Omicidio di Cernaia: «Non c'è premeditazione, i rapporti erano cordiali» | MaremmaOggi Skip to content

Omicidio di Cernaia: «Non c’è premeditazione, i rapporti erano cordiali»

L’avvocato Mascagni chiede la derubricazione del delitto: mancherebbe la prova del movente dell’omicidio a scopo di rapina
Il pm Melchionna a Cernaia
Il pm Melchionna sul luogo dell’omicidio

GROSSETO. «Pur nel contesto degradato nel quale si sono intrattenuti, i rapporti tra Filippo Guerra e Abdelilah Dakir erano cordiali». L’avvocato Lorenzo Mascagni, difensore dell’impiegato a processo per l’omicidio dello spacciatore 22enne avvenuto il 20 marzo 2020 nella strada di Cernaia, ha concluso la sua arringa finale chiedendo la derubricazione del reato: non omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, come ha sostenuto il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, bensì omicidio colposo semplice. 

Manca il movente

Due i possibili moventi ipotizzati dalla Procura. Lo scopo di rapina o la gelosia nei confronti dell’amica di Guerra che avrebbe scambiato sesso per droga con il giovane marocchino. «Né l’uno né l’altro possibile movente hanno trovato sufficienti conferme», ha detto l’avvocato Mascagni. L’ipotesi dell’omicidio a scopo di rapina difficilmente potrebbe essere confermato: i clienti di Abdelilah erano venuti a sapere della morte del giovane il giorno precedente alla scoperta del cadavere. Quando arrivano i poliziotti, addosso al ragazzo non trovano il marsupio dove venivano tenuti i soldi e la droga e nemmeno la mazza da baseball e il machete che aveva sempre con sé. «Qualcuno aveva bonificato l’area – dice l’avvocato – Ma non c’è certezza che sia stato Guerra a farlo. Erano spariti anche la mazza da baseball e il machete, che certamente non potevano essere stati portati via da lui». 

E anche sulla questione economica dell’impiegato, accusa e difesa hanno avuto opinioni divergenti: Guerra non aveva grossi debiti, nonostante le richieste assillanti di soldi da parte della donna della quale si era invaghito, soldi che servivano per comprare la cocaina. «Aveva un lavoro stabile e arrotondava dando lezioni di kitesurf – aggiunge Mascagni – La sua situazione economica non era disperata. Anche il movente della gelosia non regge: Dakir aveva proposto di dare droga alla donna in cambio di sesso quattro mesi prima del delitto, ma questo fatto non turbò i loro rapporti». 

Per questo, Mascagni ha sostenuto che non ci fu né premeditazione e nemmeno lo scopo della rapina. «Avevamo chiesto di accedere all’abbreviato – ha sostenuto Mascagni – Se l’omicidio viene derubricato in doloso, si dovrà applicare la riduzione della pena prevista per quel rito». 

L’avvocato Mascagni ha anche chiesto che venissero concesse le attenuanti: Guerra, prima dell’omicidio, non aveva avuto altri guai con la giustizia. E in carcere, ha preso il secondo diploma e si è iscritto all’università. 

 

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