Mufloni al Giglio, Sammuri: «Legge chiara, vanno eradicati» | MaremmaOggi Skip to content

Mufloni al Giglio, Sammuri: «Legge chiara, vanno eradicati»

Mufloni al Giglio, il presidente del Parco, Sammuri: «Ogni anno nelle aree protette fra 10 e 20mila abbattimenti». Offese dagli animalisti, in due rinviati a giudizio
Mufloni giovani al Giglio e Giampiero Sammuri
Mufloni giovani al Giglio e Giampiero Sammuri

ISOLA DEL GIGLIO. Torna la polemica per i mufloni uccisi al Giglio. Sarà che l’isola è una perla naturalistica, certo è che se i cacciatori li uccidono al Giglio, quando la caccia è aperta in tutta la Toscana, scatenano una serie di proteste che altrove non ci sono. E fra i bersagli preferiti c’è Giampiero Sammuri, maremmano di Roccastrada, presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano.

Qualcuno ha anche esagerato, tanto che lui li ha querelati e due sono stati rinviati a giudizio.

In un’intervista rilasciata a MaremmaOggi il presidente dà il suo punto di vista su tutta la vicenda. E si toglie qualche sassolino dalle scarpe.

Mufloni, due animalisti a giudizio

Sammuri, ci risiamo, è ripartita la polemica sui mufloni del Giglio e alcuni animalisti hanno chiesto addirittura le sue dimissioni.

«Innanzi tutto sarebbe ora di non chiamarli più “mufloni del Giglio” ma “mufloni portati al Giglio”; comunque, quando si ricopre una carica pubblica si deve accettare che chi non condivide alcune scelte esprima la sue opinioni anche in maniera netta, siamo in democrazia».

Questa sua affermazione ecumenica, contrasta però con il fatto, che, proprio per la questione dei mufloni del Giglio, ha denunciato due animalisti che sono stati rinviati a giudizio.

«Ma questa è tutt’altra cosa. Un conto è esprimere opinioni frutto anche dell’ignoranza (nel senso letterale del termine, di non conoscenza, senza nessuna accezione offensiva) e di un forte sentimento nei confronti degli animali, un altro è diffamare una persona sul piano dell’onestà e della correttezza. La prima cosa non è un reato, la seconda sì, da cui la denuncia ed il rinvio a giudizio».

Lei proprio non riesce a trovare un punto d’incontro con gli animalisti.

«Non è vero, il primo accordo lo abbiamo fatto con il sig. Torlai dell’associazione “Irriducibili” per trasferire tempo addietro alcuni esemplari catturati nelle operazione di controllo della specie all’isola d’Elba; accordo poi perfezionato sempre con la collaborazione del Torlai anche per il Giglio e poi fatto anche con la più importante organizzazione animalista italiana, la Lav e con la più importante associazione ambientalista a livello globale, il Wwf; accordo per i mufloni del Giglio stipulato il 30 novembre 2021. Al di là delle parole questi accordi hanno fatto si che decine di animali invece di essere abbattuti  fossero catturati e trasferiti fuori dall’ isola e sterilizzati».

Ma se c’era un accordo allora perché non si sono mai fermate le polemiche?

«Perché evidentemente altri animalisti di altre associazioni non hanno condiviso l’accordo sottoscritto».

Ma come vi siete trovati d’accordo?

«Quando si fa un accordo ci si viene incontro. Capisco che un’associazione animalista si batta perché non vengano uccisi animali o comunque ne vengano uccisi il meno possibile. Quello che mi è sempre sfuggito in questa vicenda è perché, accanto alla difesa strenua delle poche decine di mufloni presenti all’isola del Giglio, c’è sempre stata la totale indifferenza verso i 400 all’anno che sono abbattibili a caccia in regione Toscana ogni anno e le migliaia che vengono abbattuti in Italia».

Sammuri: «La caccia al muflone è aperta ovunque, meno che in Sardegna»

Ci spieghi meglio: il muflone si può cacciare in Italia?

«Certo. È una delle 59 specie di mammiferi e uccelli cacciabili in Italia, come il cinghiale, la lepre, il fagiano, il capriolo, il cervo etc. L’unico posto dove è protetto e non si può cacciare è la Sardegna».

«Peraltro al Giglio il parco li abbatte dal 2008, quando non ero io il presidente del parco. Dal 2008 fino all’inizio del progetto di eradicazione di cui stiamo parlando ne erano già stati abbattuti un centinaio, senza che nessuno avesse mai detto nulla, eppure le operazioni di abbattimento avvenivano alla luce del sole, quindi un’azione tutto meno che segreta».

«Al Giglio il muflone non ha mai raggiunto un equilibrio con l’ambiente naturale in funzione delle risorse, ma il numero è sempre stato tenuto sotto controllo dagli abbattimenti e dalle attività di caccia. Ogni anno si abbattevano mufloni nella piena normalità».

Com’è possibile che in passato siano stati abbattuti 100 mufloni senza che nessuno abbia protestato e oggi si è generato tutto questo?

«Sono le stranezze della vita. Non è la prima volta che in politica o amministrazione mi trovo davanti a situazioni quanto meno curiose. Quello che conta veramente è che con l’eradicazione si abbatte un numero altamente inferiore di animali rispetto all’attività di controllo. Se al Giglio ci fossero 100 mufloni, abbatterne 10 l’anno per 20 anni significa averne abbattuti 200 tra l’altro senza aver risolto il problema; più aumenta l’arco temporale e più il numero degli abbattuti cresce. D’altro canto il fatto di trovarsi su un’isola rende fattibile l’eradicazione cioè è pensabile arrivare a non aver più mufloni e quindi rimuovere una delle cause di maggior danno all’integrità dei delicati ecosistemi isolani».

Sammuri: «Ogni anno in aree protette fra 10 e 20mila abbattimenti»

Ma voi siete l’unico parco che fa abbattimenti?

«Ovviamente no. Tenga conto che a livello nazionale, solo parlando di aree protette (nazionali e regionali) ogni anno vengono abbattuti in regime di controllo o eradicazione tra i 10 e i 20 mila ungulati (cinghiali, mufloni, cervi, daini, ….). Questo perchè, purtroppo, l’impatto di questi animali sugli ecosistemi può essere devastante. Tenga poi presente che in molti parchi è un’attività routinaria, nel senso che ogni anno vengono abbattuti centinaia di ungulati per mantenere l’equilibrio. La differenza con il nostro progetto di eradicazione del muflone è che una volta rimosse le poche decine di animali presenti sull’isola nessuno vi verrà più abbattuto».

Torniamo all’accordo dove vi siete incontrati e a cosa ogni parte ha rinunciato?

«Per quanto riguarda le altre parti bisognerebbe domandarlo a loro. Non so se sottoscrivere un’ accordo dove si condivideva che i mufloni all’isola del Giglio non ci dovevano stare sia stata una rinuncia per la Lav;  per il Wwf non crederei proprio, visto  che a livello internazionale sottoscrive i documenti che individuano l’eradicazione delle specie aliene nelle isole come un’azione prioritaria per la conservazione della biodiversità».

«Anzi, spesso è proprio il Wwf che promuove e cofinanzia azioni di eradicazione come ad esempio quelle nell’Isola di Macquarie, circolo antartico 1000 km a sud-ovest della Nuova Zelanda, dove sono stati eradicati conigli selvatici, ratti e topi domestici attraverso la distribuzione aerea del prodotto, proprio come abbiamo fatto noi a Montecristo».

«Noi ci siamo impegnati a sospendere gli abbattimenti ed a intensificare le operazioni di cattura». 

E lo avete fatto?

«Assolutamente sì, per oltre un anno, tra mille difficoltà, abbiamo catturato e trasferito oltre 50 mufloni e provveduto a sterilizzarli tutti come da prescrizioni».

Azioni di disturbo alle operazioni di cattura

Perché dice tra mille difficoltà?

«Perché per alcuni il muflone al Giglio ci deve restare. In un anno abbiamo avuto sistematiche azioni di disturbo alle operazioni di cattura, pedinamenti degli operatori che spesso si sono trovati anche a dover operare mentre qualcuno li riprendeva con un cellulare, danneggiamenti e furto di attrezzature e che hanno determinato numerose denunce contro ignoti».

«Ho sempre appreso con dispiacere e disappunto questo tipo di azioni, sia perchè rendono più complesso il lavoro da fare, ma soprattutto perchè, con molta probabilità, senza tutto questo disturbo saremmo riusciti a catturare e trasferire  più mufloni vivi. In conseguenza a tutte queste attività e al fine di rendere il più efficaci possibili le azioni di controllo, sono stato anche costretto a emanare un’apposita ordinanza per vietare l’ingresso in determinate zone del parco a persone che non ne avevano titolo». 

Chi si oppone al vostro progetto dice che i mufloni del Giglio hanno un patrimonio genetico unico, che fanno danni irrisori all’agricoltura, che si spendono molti soldi per una cosa inutile.

«Quando ci è arrivato lo studio che diceva del patrimonio genetico unico lo abbiamo immediatamente trasferito a Ispra p(Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) per un parere. L’istituto ci ha risposto che non cambiava niente, che dovevamo continuare con l’azione di eradicazione, sterilizzando gli individui catturati. Sullo stesso tema il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, ha ribadito il concetto rispondendo ad un’interrogazione parlamentare specifica il 9 marzo 2023».

Sammuri: «Va tutelata la biodiversità»

E i danni all’agricoltura? E i molti soldi?

«Non capisco perché ci sia chi insiste con i danni irrisori all’agricoltura, se anche fossero zero la cosa è totalmente ininfluente. L’eradicazione del muflone al Giglio, come in tutte le isole dove si fa, ha come obbiettivo la tutela della della biodiversità, cioè la flora e la fauna autoctone, e questo vale anche nelle zone dove l’agricoltura proprio non c’è».

«Per i soldi potrei rispondere in vari modi, ma forse la cosa migliore è quella di invitare le persone che hanno dubbi in tal senso a leggersi un articolo di una sua illustre collega, Milena Gabbanelli con Andrea Priante, pubblicato su dataroom del Corriere della sera dal titolo “Le specie aliene che ci minacciano”. In detto articolo la giornalista, famosa per aver denunciato più volte gli sprechi della pubblica amministrazione, rileva che lo stato italiano stanzia poche risorse per il contrasto delle specie aliene e che non riesce nemmeno a spenderle tutte».

«Conclude rilevando che, a fronte di questa carenza italiana “ci viene in soccorso anche l’Europa con i progetti Life” per un budget complessivo di oltre 75 milioni. Il progetto Letsgo Giglio è finanziato proprio con questa misura.

Comunque c’è chi dice che la scienza è divisa, che ci sono ricercatori che dicono che si deve lasciare il muflone all’isola del Giglio.

«Purtroppo la storiella che la scienza è divisa è quella che induce delle persone a diffidare della stessa. Voglio fare un esempio che può apparire esagerato, non so quanti geologi ci siano nel mondo, decine di migliaia? Centinaia di migliaia? Vuole che non se ne trovi uno che dice che la terra è piatta? Se lei lo trova e organizza una trasmissione televisiva invitandolo insieme al presidente italiano dell’ordine dei geologi, uno dirà che la terra è piatta l’altro tonda. Sono 1 contro 1 l’impressione di uno spettatore è che la scienza (sigh) sia divisa».

Un muflone adulto
Un muflone adulto

«Lo stesso vale per i vaccini o per l’evoluzione. Poi ci sono gli istituti e le organizzazioni deputati a prendere posizione su determinate cose, Nel caso della sanità, l’organizzazione mondiale della sanità ed in Italia l’istituto superiore di sanità. Nel caso dei mufloni all’Isola del Giglio noi abbiamo l’Unione Europea, l’Ispra, Il Ministero dell’Ambiente, la Iucn (la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura con oltre 5000 scienziati), la società botanica italiana, la società Italiana di ecologia, scienziati riconosciuti a livello mondiale come Boitani, Lovari, Apollonio, Meneguz, Giusti, Bologna etc., che si sono pronunciati a favore dell’eradicazione del muflone all’isola del Giglio. Poi ci sono alcuni ricercatori che si sono dichiarati contrari. La scienza è divisa».

Sammuri: «Legge chiara, eradicare le specie aliene»

E dal punto di vista normativo?

«Ecco, domanda opportuna e dirimente. Oltre a quello che dice la scienza, sicuramente importante, quello che conta è quello che dicono le leggi, in base alle quali il muflone al Giglio è una specie aliena che, se ci si riesce, è bene eradicare. Io rispetto, anche se non condivido, chi pensa che non si debba abbattere nessun muflone in Italia e che debba essere mantenuto all’isola del Giglio».

«Per farlo deve cambiare le norme, far togliere il muflone dalle specie cacciabili in Italia continentale e fare inserire quelli del Giglio tra le specie parautoctone come in Sardegna. Se questo avviene sarò il primo a rispettare le nuove normative, come detto all’inizio siamo in democrazia».

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati