Domenica il voto sulla giustizia. I 5 quesiti spiegati in modo chiaro | MaremmaOggi Skip to content

Domenica il voto sulla giustizia. I 5 quesiti spiegati in modo chiaro

Separazione delle carriere, incandidabilità, valutazione dei magistrati, elezione del Csm, misure cautelari: 5 quesiti difficili. Proviamo a spiegarveli
Il 12 giugno si vota su cinque quesiti referendari: ecco una guida semplice per capire
Il 12 giugno si vota su cinque quesiti referendari: ecco una guida semplice per capire

GROSSETO. Domenica  12 giugno, in un solo giorno dalle 7 alle 23, oltre che per le Amministrative, un migliaio i Comuni interessati in Italia, tre in Maremma, Pitigliano, Campagnatico e Manciano, si vota anche per i referendum sulla giustizia.

Sono cinque i quesiti sui quali gli italiani sono chiamati a fare una scelta.

E, va detto, sono cinque quesiti complessi, per come sono espressi sulle schede. Sono di difficile decifrazione per molti.

Intanto va chiarito che si tratta di referendum abrogativo. Nel senso che si è chiamati a dire se si vogliono abrogare, quindi cancellare, alcune norme.

Quindi

  • il SÌ cancella le norme,
  • il NO mantiene le cose come stanno, 
  • l’astensione è comunque una scelta lecita

Qui di seguito vi proviamo a spiegare in parole semplici i cinque quesiti. 

Perché i referendum siano validi serve il quorum del 50% +1 voto

Lo stabilisce la Costituzione, all’articolo 75.

  • Perché il referendum sia valido deve essere raggiunto il quorum di validità e cioè devono partecipare alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto (50%+1).
  • Perché la norma oggetto del referendum stesso sia abrogata deve essere raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

Lo spoglio delle schede del referendum sarà fatto alla chiusura dei seggi. Quello delle amministrative il lunedì, dalle 14 in poi.

Primo referendum (scheda rossa): legge Severino e incandidabilità

Il primo referendum è sull’abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.

Quesito 1 - Scheda rossa
Quesito 1 – Scheda rossa

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Il primo referendum in parole semplici

Il quesito chiede di cancellare la legge Severino che esclude dalle elezioni e dagli incarichi in politica le persone condannate. Al momento è prevista l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica (in caso di condanna sopraggiunta dopo l’elezione) per parlamentari, rappresentanti di Governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali in caso di condanna.

Con il SÌ viene abrogato il decreto e si cancella così l’automatismo: si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, serva anche l’interdizione dai pubblici uffici.

Secondo referendum (scheda arancione): misure cautelari

Il secondo referendum è sulla limitazione delle misure cautelari: si chiede l’abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e di esigenze cautelari, nel processo penale.

Quesito 2 - Scheda arancione
Quesito 2 – Scheda arancione

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Il secondo referendum in parole semplici

In fase di indagine il pubblico ministero può chiedere al Giudice per le indagini preliminari di applicare le misure cautelari, quindi limitare la libertà di un indagato. Lo chiede al Gip (Giudice per le indagini preliminari) che può acconsentire o respingere.

In caso di vittoria del SÌ è abrogata la motivazione della possibile reiterazione del reato.

L’arresto preventivo rimarrà comunque possibile nei seguenti casi: pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti. Il referendum punta quindi a mantenere il carcere cautelativo solo per chi commette i reati più gravi.

Terzo referendum (scheda gialla): separazione delle carriere dei magistrati

Il terzo referendum è sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Chiede l’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle inquirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. 

Quesito 3 - Scheda gialla
Quesito 3 – Scheda gialla

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Il terzo referendum in parole semplici

A fronte di un quesito lunghissimo, la spiegazione è molto semplice.

Se vince il SÌ si introduce nel sistema giudiziario italiano la separazione delle carriere. Ora il sistema giudiziario italiano si riassume in tre soggetti principali: la pubblica accusa (pm), la difesa (avvocati) e i giudici. 

Con la vittoria del SÌ i magistrati dovranno scegliere dall’inizio della carriera se assumere il ruolo di giudice nel processo (funzione giudicante) o quello di pubblico ministero (funzione requirente, colui che coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.

Oggi si può passare più volte dal ruolo di giudice a quello di pm e viceversa.

Quarto referendum (scheda grigia): valutazione dei magistrati

Il quarto referendum è sulla partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. La richiesta è di abrogare norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.

Quesito 4 - Scheda grigia
Quesito 4 – Scheda grigia

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Il quarto referendum in parole semplici

Il quarto referendum vuole abrogare le norme sulle competenze dei membri laici nei Consigli giudiziari.

Il Csm (Consiglio superiore della magistratura) ha anche il compito di valutare l’operato dei magistrati in base alle valutazioni che arrivano dai Consigli giudiziari, composti da cariche appartenenti alla magistratura e laici (professori universitari e avvocati) sparsi nei territori. Ad oggi la valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati viene fatta solo dai magistrati che compongono i Consigli e non dai laici.

In caso di vittoria del SÌ, anche i professori universitari e gli avvocati potrebbero dire la loro nel giudizio dei magistrati. 

Quinto referendum (scheda verde): elezione dei togati del Csm

Il quinto referendum  chiede l’abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.

Quesito 5 - Scheda verde
Quesito 5 – Scheda verde

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Il quinto referendum in parole semplici

Il quinto quesito riguarda la riforma del Csm e ha come obiettivo lo stop al sistema delle “correnti”, finite nelle polemiche dopo il caso Palamara per le nomine ai vertici delle procure. 

In caso di vittoria del SÌ sarebbe modificata la modalità con cui si eleggono i membri del Csm che è composto da membri di diritto e da membri elettivi.

I membri di diritto sono, oltre al Presidente della Repubblica (che lo presiede), il primo presidente  della Corte di cassazione e il Procuratore generale della Corte costituzionale. I membri elettivi sono per due terzi eletti da tutti i magistrati di ogni ordine e grado e per un terzo sono eletti dal Parlamento, riunito in seduta comune, a maggioranza qualificata (almeno i due terzi dei votanti).

Quindi si andrebbe a modificare il sistema di elezione della maggioranza togata.

Ad oggi un magistrato che vuole essere eletto, deve trovare dalle 25 alle 50 firme per essere eletto, quindi una sorta di cordata o corrente. In caso di vittoria del sì, verrebbe eliminata la raccolta firme e si tornerebbe alla legge del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando la candidatura.

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