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Porticciolo sequestrato a Campese, chi sono i 19 indagati

Tutti i nomi dell’inchiesta, indagati a vario titolo. Ma il giudice fa notare: «Non ci sono gli estremi per l’abuso d’ufficio»
Il sequestro da parte della guardia costiera a Giglio Campese
Il sequestro da parte della guardia costiera a Giglio Campese

CAMPESE (Isola del Giglio). Il sequestro preventivo dello spazio di mare di 4000 mq adibito a porticciolo a Campese fa discutere l’intera isola del Giglio.

Oltre al sindaco Sergio Ortelli sono indagati anche i membri del consiglio comunale , il responsabile dei settori urbanistica e demanio del Comune e i titolari delle aziende operanti in quello stesso specchio d’acqua.

Un sequestro preventivo che il giudice Sergio Compagnucci ha accordato, facendo al tempo stesso notare, però, che non sussistano le condizioni dell’abuso d’ufficio, visto che gli atti sono serviti solo a risolvere la problematica d’ormeggio a Campese e non a dare un vantaggio a qualcuno a dispetto di altri.

19 indagati, a partire dal sindaco Ortelli

Questi i 19 indagati

  1. Sergio Ortelli, 67 anni;
  2. Alessandro Petrini 58 anni;
  3. Luca Mibelli, 38 anni;
  4. Matteo Coppa, 35 anni;
  5. Cosimo Pini, 54 anni;
  6. Guido Cossu, 66 anni;
  7. Enrico Lubrani, 58 anni;
  8. Walter Rossi, 58 anni;
  9. Alessandro Brizzi, 52 anni;
  10. Josef Reiner Krumbach, 56 anni;
  11. Andrea Criscito, 50 anni;
  12. Aldo Baffigi Aldo, 62 anni;
  13. Giovanni Pellegrini, 73 anni;
  14. Luan Inacio Dos Santos, 33 anni;
  15. Silvano Brizzi, 50 anni;
  16. Angelo Milano, 49 anni;
  17. Danilo Acri, 44 anni;
  18. Raimondo Lampis, 69 anni;
  19. Stefano Pasquali, 37 anni.

I reati contestati dal pubblico ministero

I reati contestati dal pubblico ministero Salvatore Ferraro variano: al sindaco Ortelli, al responsabile dei settori urbanistica e demanio Petrini e al Mibelli, al Coppa, al Pini, al Cossu, al Lubrani, al Rossi e al Brizzi, componenti del consiglio comunale, il Pm contesta l’abuso d’ufficio in concorso fra loro in quanto “procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale a tutti coloro che, dall’anno 2019, occupavano l’area demaniale del porticciolo di Campese”.

Il pm porta come prove le ordinanze del sindaco per il divieto di balneazione per consentire gli ormeggi, le determine del dirigente Petrini per installazione e rimozione degli ormeggi e, infine, la delibera del consiglio comunale che consentiva l’installazione nel porticciolo di Campese di una corda o fune metallica per l’ormeggio temporaneo, modificando il regolamento edilizio comunale.

Agli stessi, più il Krumbach, il Criscito, il Baffigi, il Pellegrini, l’Inacio Dos Santos, il Brizzi, il Milano, l’Acri, il Lampis e il Pasquali, tutti titolari delle aziende operanti nel porticciolo, il pm contesta che in assenza della concessione occupavano abusivamente la superficie demaniale marittima di 4000 mq a Campese.

L’inchiesta nasce da una serie di rilievi, anche fotografici, effettuati dalla guardia costiera, a testimonianza degli ormeggi e dell’attività di noleggio di imbarcazioni nello specchio di mare.

Emerge anche che, oltre dieci anni fa, cioè nel 2012, il Comune aveva fatto richiesta di una concessione demaniale marittima, incaricando l’ingegner Davide Saltari di uno studio preliminare. Ma la Regione, con una nota del dirigente Fabrizio Morelli, l’aveva negata, perché doveva essere prima approvato il piano strutturale del regolamento urbanistico.

Pur senza concessione la zona è sempre stata utilizzata come ormeggio, tanto che nel 2016 il consiglio comunale approvava anche il regolamento per la gestione transitoria dello specchio d’acqua, che non avrebbe potuto avere durata superiore a 90 giorni all’anno.

Le barche ormeggiate a Campese in Google Earth, immagine del 10 agosto 2019
Le barche ormeggiate a Campese in Google Earth, immagine del 10 agosto 2019

Il giudice: «Non c’è abuso d’ufficio»

In una materia molto complessa, che nel corso del tempo ha visto sovrapporsi molte norme, alcune delle quali anche in contrasto fra loro, il giudice Sergio Compagnucci, che pur ha accordato il sequestro dell’area e dei natanti, non ravvisa il reato di abuso d’ufficio.

Il giudice non condivide la tesi del Pm, secondo cui le autorità comunali avrebbero agito per favorire determinati soggetti a discapito della collettività.

Il giudice nota che gli indagati abbiano agito per porre rimedio a una problematica oggettiva riguardante l’ormeggio in quello specchio d’acqua.

In sostanza di fronte a un uso andato avanti negli anni di utilizzare quello specchio d’acqua per l’ormeggio di natanti di piccole dimensioni, non soltanto da parte di alcuni titolari delle ditte di noleggio, ma anche di turisti non residenti, le autorità comunali hanno cercato di trovare una soluzione transitoria.

Soluzione – nota il giudice – censurabile; ma ciò non significa che l’intenzione fosse quella di favorire alcuni soggetti a discapito di altri.

 

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