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Rossi vs Rosini sulla piscina di via Lago di Varano

L’assessore allo sport replica al consigliere di minoranza sulla gestione dell’impianto sportivo
La piscina di via lago di Varano e nel riquadro l'assessore Fabrizio Rossi

GROSSETO. Botta e risposta tra il consigliere comunale di minoranza Stefano Rosini e l’assessore allo sport, Fabrizio Rossi sulla piscina di via Lago di Varano, a Grosseto. Nei giorni scorsi c’erano state scintille tra i due sull’assegnazione della gestione dell’impianto, dopo la sentenza del Consiglio di Stato cha annulla il contratto con la società vincitrice della gara, la Olimpic Nuoto Napoli.

Per Rosini l’ultima assegnazione andata a buon fine è quella del 2015, sindaco Emilio Bonifazi. «Il Consiglio di Stato ha bocciato definitivamente il secondo bando pubblicato nel 2019 per l’assegnazione ventennale della struttura – scriveva Rosini – smentendo i toni trionfalistici con cui il sindaco Vivarelli Colonna e l’assessore Rossi annunciavano l’aggiudicazione. L’assessore Rossi ha bucato due bandi (il primo nel 2017 ed il secondo nel 2019) tenendo la piscina senza affidamento definitivo dal 2017. Ad oggi quasi 4 anni».

La risposta di Fabrizio Rossi

«Innanzitutto vorrei evidenziare che i bandi non si “bucano”, come affermato da Rosini – scrive Rossi – ma o vi si partecipa o vanno deserti. Un linguaggio quello di Rosini che dimostra ancora una volta che i cittadini di Grosseto hanno scelto la giusta collocazione per coloro che si esprimono in questi termini, per scarsa attitudine ai ruoli di governo di una città.

Sotto il profilo giuridico invece ritengo opportuno rilevare che il Comune di Grosseto non ha perso una causa: dinanzi al Tar del Lazio il Comune ha fatto ricorso contro il parere dell’Anac, il Tar ha accolto l’impugnazione; avverso questa decisione l’Anac ha proposto appello che il Consiglio di Stato ha accolto.

A questo punto il Comune dovrà decidere come muoversi dopo aver studiato a fondo la motivazione della sentenza che, a differenza di quanto sostenuto erroneamente dalla stampa, non è una sentenza contro qualcuno, ma sull’interpretazione di una clausola del bando, molto controversa. È una sentenza che il Comune subisce in forza dell’appello fatto dall’Anac e non dalla Virtus. Di fatto il servizio delle piscine sarà comunque garantito e gestito per il momento dagli assegnatari», conclude Rossi.

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