Affidato ai servizi sociali, picchia la moglie. Arrestato | MaremmaOggi Skip to content

Affidato ai servizi sociali, picchia la moglie. Arrestato

È successo a Follonica. Aveva una pena alternativa al carcere, ma dopo l’episodio è stato riportato dentro. La donna in lacrime in strada col bimbo piccolo
La caserma dei carabinieri di Follonica
La caserma dei carabinieri di Follonica

FOLLONICA. I carabinieri della Compagnia di Follonica  hanno arrestato un 28enne, italiano con precedenti, per maltrattamenti contro familiari. L’uomo stava già scontando una pena di 2 anni ed 8 mesi, sotto forma dell’affidamento in prova ai servizi sociali, come misura alternativa, ed ovviamente più favorevole alla detenzione, per una condanna per un furto da lui commesso in precedenza.

All’uomo quindi era stato concesso un percorso agevolato per scontare la pena, ma ciò non è valso in quest’occasione ad evitargli il carcere: l’interessato è stato infatti condotto in carcere dai carabinieri per fatti avvenuti il 30 settembre scorso.

I carabinieri erano intervenuti presso l’abitazione dell’uomo, dopo che la sua compagna, per una lite violenta, aveva chiesto aiuto perché era stata malmenata. Per evitare ulteriori conseguenze, la donna era scappata dall’abitazione con il figlio di pochi anni.

All’arrivo dei militari, la donna, probabilmente in stato gravidanza, era stata trovata in lacrime, e disperata aveva raccontato la tensione che viveva tra le mura domestiche, a causa di quel rapporto sempre più burrascoso dovuto alla eccessiva gelosia del suo compagno.

Trasportata al pronto soccorso, le era stato diagnosticato un trauma da percosse con prognosi di 10 giorni. I carabinieri erano poi entrati in casa, trovando l’uomo nervoso, poco collaborativo, alterato forse anche dall’uso eccessivo di alcol.

Messa in sicurezza la donna, i militari hanno rapportato l’episodio accaduto all’Autorità Giudiziaria competente, in questo caso l’Ufficio di Sorveglianza di Siena, evidenziando il comportamento dell’uomo, tutt’altro che irreprensibile, nonostante i benefici ricevuti tramite la messa in prova.

Ne è scaturito così l’aggravamento della misura in atto, con ordine di traduzione in carcere.

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati