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Pallonate e tifo: «In piazza Lulli non si può più vivere»

I residenti tornano alla carica con il Comune: «I danneggiamenti sono la testimonianza dell’esasperazione di chi abita qui»
Il campo da basket in piazza Lulli

GROSSETO. La guerra dei decibel non si combatte soltanto in centro storico, ma anche subito fuori dalle Mura della città. E se in centro, alcuni residenti storcono la bocca quando i locali organizzano serate musicali all’aperto, chi vive in piazza Lulli invece è arrivato al limite della sopportazione a causa della presenza del campo di basket. Unico impianto sportivo in mezzo alle case della città. 

Un campo da basket e nessuna regola

I residenti della zona di piazza Lulli più volte hanno scritto al Comune di Grosseto per segnalare tutto quello che non va. «Come il fatto che manca completamente un regolamento – dicono – Dalla mattina fino a notte fonda, siamo costretti a vivere con il sottofondo delle pallonate, con la musica, gli schiamazzi e il tifo, quando vengono organizzati i tornei». 

Ogni lettera inviata all’amministrazione comunale, segnala un’escalation di esasperazione. «La privazione del sonno come metodo di tortura provoca danni fisici e psicologici, questo è quello che accade ai cittadini le cui abitazioni affacciano sul campo di basket di piazza Lulli – scrivono questa volta – L’impianto sportivo ad accesso libero h24, sette giorni su sette, su verde pubblico e a ridosso di civili abitazioni, è infatti frequentato dalle 6.30 o 7 fino a mezzanotte,  ora di spegnimento delle luci che peraltro invadono le case e talvolta anche oltre tale orario. Frotte di giocatori si alternano continuamente con l’ossessivo rimbalzare di palloni, il violento sbattere degli stessi sugli inadeguati tabelloni dei canestri, musica, urla, incitamenti ed infine partite e tornei, corredati di pubblico vociante. Attività, queste, che si protraggono senza interruzione dal primo mattino, fino a notte fonda».

I residenti della zona hanno segnalato più volte all’amministrazione il disagio che sono costretti a vivere. «Tutto ciò limita il godimento delle proprietà, lede la libertà di una normale qualità di vita ed il rispetto dei cittadini, ma il Comune, al corrente di tale disagio e più volte interessato, non risponde –  Infatti, si tratta dell’unico impianto sportivo in mezzo alle abitazioni, aperto a tutti e dove regna l’anarchia per la mancanza di un qualsiasi tipo di regolamentazione e controllo. È legittimo il diritto al gioco e alla socializzazione, così come sono legittimi i diritti dei cittadini, soprattutto quello fondamentale alla salute dell’individuo e della collettività, leso, in questo caso, dalla mancanza di regole che dovrebbero esserci in una comunità civile».

Secondo i residenti, l’amministrazione comunale non ha valutato gli effetti sull’ambiente circostante, sulla salute e sul benessere umano, con il restyling di tale impianto, «oltre a non aver fatto nulla per rendere minimi gli impatti negativi dell’opera – aggiungono –  in un quartiere esclusivamente residenziale e silenzioso, per salvaguardare e non peggiorare la qualità dell’ambiente e della vita dei residenti. La mancanza di analisi dell’interazione dell’uso del campo, che già in passato aveva causato non pochi problemi, con l’ambiente circostante e la mancanza di opportune opere e provvedimenti, rende di fatto inaccettabile la convivenza, fra destinazione sportiva e residenze».

Nei mesi e nelle settimane passate, il campetto di via Lulli è finito nel mirino dei vandali, che hanno segato i canestri e spaccato i sensori che accendono le luci.

«Testimonianza dell’esasperazione cui sono giunti gli abitanti, sono i vari danneggiamenti anonimi – dicono ancora i residenti –  apportati ai canestri e alle luci, nel corso di questi mesi.
Ma sembra che il Comune non voglia comprendere che questa è un’area inadeguata dove poter conciliare attività sportiva e vita civile e soprattutto nella quale l’inquinamento sonoro, quello luminoso ed il disturbo alla quiete pubblica sembrano non essere un reato».

 

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