelle tabelle), se negativo restano a scuola, se positivo si attiva il protocollo. Poi ne fanno un successivo dopo 5 giorni (chiamato T5) . Con due casi la differenza la fa il vaccino, chi è vaccinato resta a scuola, chi non lo è va a casa. Con tre casi scattano quarantena e didattica a distanza. Qui è spiegata la casistica nei dettagli.

L’individuazione dei contatti e il testing

Il grosso problema consiste nell’individuazione dei contatti che è demandata al referente scolastico Covid 19 o al dirigente scolastico che, nella maggior parte dei casi, è la stessa persona, in base a quanto stabilito da quattro tabelle, a dire il vero non proprio chiarissime da decifrare, che trovate qui (le 4 tabelle). 

Individuati i contatti andranno avvertiti i genitori e messo in moto il protocollo. Con tutte le complicazioni del caso: una su tutte, i dirigenti scolastici non sono tenuti a sapere quali studenti sono vaccinati e quali no.

Proviamo a spiegare.

I contatti individuati del singolo caso positivo dovranno effettuare un test antigenico o molecolare, inclusi anche i test molecolari su campione salivare, gratuito e valido ai fini diagnostici. La modalità di prescrizione di tali test seguirà l’organizzazione regionale, ma appare evidente che andranno fatti nel minor tempo possibile, per non far saltare tutto il sistema.

E già questo non è un problema da poco. Basti pensare che, proprio in questi giorni, a Grosseto c’è stato un guasto alla macchina che analizza i tamponi molecolari. Sono molti quelli bloccati e c’è il rischio che debbano essere rifatti, con allungamento dei tempi non da poco.

I test si dividono in tempo zero (T0), da effettuare prima possibile dal momento in cui si è stati informati. Se il risultato è negativo si può rientrare a scuola. Se invece è positivo, niente scuola. Tempo 5 (T5): è un ulteriore test da fare dopo 5 giorni dal T0. Se il risultato è positivo, niente scuola.

Nel caso in cui i positivi siano due, i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, mentre i non vaccinati andranno direttamente in quarantena. Nel caso di tre positivi invece andrà in quarantena tutta la classe.

Un caso ancora diverso è quello dei servizi dell’infanzia (0-6 anni): per i più piccoli è previsto un test immediato e una quarantena di dieci giorni, al termine dalla quale si dovrà effettuare un nuovo test.

Per i soggetti sottoposti a sorveglianza con testing, il rientro a scuola dopo l’effettuazione del test T0 potrà avvenire solo con attestazione rilasciata dai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica in merito all’effettuazione del tampone e all’avvenuto rilascio del risultato negativo. Relativamente al test T5, è facoltà del Dipartimento di prevenzione disporre provvedimenti di sanità pubblica (ad es. quarantena) qualora non venga effettuato il test.

Insegnanti, con 4 ore nella classe sono esposti

La circolare, come criterio orientativo, non esaustivo e non vincolante, suggerisce di considerare esposto l’insegnante/operatore della scuola primaria e secondaria che, nelle 48 ore precedenti, abbia svolto in presenza 4 ore o più, anche cumulative, all’interno della classe in cui è stato individuato il caso, tenendo conto del rispetto delle misure di prevenzione e sicurezza che l’insegnante deve rispettare.

La stessa circolare informa che è opportuno che in ogni Asl siano identificati dei referenti per ogni scuola, i quali possano intervenire tempestivamente supportando il referente scolastico Covid-19/dirigente scolastico e dando la priorità (nota di colore, la circolare scrive prioritizzando …) ai test del T0.

I presidi: «I problemi sono tanti. Speriamo che la Regione chiarisca»

Alessandro Artini è il presidente regionale dell’Associazione Nazionale Presidi.

«Lo slogan tutti in presenza – ci dice -, che ha un fondamento condivisibile, nel momento in cui diventa enfatico o ideologico perde di significato. La presenza è importante, ma questo non significa che si debba disconoscere un anno e mezzo di Dad, che in qualche misura ha salvato il rapporto educativo fra scuola e ragazzi. Noi dobbiamo fare i conti con questo anno e mezzo di Dad che abbiamo fatto a scuola. E il ministero non sembra di questo avviso».

Alessandro Artini, Associazione nazionale presidi
Alessandro Artini, Associazione nazionale presidi

Ma come fa un dirigente scolastico a individuare i contatti?

«Il ministero va affermando che l’individuazione dei contatti non è un’operazione di natura medica, ma è un mero automatismo. È chiaro che la cosa non ci convince. Ogni volta che noi cerchiamo di individuare i contatti, poniamo delle domande alle persone e chiediamo loro quanto tempo sono state vicine ad altri, se indossavano mascherina o meno. In sostanza non è mai non c’è niente di automatico e si finisce sempre per invadere un terreno che non è tipico dei dirigenti scolastici. Purtroppo il sistema medico, che in tanti momenti è stato eccezionale, in altri è andato in default, soprattutto per il tracciamento. Quindi rispetto a questa realtà credo che i presidi non si debbano tirare indietro. Magari si arrabbieranno, ma devono collaborare».

Anche chiedere a un ragazzo se è vaccinato o no non si potrebbe, per la privacy.

«Impossibile da fare, saremmo sanzionabili per violazione della privacy e lo sarebbe anche la scuola. Quindi ci aspettiamo di leggere le linee operative stabilite dalla Regione Toscana. Aspettiamo chiarimenti e indicazioni. Faccio anche un altro esempio. In una classe c’è un positivo, li restanti ragazzi nel momento in cui viene scoperto, il tempo zero della circolare, va a fare il tampone. Ma dove va a farlo? C’è una corsia preferenziale? Andranno tutti in una farmacia? Credo sia gratuito, ma siamo sicuri che 20-25 ragazzi al tempo zero siano in grado di fare il tampone? E chi non ce la fa rimane a casa? E poi cinque giorni dopo vanno ripetuti, con il tempo 5 della circolare. Mi pare molto difficile fare funzionare tutto questo con un sistema di somministrazione dei tamponi che ben difficilmente si attiverà al tempo zero».

Fra l’altro non è neppure del tutto chiaro da quando queste regole si applichino.

«Anche questo è un elemento di incertezza. Sarebbe stato necessario definirlo in anticipo. Siamo in una transizione in cui vive la vecchia normativa fino a… Sappiamo le linee definite a livello nazionale, ma le singole realtà regionali devono definire le cose. Noi aspettiamo, speriamo siano più chiare».


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