GROSSETO. Assolta, perché incapace di intendere e volere. È finito così il processo celebrato con il rito abbreviato che vedeva imputata, di fronte al giudice Sergio Compagnucci, una donna di 40 anni, arrestata il 10 ottobre del 2022 dai carabinieri, dopo che aveva ridotto in fin di vita l’anziana zia che da qualche tempo l’aveva ospitata. «Credevo che fosse il demonio», aveva spiegato durante l’interrogatorio.
Il dramma si era consumato in un appartamento in via Bonghi, dove erano intervenuti i carabinieri. La donna era a processo per tentato omicidio.
Picchia la zia e maltratta i genitori
Difesa dall’avvocato Lorenzo Mascagni, la quarantenne, da quando è stata scarcerata, vive in una comunità dove dovrà restare per altri tre anni. Il giudice infatti, ha disposto nei suoi confronti la libertà vigilata, che la donna dovrà scontare nella stessa struttura che l’ha accolta più di sei mesi fa.
L’avvocato Mascagni aveva infatti chiesto che la quarantenne fosse sottoposta a una perizia psichiatrica, dalla quale è risultata incapace di intendere e volere.
Accusata dal sostituto procuratore Giampaolo Melchionna di tentato omicidio, in aula sono stati riuniti i due procedimenti: quello appunto che riguardava l’aggressione alla zia, assistita dall’avvocato Roberto Burzi, e quello che invece riguardava diversi episodi di maltrattamento nei confronti dei genitori.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro il 30 giugno.

45 anni, redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l’ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi
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