ORBETELLO. Secondo ricorso al Consiglio di stato contro la sentenza del Tar della Toscana sul porto di Talamone. Dopo quello della società Porto di Talamone, ha fatto ricorso incidentale anche il Comune di Orbetello.
Il Comune ha deciso fare un proprio ricorso, quindi non “accodandosi” a quello già fatto, semplicemente costituendosi, con l’intenzione di fare poi istanza di anticipazione dell’udienza. Udienza che, però, visti anche i tempi della giustizia amministrativa, è stata fissata per il prossimo 2 dicembre, quindi abbastanza vicina.
Certo è che il Comune aveva detto che avrebbe accettato la sentenza del Tar (QUI le dichiarazioni di Casamenti), lasciando la questione fra privati, quindi fra Porto di Talamone e diportisti del Consorzio Il Molo di Talamone. Così non è stato.
Peraltro più passa il tempo, più si pone il problema delle concessioni, che hanno una scadenza. La vicenda è intricata, staremo a vedere.
Unimpresa: «Dal Comune decisione grave»
Unimpresa, con la presidente Giovanna Ferrara, interviene sulla vicenda.
«Il Comune di Orbetello – scrivono – ha deciso di impugnare la sentenza del Tar Toscana che, il 20 febbraio scorso, ha annullato in toto la procedura per la trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico. Il ricorso è stato depositato presso il Consiglio di Stato il 26 maggio, che ha già fissato l’udienza pubblica per il prossimo 2 dicembre».
Secondo Unimpresa la decisione dell’Amministrazione comunale arriva a sorpresa e rappresenta un clamoroso passo indietro rispetto alle dichiarazioni rilasciate nelle settimane successive alla sentenza, quando il sindaco Andrea Casamenti aveva auspicato un percorso condiviso tra tutti gli operatori del porto e un nuovo clima di dialogo.
«Con questo ricorso, invece, il Comune si allinea ufficialmente alla posizione della società Porto Turistico di Talamone, già protagonista del blitz di Ferragosto e destinataria della concessione annullata dai giudici amministrativi per gravi violazioni dei principi di trasparenza, partecipazione e imparzialità».
«La scelta del Comune di Orbetello è gravissima. Impugnare una sentenza così netta e fondata come quella del Tar, che ha smascherato una procedura pasticciata, opaca e contraria all’interesse pubblico, significa ignorare completamente le ragioni della comunità locale e rifiutare ogni ipotesi di ricostruzione del dialogo. Ci eravamo illusi che l’amministrazione avesse finalmente compreso la necessità di coinvolgere tutti i soggetti, a partire dall’80% degli operatori tagliati fuori da questo progetto. Invece si è scelto di proseguire sulla strada del muro contro muro, difendendo una gara che non ha mai avuto i requisiti minimi di correttezza amministrativa».
«Unimpresa sarà al fianco di chi difende la legalità, la concorrenza e la sostenibilità delle concessioni marittime. Speriamo che il Consiglio di Stato confermi quanto già stabilito dal Tar: l’interesse collettivo viene prima dei giochi di potere e degli accordi ristretti tra pochi. Non permetteremo che Talamone diventi un laboratorio di sperimentazioni speculative a scapito dei cittadini, delle imprese locali e del tessuto sociale del territorio».
Una vicenda iniziata nell’agosto del 2024
Così Unimpresa ricostruisce la vicenda.
«La vicenda ha avuto inizio nell’agosto 2024, quando il Comune di Orbetello, con un’accelerazione sorprendente a ridosso di Ferragosto 2024, ha approvato un progetto per la trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico, affidando la procedura – per il tramite di una corsia preferenziale – alla neo-costituita Società Porto Turistico di Talamone srl, composta da un ristretto gruppo di imprenditori locali».
«Il progetto, da oltre 42 milioni di euro, è stato approvato nonostante la società disponesse, all’epoca, di appena 45.000 euro in cassa e rappresentasse solo il 20% degli operatori attivi sul porticciolo. La decisione ha suscitato forti proteste da parte del consorzio Il Molo di Talamone, che riunisce l’80% degli attuali concessionari, e del comitato Salviamo Talamone. Dopo settimane di mobilitazione, ricorsi e interrogazioni parlamentari, il 20 febbraio 2025 il Tar della Toscana ha annullato l’intera procedura, giudicandola “radicalmente illegittima” per violazione dei principi di trasparenza, partecipazione e coerenza con la pianificazione urbanistica».
Nonostante ciò, il Comune ha ora deciso di appellarsi al Consiglio di Stato, tornando di fatto a sostenere un progetto che i giudici avevano bocciato in modo inequivocabile.
«Mentre il Comune di Orbetello spreca tempo e risorse pubbliche per difendere in tribunale un progetto bocciato dal Tar, le vere emergenze del territorio vengono ignorate. A Talamone, le condizioni delle spiagge e delle infrastrutture costiere sono sempre più critiche: la frana che ha colpito la spiaggia del Cannone è solo l’ultimo episodio di un degrado annunciato. Le mura storiche e la Rocca medievale versano in stato di abbandono, mentre la balaustra di accesso al Bagno delle Donne è pericolante da anni».
«La priorità, oggi, dovrebbe essere la messa in sicurezza del litorale e la tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico, non l’accanimento legale su un progetto inutile e dannoso. Il Comune torni a occuparsi del bene pubblico e della sicurezza dei cittadini e dei turisti, prima che l’incuria produca conseguenze irreversibili».
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