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Peschi in fiore e Ombrone in affanno: «Siamo solo a febbraio»

Coldiretti: «Preoccupa anche l’Albegna, lo spettro della siccità anticipata incombe sul mondo agricolo. Nel 2022 la Toscana ha perso 100 milioni di euro» e il 2023 non promette bene»
La siccità in un corso d'acqua
La portata dell’Ombrone è in calo e l’Albegna presenta già i primi segni di una severa siccità

GROSSETO. Siamo solo alla fine di febbraio e le coltivazioni già sono a rischio siccità. In molte zone non piove da più di 30 giorni. Sono a rischio non solo le semine di frumento, orzo e avena in campo ma anche la crescita dei fieni. La pioggia attesa nei prossimi giorni potrà salvare il raccolto, ma il rischio siccità resta elevato in previsione dell’estate.

Siamo in inverno e già manca l’acqua

«È febbraio ma già si torna a parlare di siccità – dice Coldiretti – I peschi sono in fiore come in primavera, la portata dell’Ombrone è in calo e torna a preoccupare e l’Albegna si trova in una condizione di siccità già severa. Le precipitazioni sono scarsissime. In molti territori non piove da più di un mese – aggiunge l’associazione – nella zona di Orbetello da 38 giorni secondo le rilevazioni del Sistema idrogeologico della Regione».

Gli agricoltori aspettano un po’ di pioggia, anche solo per salvare le semine autunno-vernine. E mentre da una parte non piove, dall’altra le prime gemme premature sono esposte a rischio gelate.

Coldiretti Grosseto spera ora nell’arrivo dell’annunciata perturbazione «Pioggia e neve sono importanti per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni – dice l’associazione di categoria – per preparare le semine primaverili. In una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30% è importante che in questi giorni piova».

Pesco in fiore
Pesco in fiore

Nel 2022 la siccità è costata, solo alla Toscana, 100 milioni di euro

Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana spiega che: «Per effetto dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi, nel 2022 il 10% dei raccolti è andato perso con la sola siccità. Alla sola agricoltura maremmana è costata 100 milioni di euro».

Le preoccupazioni principali provengono dal settore cerealicolo. «Le piogge di novembre e dicembre avevano ritardato le lavorazioni in campo e la messa a dimora delle semine autunno vernine che sono slittate a gennaio e febbraio – dice Filippi – Nel momento in cui avrebbero avuto bisogno di acqua, non piove. Il rischio è che le semine di frumento duro, frumento tenero, orzo e farro non germoglino perché imprigionati sotto il terreno indurito o che soffrano compromettendo il prossimo raccolto».

«Per la Maremma, considerato il granaio della regione, sarebbe un disastro»

C’è molta preoccupazione anche per i raccolti di fieno. Considerato anche il grande numero di allevamenti in Maremma e i prezzi ancora molto elevati delle materie prime. «A oggi, nello scenario attuale, le probabilità di ritrovare ad affrontare un’altra stagione in piena emergenza siccità sono molto elevate. Ecco perché è necessario accelerare sul piano invasi» precisa Filippi.

La Regione, su iniziativa del governatore Giani, ha attivato un tavolo di cui Coldiretti fa parte. «L’obiettivo – dice Filippi – è quello di varare una normativa che consenta alle imprese agricole di rimettere in funzione e ripristinare oltre 16 mila piccoli invasi. Sono già presenti nella nostra regione ma la burocrazia li rende impossibile da ripristinare. Laghetti ed invasi aziendali non assicurano solo acqua all’agricoltura – aggiunge – ma sono un presidio di prevenzione e lotta agli incendi».

L’altro effetto del clima anomalo con caldo ben al di sopra della media e piogge assenti è quello di ritrovarsi con ortaggi in maturazione precoce. Ma anche con piante da frutto in fioritura, con il rischio che il probabile ritorno del freddo e del gelo distrugga i raccolti.

Le nuove tecnologie contro i cambiamenti climatici

Coldiretti punta sulle nuove tecnologie per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici promuovendo l’uso razionale dell’acqua, sviluppando sistemi di irrigazione a basso impatto e colture meno idro-esigenti. «Devono andare in questa direzione la nuova Pac, la Politica agricola comune e le scelte della Regione Toscana – dice Coldiretti – grazie alla collaborazione con la vicepresidente, Stefania Saccardi, attraverso il complemento dello Sviluppo Rurale 2023 – 2027».

«La nostra agricoltura resta competitiva se investe sulle nuove tecnologie – conclude Milena Sanna, direttrice Coldiretti Grosseto – È una forte spinta anche alla nascita di nuove imprese giovanili. La tecnologia è una risposta anche all’emergenza climatica e agli effetti della guerra sui costi di produzione. La disponibilità di acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare ed agroalimentare di qualità regionale».

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