Palpeggia e bacia la nipote diciottenne: condannato | MaremmaOggi Skip to content

Palpeggia e bacia la nipote diciottenne: condannato

La ragazza aveva raccontato tutto alla madre e al compagno: il 69enne dovrà seguire un percorso di recupero allo Sportello uomini maltrattanti
Il tribunale di Grosseto
Il tribunale di Grosseto

GROSSETO. Aveva trovato una seconda famiglia, quando sua madre si era trasferita nell’agriturismo del compagno. Era diventata subito amica della figlia e del figlio dell’uomo e aveva cominciato anche lei a dare una mano nella struttura. Ma tra gennaio e febbraio del 2021, si erano verificati alcuni episodi che avevano trasformato quell’inizio della sua nuova vita in un incubo. L’uomo che sarebbe dovuto essere il suo nonno acquisito, un 69enne di Grosseto, non l’aveva considerata soltanto una nipote. Mettendole, in più di un’occasione, le mani addosso

Le richieste d’aiuto su Whatsapp

La ragazzina aveva appena 18 anni. E la prima volta che l’uomo le aveva dato una “pacca” sul sedere, come ha raccontato la giovane ai carabinieri, non gli aveva dato troppo peso. Perché l’uomo, che, come ha spiegato la giovane «faceva il simpaticone», aveva lo stesso atteggiamento con la nipote, figlia del compagno di sua madre. Ma nel gennaio 2021, quando la ragazza si era trasferita nell’agriturismo dove aveva cominciato a lavorare qualche mese prima, le attenzioni dell’uomo erano diventate più insistenti

Una mattina, mentre la ragazza era in cucina, il sessantanovenne le si era attaccato addosso, toccandole un gluteo e il seno. Qualche giorno dopo invece, con la scusa di dare una morso a una frittella di carnevale che la ragazza aveva in mano, l’aveva baciata sulla bocca. La notte stessa, era andato a bussare alla porta della camera della ragazza, che non aveva aperto. A febbraio, mentre la giovane era seduta sui gradini della porta della sua stanza, con la scusa di farle provare una termocamera, l’uomo l’aveva baciata sul collo cercando di infilarle una mano dentro le mutande. La ragazza si era divincolata allontanandosi. 

Di quello che stava succedendo nell’agriturismo, la giovane ne aveva parlato sia con i nipoti dell’uomo che con un’amica, alla quale aveva scritto su Whatsapp. Poi aveva deciso di dirlo anche al figlio dell’uomo e a sua madre. Ma la ragazza, che aveva paura per se stessa, una volta lasciato l’agriturismo si era decisa a denunciare l’uomo ai carabinieri

Durante le indagini, l’uomo era stato raggiunto da un’ordinanza di divieto di avvicinamento

La fuga dalla zia

Dopo l’ultimo episodio, la diciottenne aveva chiesto alla madre di poter andare a dormire dalla zia. È stata in quell’occasione che è riuscita a raccontare a sua madre delle molestie che aveva subito, molestie che aveva confidato anche al figlio del sessantanovenne. 

Il sessantanovenne, difeso dagli avvocati Valeria Bellisario e Paolo Novelli, è stato processato con il rito abbreviato: accusato di violenza sessuale, si è presentato davanti al giudice Marco Mezzaluna che lo ha condannato a due anni con la sospensione condizionale e al pagamento di un risarcimento per danni morali di 20.000 euro, oltre al pagamento delle spese processuali. La ragazza era assistita dall’avvocata Elisabetta Calabria, si era costituita parte civile. Al processo, la sua avvocata si era associata alla richiesta della sostituta procuratrice Valeria Lazzarini, che aveva proposto una condanna a 4 anni e due mesi di reclusione

Marco Mezzaluna

I difensori dell’imputato avevano chiesto l’assoluzione: il sessantanovenne aveva sostenuto davanti ai carabinieri che la ragazza si era inventata tutto. Secondo i difensori, il fatto che la giovane, durante le molestie, non si fosse messa a urlare, non avrebbe manifestato dissenso rispetto a quegli atti. Oltre al fatto che – hanno sottolineato i difensori – la pacca sul sedere non sarebbe da considerarsi un atto sessuale. 

Tesi, queste, respinte dal giudice Mezzaluna: il racconto della ragazza è stato considerato attendibile e la pacca sul sedere è a tutti gli effetti un atto di violenza sessuale. «L’imputato ha sempre agito in maniera rapida e subdola – scrive il giudice – al punto tale da non interrogarsi nemmeno sulla possibilità del consenso della persona offesa, che è, infatti, rimasta spiazzata e scioccata da queste condotte senza avere la forza di reagire». 

Sei anni, la pena finale inflitta dal giudice al sessantanovenne, diminuita per la scelta del rito abbreviato a due anni con la sospensione condizionale: per beneficiarne però, l’uomo dovrà seguire un percorso di recupero allo Sportello di ascolto uomini maltrattanti a Villa Pizzetti.

 

 

 

 

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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