Quasar e buco nero, il telescopio di Manciano scopre i confini dell'universo | MaremmaOggi Skip to content

Quasar e buco nero, il telescopio di Manciano scopre i confini dell’universo

Il cielo più buio d’Italia a Manciano consente un’osservazione da record. La luce del quasar è partita 12,9 miliardi di anni fa
L'immagine del quasar e il buio dal telescopio di Manciano, di schiena il sindaco Morini e Gianluca Masi
L’immagine del quasar e il buio dal telescopio di Manciano, di schiena il sindaco Morini e Gianluca Masi

MANCIANO. Un risultato che rappresenta un primato su scala planetaria. E la storia inizia da Manciano, anzi dal cielo di Manciano, il più stellato dell’Italia peninsulare. Proprio le condizioni uniche della volta celeste mancianese hanno permesso di ottenere un risultato di rilevanza internazionale: con un telescopio di meno di due metri di diametro si è riusciti a riprendere un quasar (ovvero un nucleo galattico attivo che ospita un buco nero super massiccio in accrescimento) oltre le lunghezze d’onda del visibile.

Uno sguardo ai confini dell’universo.

A darne notizia l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope Project, che con l’Amministrazione comunale sta lavorando per tutelare proprio quel cielo, un unicum nel panorama nazionale e non solo, un luogo dove è possibile vedere le stelle come le vedevano i nostri avi. 

Mai un telescopio si era spinto così lontano nello spazio e nel tempo

«Mai prima d’ora un telescopio di meno di due metri di diametro si era spinto così lontano nello spazio e indietro nel tempo – spiega Gianluca Masi –. Nell’aprile 2024 il nostro team aveva diffuso un altro eccezionale risultato, ovvero l’osservazione del quasar più lontano rilevabile alle lunghezze d’onda della radiazione visibile. A ottobre è stata compiuta un’altra impresa ancor più memorabile, ovvero l’osservazione del quasar PSO J006.1240+39.2219, nella costellazione di Andromeda e più lontano del quasar visto ad aprile».

La sua luce è partita 12,9 miliardi di anni fa

«Questo oggetto è così distante che la sua luce, osservata oggi dalla terra, è partita 12,9 miliardi di anni fa, quando l’universo aveva 800 milioni di anni, contro l’età attuale stimata in 13,7 miliardi di anni. L’osservazione di simili oggetti estremi presenta una doppia difficoltà: si tratta di sorgenti eccezionalmente deboli, data l’immensa distanza da noi, che non si rivelano nel visibile, bensì nell’infrarosso».

«A nostra conoscenza, mai un telescopio dal diametro inferiore ai 180 centimetri si era spinto così in profondità nello spazio e nel tempo: noi ci siamo riusciti con un telescopio di soli 350mm di diametro, anche grazie alla purezza del cielo notturno del luogo. La nostra osservazione, a quanto ci risulta, è inoltre la più profonda mai effettuata da uno strumento operante dal territorio italiano».

Il cielo di Manciano è il più puro da inquinamento luminoso

Un risultato che sarebbe stato giudicato impossibile prima di questa epocale impresa del Virtual Telescope Project e a cui contribuisce significativamente la qualità del sito osservativo, Manciano, il più puro da inquinamento luminoso dell’Italia peninsulare.

«Gianluca Masi è un’eccellenza del settore – spiega il sindaco di Manciano, Mirco Morini –: il nostro cielo, come diciamo da tempo, deve essere tutelato perché è veramente un patrimonio non solo per noi che viviamo a Manciano ma per tutti e per la ricerca scientifica. A nome di tutta l’Amministrazione e della mia comunità ringrazio Gianluca di cuore, che oltre ad essere un eccellente e appassionato professionista è una persona meravigliosa che ama il nostro territorio». 

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