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Lo spettacolo della “capatura” con i butteri – IL VIDEO

Due giorni con i butteri dell’Anam all’Alberese per conoscere la tradizione della transumanza e della sbrancatura delle vacche maremmane
Due butteri con i loro cavalli maremmani

GROSSETO. Due giorni di appuntamenti per rievocare la transumanza attraverso uno dei suoi protagonisti, il cavallo maremmano.

Obiettivo centrato per l’Anam, (associazione nazionale allevatori cavallo di razza maremmana) che grazie alla Regione Toscana ha potuto portare all’interno dell’Azienda Terre regionali toscane (Tenuta di Alberese), uno spaccato della nostra tradizione.

I butteri prima della partenza

Stamani, 30 aprile, la sbrancatura e la cattura del bestiame sono stati i primi di una serie di eventi che termineranno il primo maggio con un percorso a cavallo all’interno del parco della Maremma.

Lo sbrancamento e la cattura

Alessandro Zampieri, presidente Anam, conosce bene il cavallo maremmano e l’ente, dal momento che ha lavorato circa 40 anni all’interno della Tenuta di Alberese. È lui a raccontare una storia che ritorna dai meandri del tempo.

 

 
 
 
 
 
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«Siamo qui come partner della Regione, per portare avanti questo progetto che rievoca la transumanza. Gli ospiti partecipano al lavoro dell’azienda insieme ai butteri. Nel pomeriggio ci sarà un convegno dedicato sempre alla tansumanza e alla tradizione».

Il cavallo maremmano soprattutto, ma anche la vacca maremmana, sono stati infatti protagonisti di attività dimostrative che ricordano le pratiche e i mestieri della tradizione.

Butteri durante la capatura delle vacche maremmane

In questo periodo dell’anno i butteri svolgono un importante lavoro di “capatura” delle vacche in piena stagione delle nascite, dividendo i capi.

Gli ospiti, a cavallo di animali di razza maremmana hanno avuto l’opportunità di prendere parte a questa attività, con l’utilizzo degli “attrezzi” del buttero, come l’uncino. Partecipando alla conduzione del branco dal campo fino ai “rimessini”, insieme ai butteri hanno potuta “capare” ovvero, selezionare il bestiame, formando branchi da ricondurre poi alle proprie zone di pascolo.

«La Regione ha messo su questa iniziativa per valorizzare la tradizione in maniera innovativa – racconta il responsabile di settore della Regione Gennaro Giliberti – il cavallo maremmano rappresenta un fattore comune che mette insieme territori, persone, cultura e identità. Vuol lanciare un segno di speranza, poter godere di questi spazi aperti in libertà, è sicuramente un bel segnale». 

La Regione Toscana, partner del Progetto “Cammini e biodiversità: valorizzazione itinerari e accessibilità per la transumanza”, ha affidato all’Anam l’organizzazione di questa serie di eventi. Il fine è quello di valorizzare il cavallo come strumento di locomozione per godere delle antiche vie della transumanza nell’ottica del turismo esperenziale lento e sostenibile. Dando valore delle biodiversità animali dei territori, come il cavallo maremmano, fanno così da tramite fra storia e innovazione.

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