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Scavi sulla linea di porta: la barzelletta va in appello

La partita aveva fatto discutere, fra traversa e terreno non c’era l’altezza regolare, così era stato fatto scavare sulla linea di porta
Si scava sulla linea di porta
Gli scavi sulla linea di porta nello stadio fatto sulle linee di porta del “Virgilio Fedini” di San Giovanni Valdarno

GROSSETO. È fissato per giovedì 20 aprile, a Roma, il giudizio della Corte sportiva d’appello sul caso Sangiovannese – Grosseto.

Quella domenica 19 marzo, le porte del campo “Virgilio Fedini” di San Giovanni Valdarno risultarono più basse di una decina di centimetri rispetto ai 2,44 metri regolamentari. Per sopperire all’anomalia si decise di scavare due vere e proprie trincee sotto le traverse per raggiungere l’altezza giusta. Potevano essere perfette anche per piantare le patate.

Questo sotto gli occhi del direttore di gara, che, nel rapporto finale, ha definito “regolare” lo svolgimento della partita finita sul risultato di 1-1.

Tutto bene, ma con riserva

Il giudice sportivo, avvocato Aniello Merone, nel comunicato 118 del 4 aprile chiudeva la questione omologando risultato e trincee con la seguente motivazione: «Rilevato che il direttore di gara (Gabriele Caggiari di Cagliari ndr), a cui è rimessa ogni valutazione sulla regolarità del terreno di gioco, su richiesta di codesto giudice sportivo, ha inviato un supplemento al proprio referto di gara in cui non offre alcun riscontro alle circostanze lamentate dal sodalizio reclamante (il Grosseto ndr)».

A maggior chiarimento dettaglia quanto già esposto, facendo una specifica.

«La società ospitante – scrive il giudice – ha immediatamente provveduto ad abbassare il dislivello che era presente nelle linee di porta».

Dice anche altro, ovvero che, successivamente, il medesimo primo ufficiale di gara insieme ai dirigenti e ai capitani delle due squadre ha misurato la distanza tra l’estremità bassa della traversa e la linea di porta. La misura, dopo la correzione del dislivello, era 2,44 metri: le porte del terreno di gioco erano tornate regolari, dando modo di giocare. E poco importa se dal campo le porte continuavano ad essere più basse. 

Paradossalmente, con questa logica, anche una porta alta come una da hockey (1 metro e 20) con una trincea di un altro metro e venti (anzi, 24, bisogna essere precisi) potrebbe essere regolare.

 

In base a questi eventi Merone aveva deliberato:

  • il respingimento del reclamo;
  • la convalida del risultato della gara conclusasi con il punteggio di 1-1;
  • una multa di 300 euro diretta alla “Sangiovannese 1927”, per il tardivo inizio della gara;
  • l’addebito della tassa di reclamo sul conto del Grosseto 1912.

Un giudizio spettacolare, che sbigottì non solo il Grifone ma l’intera Italia pallonara e non solo.

Le indagini del giudice si sono limitate alla richiesta di un nuovo rapporto arbitrale, che non poteva essere minimamente diverso dal precedente. Per il signor Caggiari, dunque, era tutto nella norma, tutto tranquillo. Anche per il vertice della Can-D a cui, molto probabilmente si è rivolto il fischietto sardo. Alla luce di questo panorama la sentenza del giudice sportivo ha cancellato il legittimo ricorso scoprendo, comunque, l’inutilità del proprio ruolo.

Ora tocca alla Corte d’appello convalidare o meno quanto detto dal giudice

La delicatezza della pronuncia è lampante. In caso di conferma la sentenza farà giurisprudenza.

Questo significherebbe che in tutti gli stadi si potrà scavare a piacere, spostare e interrare qualunque cosa, anche seminare pomodori oppure cavolfiori nella lunetta dell’area o nella zona d’angolo.

Molto utili le traverse per appendere salami, prosciutti e caciocavalli.

Nell’attesa si spera molto che le Leghe, almeno ad inizio stagione, verifichino tutte le misure dei terreni di gioco. Lo show di Sangiovanni Valdarno è stato più che sufficiente.
La società biancorossa sarà presente in videoconferenza insieme al proprio legale Grassani.

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