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Partecipate, il grosso pasticcio dei compensi ai pensionati

La legge e il parere della Corte dei conti parlano chiaro. In una partecipata non può essere nominato un pensionato con compenso. E Vasellini è in pensione. Il giallo del verbale dell’assemblea di lunedì 28, non ancora pronto e neppure firmato
La sede di Sistema in via Monterosa, nell'ex mattatoio pubblico e il sindaco con il nuovo Cda della società in house partecipata al 100% dal Comune
La sede di Sistema in via Monterosa, nell’ex mattatoio pubblico e il sindaco con il nuovo Cda della società in house partecipata al 100% dal Comune

GROSSETO. Un pasticcio gigante, dal quale non sembra facile uscire. La nomina da parte del sindaco, in assemblea, di Amedeo Vasellini a presidente di Sistema Srl, società in house partecipata al 100% dal Comune, rischia di diventare un caso con poche vie d’uscita.

Sia perché il sindaco lo ha nominato in assemblea, dichiarando anche il compenso (23mila euro, ndr), oltre a quelli degli altri due componenti (7000, ndr) e della stessa assemblea deve essere redatto il verbale. Lo stesso sindaco sempre lunedì 28/4 ha firmato il decreto di nomina (QUI per leggerlo). Decreto che, fra gli allegati (non pubblicati, ndr) ci sono anche le autodichiarazioni dei nominati, sulla propria posizione.

Sia perché, negli ultimi anni, altri pensionati sono stati nominati, non solo in Sistema. E anche pagati.

Andiamo con ordine.

Amedeo Vasellini, imprenditore, percepisce una pensione. E l’articolo 9 comma 5, del Dl 95/2012, stabilisce con chiarezza che un pensionato non può prendere compensi se nominato nel Cda di una partecipata. Il caso l’ha fatto emergere, qualche giorno fa, il consigliere Giacomo Gori, che aveva anche chiesto al sindaco di attendere il consiglio del 30, prima di annunciare le nomine,

Peraltro Vasellini è anche nel Cda di Grossetofiere.

Il parere della Corte dei Conti: «Compenso vietato»

A togliere dubbi su questo, oltre alla legge, c’è anche un parere della Corte dei Conti lombarda. Con delibera 28/2019, rispondendo a un quesito del sindaco di Bollate (vicino a Milano) ha ribadito che rientra nell’ampio alveo degli interventi legislativi volti alla riduzione della spesa delle pubbliche amministrazioni, il divieto posto dall’articolo 5, comma 9, del Dl 95/2012 a mezzo del quale non è possibile conferire incarichi retribuiti a soggetti, già dipendenti pubblici o privati, in quiescenza.

Il rappresentante legale dell’ente aveva chiesto: “…di conoscere se, le restrizioni legislative in tema di divieto di attribuzione di incarichi di Governo retribuiti a soggetti collocati in quiescenza si applicano anche: a) al Presidente/componente Cda di una Srl – in house – controllata al 100% dal Comune, designato dal Comune stesso, nominato, ai sensi del combinato disposto degli artt. 20 e 23 dello Statuto societario, dall’assemblea dei soci nel 2016 – 2 nomina ratificata poi dal CdA – e andato in quiescenza successivamente nel 2017 nel corso del suo mandato, che scadrà nel 2019. (…) b) in caso di applicazione del divieto sopraccitato, l’Amministrazione deve richiedere al presidente/componente CdA, che ha continuato a percepire la relativa indennità dopo lo stato di messa in quiescenza, il rimborso di quanto ricevuto?…

Con la delibera il giudice del controllo ha ribadito il divieto sancito dalla norma di riferimento anche in riferimento alla posizione assunta dal giudice di legittimità costituzionale (sentenza n. 124/2017), che ritiene il detto veto si collega al carattere limitato delle risorse pubbliche, che giustifica la necessità di una predeterminazione complessiva – e modellata su un parametro prevedibile e certo – delle risorse che l’amministrazione può corrispondere a titolo di retribuzioni e pensioni.

Per questo il collegio, con riferimento al primo quesito sottoposto, ha chiarito che la possibilità da parte di un ente pubblico territoriale, quale il Comune, di conferire cariche in organi di governo di enti e società controllate a soggetti titolari di pensione è consentita solo nel caso in cui l’incarico de quo sia a titolo gratuito.

È, infatti, vietata la corresponsione di un compenso a soggetti collocati in quiescenza.

Se nel corso dell’espletamento del mandato sussiste una modifica dello status, da dipendente a pensionato, corre l’obbligo per l’organismo partecipato di sospendere qualsiasi corresponsione del compenso e ove corrisposto sarà sempre la società partecipata e non l’amministrazione detenente la totalità del capitale, a porre in essere tutte le procedure finalizzate al recupero di quanto indebitamente percepito. 

Quindi gli enti locali partecipano alle politiche di spending review, cosa che si attua anche con la possibilità di attribuire incarichi a titolo, esclusivamente gratuito, nei confronti di ex lavoratori, pubblici e privati, in quiescenza.

L’assemblea di lunedì e il verbale

Tutto parte dall’assemblea di Sistema di lunedì 28 scorso, alla quale c’erano una decina di persone. Nel corso della quale il sindaco ha nominato Vasellini, Ferretti, Piu e Lozzi, dichiarando anche i compensi.

Su quell’assemblea deve essere redatto un verbale, non ancora fatto, che deve firmare il presidente uscente, Mauro Squarcia. E certo non firmerà il falso.

Mauro è un imprenditore, ha da tutelare prima di tutto le sue aziende, certo non rischia per fare un favore all’Amministrazione. Peraltro ha da gestire anche la frattura profonda fra Amministrazione e Confartigianato associazione che, prima del secondo mandato di Vivarelli Colonna, si schierò per lui in modo palese. E ora si sente tradita.

Intanto il segretario comunale ha firmato il decreto di nomina. Nel quale scrive che il compenso al Cda (nel suo complesso) sarà stabilito dall’assemblea dei soci. Ne parla in generale, senza indicare i nomi, per cui si sente tranquillo.

Resta il fatto che Vasellini, legge alla mano, il presidente pagato non lo può fare. E dubbi ci sono anche su cosa possa fare e, soprattutto, non fare nel Cda

Come uscirne? Potrebbe essere convocata una nuova assemblea, che prenda atto della situazione, azzeri le nomine e le rifaccia. Ma chi la convoca? Il presidente uscente o quello nominato che, così com’è stato nominato, è illegittimo?

Questa mattina, 2 maggio, in Comune c’è stato un lungo conclave sul caso. Intanto, però, vari protagonisti della vicenda si stanno rivolgendo a studi legali, per tutelarsi.

E c’è da capire anche cosa succederà ai pensionati già nominati in società partecipate che hanno già percepito un compenso. Il caso rischia di allargarsi ancora.

 

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  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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