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Intervista il Governo Biden per un compito in classe

Negli USA con una borsa di studio di Intercultura, Andrea Fantini studia in un liceo locale e per un documentario sulle politiche di genere ha intervistato la direttrice Tiffany Boiman
Andrea Emma Fantini con alle spalle il Washington Monument

FOLLONICA. Una borsa di studio con Intercultura, e parte per fare un anno di liceo negli U.S.A. Andrea Emma Fantini  approda nell’estate 2021 a Rockville, nello stato del Maryland, un abitato di circa 60.000 abitanti, a due passi dalla capitale degli States, Washington. E grazie a questa possibilità, la diciassettenne follonichese è riuscita a intervistare Tiffany Boiman, la direttrice dell’agenzia governativa che si occupa delle politiche rivolte alle donne.

La scelta di Andrea

Anziché frequentare il quarto anno di liceo a Follonica, grazie alla borsa di studio, Andrea studia al liceo locale (Rockville High School) che lascerà nell’estate 2022, quando tornerà in Italia per finire il percorso di studi nel suo liceo.

Vive in una famiglia che la ospita, come fanno tutti gli studenti che partecipano al programma. «Mi trovo molto bene – dice –  e da figlia unica come sono, qui ho acquistato anche un temporaneo fratello di 6 anni. Abito in una zona che ospita molte culture differenti, ci sono molti latino e afroamericani, e c’è anche molta integrazione per le diversità, non mi sono sentita estranea almeno nel mio ambiente».

La Rockville High School

Subito mette in guardia sull’immagine che abbiamo dei licei americani che è – dice – parzialmente stereotipata: «C’è un grande spirito scolastico, un attaccamento forte alla propria scuola. Gli armadietti non li usiamo mai, a differenza di quello che si vede nei film – racconta Andrea Fantini –  ho pochi libri di testo che uso soprattutto a casa. Di simile a quello che vediamo in tv c’è la frequentazione delle classi. Qui ognuno sceglie i corsi anche se ce ne sono alcuni obbligatori, altri si possono scegliere liberamente. Essendo qua solo un anno ho discreta libertà di scelta, e potendo farlo, con i corsi può capitare che prima tu sia in una classe con una ventina di studenti a seguire una materia, e dopo sia in un’altra con 10 a seguire tutt’altro. Le classi non hanno sempre i banchi singoli in fila che a volte si vedono nei film, sono anche riuniti in gruppo, utili a fare anche i compiti in team che ci assegnano».

«Oltre a un rapporto coi professori più diretto – precisa Andrea – lo studio inteso come in Italia è veramente poco frequente. Qua si fanno molte ricerche e compiti a casa anche. Compiti che vengono valutati, e che possono essere molto elaborati. Dipende tanto anche dalla materia, però è diverso anche come è strutturato l’apprendimento le interrogazioni sono praticamente inesistenti, tutto è molto incentrato sugli elaborati».

Foto di una partita di football della Rockville High School nell’autunno 2021

«Gli sport poi – continua Andrea – vengono per la maggior parte fatti a scuola, io faccio pallavolo ad esempio, e tramite lo sport ho avuto l’occasione di entrare nell’ambiente scolastico prima dell’inizio delle lezioni, così ho conosciuto diverse amiche prima che la scuola aprisse. Le prime settimane sono servite ad ambientarsi, cambiando classe ogni ora vedi molte persone, però conoscerle è più difficile farlo a scuola. Il programma Intercultura poi permette comunque di fare incontri tra chi ha avuto borse di studio come me, ragazzi e ragazze di varie nazionalità, non solo italiana, utile anche per confrontarsi con qualcuno che sta vivendo la tua stessa esperienza».

Dal compito in classe all’intervista al Governo

Da un semplice compito in classe è nato tutto, racconta Andrea: «Nella mia classe di inglese la nostra professoressa ha proposto di realizzare un documentario, da fare da soli o in gruppo e io ho scelto di farlo da sola. Il documentario era da proporre su un portale che si occupa di informazione online, che aveva indetto un concorso, e potevamo partecipare con questo compito assegnato. Per rispettare il concorso, andava fatto un documentario che analizzasse come il Governo USA incide sulla vita dei cittadini riguardo un determinato tema, come il governo federale lo affronta insomma».

Il portale web forniva degli strumenti per fare il documentario, come grafiche, parti di video, e Andrea ha deciso di metterci ulteriormente del suo provando ad intervistare Tiffany Boiman, direttrice dell’agenzia governativa che (all’interno del Dipartimento del lavoro) si occupa delle politiche rivolte alle donne.

«Ho mandato molte email per avere un contributo autorevole, e quando l’agenzia ha risposto, subito dopo la mia richiesta, è bastato che ricevesse l’autorizzazione governativa e abbiamo fatto l’intervista. – spiega – Sono stati tutti molto gentili,  è stata una bella esperienza e il suo contributo è stato fondamentale per il mio breve documentario, che parla appunto della questione femminile negli USA. Ricevere un contributo diretto da una costola del Governo mi ha personalmente onorato ed arricchito».

Andrea ha scelto appunto un tema a impronta femminista: «L’ho scelto perché sono molto interessata al femminismo, ho scelto di trattare la disparità di salario tra uomini e donne. Al giorno d’oggi una donna guadagna 82 cent per ogni dollaro che guadagna invece un uomo. E guadagna anche meno se la donna è di colore o ispanica. Quello che si vede dal video è che delle leggi che parlano di uguaglianza, ci sono, il problema è che non ci sono politiche che incidono concretamente, aiutando le donne o le famiglie dal punto di vista sanitario o dei figli ad esempio. Le donne guadagnano spesso meno perché tendono a scegliere lavori che danno meno impegno per il tempo, come i part-time, così hanno più tempo per farsi carico degli affari della famiglia. Ci dovrebbe essere più assistenza alle famiglie, più diritto di poter lasciare lavoro quando nasce un figlio sia per il padre che per la madre. Gli argomenti del documentario credo possano essere trattati allo stesso modo anche in Italia». Il video, un pregevole contributo ai temi trattati, è stato inviato al portale web in attesa che per il concorso inizi la fase di valutazione.

Andrea intanto continuerà gli studi a Rockville e tornerà questa estate a Follonica. Alla domanda, prematura, su cosa pensa di fare nel suo futuro, risponde: «Una volta finito il liceo mi piacerebbe fare l’università – dice –  forse matematica, ma non ho un’idea ben precisa. Sicuramente questa esperienza formativa mi è servita a capire come funziona il mondo anche qua, e una cosa che vorrò continuare a coltivare una volta tornata in Italia, sarà curarmi dell’informazione sui diritti umani e civili».

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