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Rossi: «Strumenti urbanistici, c’è un percorso rigoroso»

L’assessore all’urbanistica: «Sull’ampliamento dei due centri commerciali esistenti valuteremo con rigore insieme alla Regione e dopo un’indagine sull’andamento del commercio»
Fabrizio Rossi
Fabrizio Rossi

GROSSETO. Sull’ampliamento dei centri commerciali e la bocciatura della mozione Cerboni, interviene l’assessore all’urbanistica, Fabrizio Rossi. Che chiarisce che il Comune si sta muovendo con grande rigore e che la pianificazione avviene di concerto con la Regione.

Rossi: questione da affrontare con serietà e rigore

«Con grande chiarezza – dice Rossi -, ho espresso la posizione dell’Amministrazione comunale sulla mozione presentata dal consigliere comunale Giacomo Cerboni. Ho voluto anzitutto specificare che si tratta di una questione da affrontare con serietà e rigore e solo dopo aver approfondito ogni aspetto tecnico, politico e normativo».

«L’approvazione degli strumenti urbanistici da parte del Comune di Grosseto si sta sviluppando in maniera lineare: si tratta di un percorso avviato prima della pandemia, nel novembre del 2019. Nel febbraio 2020 è iniziata la fase di partecipazione dei cittadini, che ha determinato la presenza di oltre 480 contributi privati».

«Negli atti di avvio del procedimento del piano strutturale e del piano operativo,  non c’è alcun riferimento a indirizzi strategici e azioni conseguenti, diretti verso nuovi centri commerciali o ampliamenti di centri commerciali esistenti. Semmai l’opposto, visto che nella nostra relazione abbiamo fatto riferimento a un innalzamento della qualità degli esercizi di vicinato e dei centri commerciali naturali, in città e nelle frazioni».

«Di fronte a questo indirizzo, tuttavia, non possiamo apporre limiti alla libertà dei privati, nel rispetto assoluto delle norme, nel voler proporre nei contributi ciò che ritengono opportuno. Si tratta di contributi provenienti da privati, come quelli per l’ampliamento di due centri commerciali esistenti, che valuteremo con rigore insieme alla regione Toscana, e secondo la legge 65/2014 art. 26, che prevede un’indagine generale sull’andamento del commercio, non solo per il nostro comune, ma anche per quelli limitrofi. Procedimento che allo stato attuale non è stato neppure attivato».

«Sottolineo inoltre che non è il Comune, da solo, a pianificare, ma che si tratta di un processo condiviso con la Regione Toscana che ha il compito di copianificare, insieme ad altri enti. Alla luce di un adeguato supplemento di analisi sugli impatti, previsto per gli ampliamenti delle grandi strutture di vendita dalla legge regionale, avremo tutti gli strumenti completi per fare le nostre valutazioni, serene e autonome, nell’interesse di tutti i cittadini di Grosseto».

«Il Comune, con i suoi tecnici estensori del piano strutturale e del piano operativo, saprà decidere in maniera serena e approfondita sulla vicenda, non appena ci sarà un quadro conoscitivo completo anche sul tema del commercio. Alla luce di quanto esposto, credo sia chiara la nostra serietà e il rigore con cui ci stiamo muovendo».

Mozione Cerboni, Rossi: «Non siamo un regime totalitario»

«Ecco perché, di fronte alla mozione del consigliere Cerboni, abbiamo ritenuto importante e opportuno fare approfondimenti di natura anche giuridica, volti a rispettare la Costituzione e le leggi in materia comunitaria».

«Dai documenti in nostro possesso, quindi, emerge la conferma di quanto già avevamo ipotizzato: qualora fosse stata approvata la mozione, intesa come strumento pianificatorio, infatti, si andrebbe a ledere il principio di rango costituzionale e comunitario sulle legittime aspettative di privati. Non possono essere ammissibili, dunque, limitazioni per ragioni economico-commerciali – non siamo in regime totalitario dei piani quinquennali di sovietica memoria – tantomeno introdotti con lo strumento delle mozioni».

«Di fronte ad atti di programmazione non economica, invece, possono essere poste limitazioni in base a esigenze di carattere di imperativo interesse generale, che gli atti urbanistici conformi possono introdurre legittimamente».

«Queste limitazioni possono essere ravvisate non certo nello strumento delle mozioni, ma potranno essere evidenziate nella fase di adozione degli strumenti urbanistici prossimi, dopo, ovviamente, una conferenza di copianificazione che vada ad analizzare gli impatti sul commercio, come recita l’art. 26 legge Reg. 65/2014».

«Allo stato attuale siamo pertanto in un momento diverso dall’avvio del procedimento, ma senza essere giunti alla adozione in consiglio degli strumenti urbanistici, poiché ancora di lavorazione e studio da parte dell’estensore e degli uffici».

«Alimentare paure e confusione con mozioni illegittime non è di aiuto a nessuno, neppure ai commercianti che hanno subito inique restrizioni e scarsi ristori durante il periodo della pandemia. Proprio per questo non si possono paventare inutili e infondati spauracchi che non trovano riscontro negli atti ufficiali votati dal consiglio comunale qualche mese fa».

«Tanto meno è impensabile – dopo aver incaricato il gruppo dell’architetto Viviani che deve occuparsi di ogni aspetto pianificatorio del territorio, con equilibrio e proporzionalità e non solo di un singolo aspetto – fare pianificazione urbanistica a colpi di mozioni. Ciò sarebbe, oltre che profondamente sbagliato, anche giuridicamente illegittimo».

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