La lettera inviata al personale
«Ho attraversato un mare buio sotto un cielo senza stelle e sono approdato in terre lontane dove i granelli di sabbia della mia clessidra avevano le dimensioni di pesanti macigni. Ho visitato regioni inesplorate segnate dall’oblio della memoria, sono stato chiamato a ripercorrere le vie dell’umanità e spogliato delle mie difese e messo a nudo nelle mie emozioni ho ripreso il mio cammino.
In questo luogo senza spazio e tempo non ho visto la luce in fondo al tunnel, ma in modo misterioso, ma non per questo meno reale, ho percepito il sostegno di chi mi ha curato, la preghiera, la forza e l’energia di chi ha pregato per me, di chi mi ha pensato e sostenuto in ogni modo.
Risvegliato dal torpore di un sogno senza confini mi sono chiesto il perché di questa nuova opportunità, negata a tanti, ma concessami per Grazia da Colui mi ha creato e redento. Non ho trovato risposta se non nell’Amore. In quell’Amore che mi ha tessuto nel seno di mia madre, e che mi ha chiamato alla vita. Per quell’amore di tante persone che conoscendomi o no hanno interceduto presso colui che tutto può
La bellezza salverà il mondo scrive Dostoevskij; ma di quale bellezza parla il famoso scrittore russo? È la bellezza dell’amore, è la bellezza che ci porta all’amore condiviso con il dolore e con la vita stessa; il mondo sarà salvo oggi e sempre fin quando ci sarà questo gesto.
Con queste poche righe volevo esprimere il mio ringraziamento a tutto il Reparto di Terapia Intensiva che durante il mio ricovero mi ha assistito e curato con umanità, competenza, passione per il proprio lavoro ed amore. Siete stati una luce che ha tenuto accesa la mia speranza e mi ha sostenuto nella difficile prova. Siete stati per me il volto della bellezza.
Papa Francesco ci ricorda che “chi fa il bene investe per l’eternità. Quando vediamo una persona generosa e servizievole, mite, paziente, che non è invidiosa, non chiacchiera, non si vanta, non si gonfia di orgoglio, non manca di rispetto, questa è una persona che costruisce il Cielo in terra. Magari non avrà visibilità, non farà carriera, eppure quello che fa non andrà perduto. Perché il bene non va mai perduto, il bene rimane per sempre».
Don Ziliani, dopo il ricovero in terapia intensiva, fu trasferito nel reparto di medicina dell’ospedale Misericordia. Era rimasto intossicato mentre stava trascorrendo qualche giorno di riposo da un amico di seminario in provincia di Siena. I due sacerdoti erano stati soccorsi e portati al Misericordia.
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