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Ricorso a Mattarella: i mufloni del Giglio vanno protetti

Le associazioni animaliste chiedono al Presidente della Repubblica di salvaguardare l’animale necessario per la biodiversità della specie
mufloni
I mufloni dell’Isola del Giglio

ISOLA DEL GIGLIO. La Regione Toscana, partner del progetto “LetsGo Giglio: less alien species in the Tuscan Archipelago: new actions to protect Giglio Island habitats“, piano per proteggere l’habitat dell’isola maremmana, ha consentito l’abbattimento dei mufloni del Giglio.

La motivazione della scelta è il controllo faunistico non necessario, che viene meno anche agli accordi presi con le Associazioni animaliste coinvolte, che più volte, dal 2019, hanno diffidato la Regione sul suo progetto di abbattimento. Per questo le associazioni animaliste chiedono al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’annullamento del piano regionale che sta portando all’estinzione questa specie, mostrando i motivi scientifici e giuridici per cui i mufloni maremmani devono essere salvaguardati e protetti.

L’importanza del muflone per la biodiversità

Nel 1955 un progetto di alcuni studiosi naturalisti, fra cui Augusto Toschi e Alessandro Ghigi, ha portato questa specie, originaria dai bovidi e mammifera, in Toscana per salvaguardarla dall’estinzione. Venne scelto il Giglio per le caratteristiche simili alla Sardegna, da cui questi animali provengono.

Alcuni studi dell‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, di Sassari e di Siena, condotti nell’agosto 2022 e pubblicati sulla rivista scientifica Diversity, dimostrano che i mufloni toscani sono gli unici che mantengono alcune caratteristiche genetiche e fenotipiche sarde originarie della specie. Questa particolarità dipende dal fatto che i mufloni non possono accoppiarsi con le pecore domestiche, così non creando degli incroci. Ciò fa del mammifero gigliese un esemplare di vitale importanza per la biodiversità della specie e per non portarla all’estinzione.

L’eradicazione del muflone del Giglio rappresenta un gravissimo danno alla biodiversità, visto che porterebbe la perdita di un patrimonio genetico unico, minando non solo gli obiettivi del programma regionale, ma anche della strategia per la biodiversità 2030 dell’UE e sottoscritto dall’Italia. Inoltre, la scelta di eliminare è priva di base scientifica e illegittima, visto che viola la legge n. 157/1992 sulla Tutela della fauna, ma anche dell’art. 9 della Costituzione che pone la tutela della biodiversità tra i doveri dello Stato.

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