Quando fui votato al Colle. E poi mi presero per morto | MaremmaOggi Skip to content

Quando fui votato al Colle. E poi mi presero per morto

Sette anni fa un post scherzoso su Facebook. Ma Monica Faenzi mi votò davvero. E gli inservienti della Camera mi scambiarono per un architetto deceduto
Sergio Mattarella e Laura Boldrini
Sergio Mattarella con Laura Boldrini dopo l’elezione del 31 gennaio 2015

GROSSETO. Presi un voto per salire al Colle, 7 anni fa. Ma poi mi presero per morto. E cancellarono i voti della seconda tornata.

Questa storia divertente e un po’ assurda iniziò per gioco. Era il 14 gennaio del 2015, mancavano pochi giorni all’elezione del presidente della Repubblica e io avevo da poco compiuto 50 anni, età minima per essere eletti al Colle.

Come ogni volta non c’era un accordo fra i partiti, i nomi si rincorrevano, fra veti e contro-veti, finché, dopo la terza votazione, dalla quarta è sufficiente la maggioranza assoluta e non più quella qualificata di 2/3, fu trovata l’intesa su Sergio Mattarella.

Così feci un post su Facebook: «Ho cinquant’anni e se volessi cambiare vita? Mi candido ufficialmente alla presidenza della Repubblica, meglio di Veltroni sarò». Con tanto di hashtag #fiorinialcolle. Una roba da social, per ridere con gli amici. E ci taggai alcuni parlamentari toscani che conosco bene.

Ma qualcuno mi prese sul serio. O quasi. Perché nelle trattative serrate, ma inconcludenti, dei primi giorni la deputata maremmana Monica Faenzi volle lanciare un segnale. Mi chiamò, dall’aula, il 29 gennaio, giorno della prima votazione, e mi disse: «Sai che c’è? Io ti voto davvero. Vediamo che succede».

Monica Faenzi
Monica Faenzi

La Boldrini legge il voto: «Guido Fiorini»

E così fece. Tanto che la presidente della Camera, Laura Boldrini, pur trovandosi fra le mani la scheda con un nome per lei sconosciuto, lesse ad alta voce il mio voto “Guido Fiorini”.

 

Ma pareva solo la conclusione di una trovata ad effetto. Invece c’era ancora da scrivere molto.

Perché alla seconda votazione, che ancora non avrebbe dato un risultato perché non c’era accordo, Monica Faenzi convinse altri due parlamentari toscani a votarmi (Andrea Manciulli e Luca Sani). Mi chiamò e me lo disse: «A questo giro ne prendi tre

Guardo l’intero scrutinio ma, niente! Neppure un voto.

Chiamo la Faenzi e le chiedo: «Avete cambiato idea?». Macché, non l’aveva cambiata. Ma era una furia. Perché i voti c’erano, ma erano stati cancellati. Spariti, puff, annullati.

Cos’era successo? Semplice e assurdo insieme. Gli inservienti della Camera, dopo la prima votazione, si chiedevano chi fosse quel Guido Fiorini votato al primo scrutinio. E, con una ricerca di alto valore scientifico, in sostanza misero il nome su Google, “scoprirono” che ero morto.

Perché se mettete Guido Fiorini su Google arrivo… secondo. Il primo risultato è un profilo Wikipedia di un Guido Fiorini, bolognese, architetto e scenografo. Morto nel 1965, l’anno dopo la mia nascita. Certo, scendendo Google parla anche di me, allora riportava i miei articoli sul Tirreno, ora al secondo posto c’è il mio profilo Linkedin.

Ma per l’alta ricerca scientifica degli inservienti della Camera il primo risultato nel serp (search engine results page) bastava e avanzava. E i voti a un morto non sono ammessi, così i tre della seconda votazione furono annullati.

Secondo voi la spiegazione sarebbe bastata per la Faenzi? Assolutamente no. Fece un casino unico: «Mi hanno detto gli inservienti che avrei dovuto dichiararlo subito, peccato che il voto sia a scrutinio segreto».

Passò anche un comunicato piccatissimo all’Ansa, peraltro ripreso da molti giornali. Io raccontai la storia sul Tirreno.

L'articolo su Il Giornale
L’articolo su Il Giornale

Ne nacque un caso, ma tanto io volevo continuare a fare il giornalista…

Mentre Monica Faenzi ha lasciato la politica attiva e ora fa (bene) la ristoratrice a Sticciano, alla Stanzetta.

Sette anni cambiano tante cose.

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