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Olaf Peruzzi chiude il cerchio dei quattro passi

In poco meno di sette ore l’atleta ha coperto la distanza di 58 chilometri toccando il Sella, il Gardena, il Campolongo e il Pordoi dove ha riscontrato le maggiori difficoltà
Olaf Peruzzi durante la gara dei quattro passi

MASSA MARITTIMA. Di Olaf Peruzzi tutto potrebbe esser detto tranne che gli manca la determinazione.

Dopo i 37 chilometri fatti correndo nel 2023 sulle nevi del Parco Nazionale d’Abruzzo in calzoncini corti, quest’anno l’atleta massetano (per scelta) ci ha portato sulle Dolomiti dove ha compiuto la sua nuova sfida: fare, ovviamente correndo, i quattro passi dolomitici.

Grandine e neve non lo hanno fermato

In poco meno di nove ore Olaf  Peruzzi ha coperto la distanza di 58 chilometri toccando il Passo Sella (2218 mt), il Passo Gardena (2136 mt), il Passo Campolongo (1875 mt) e Pordoi (2239 mt) dove è arrivato alle 14,30 chiudendo un cerchio perfetto con un dislivello positivo di 3450 metri ed uno negativo 3440.

Pur essendo la metà di maggio, il meteo non ha minimamento agevolato la fatica di Olaf che si è dovuto districare tra vento, nebbia, grandine e pioggia. Il sole invece è mancato per tutta la durata della corsa lasciando le temperature sui quattro gradi centigradi che non sono comunque bastate a far mettere all’atleta i pantaloni lunghi.

Olaf sei soddisfatto del risultato di questa tua nuova sfida?

«Assolutamente sì, perché in tutta sincerità non mi sentivo pronto e il timore di non farcela era alto. Non ero in forma, o meglio, non ero nella mia forma ottimale avendo qualche chilo in più e non avendo, al contrario, avuto tempo sufficiente per allenarmi. Quindi sono molto soddisfatto».

Raccontavi di un inverno in cui non ti sono mancati infortuni di vario genere, ti riferisci a quelli?

«Purtroppo sì. Mi sono incrinato due costole e poi dei grossi problemi li ho avuto a causa di uno sperone calcaniale che mi hanno obbligato a stare fermo per quasi cinque mesi. Infatti durante la corsa ero anche molto preoccupato che sopraggiungessero dolori ai talloni o contratture alle gambe che avrebbero potuto obbligarmi ad arrendermi. Poi quando sono partito ho dimenticato tutto, come sempre mi capita quando corro. I primi trenta chilometri è stato bellissimo; il contatto con la natura che poi è la cosa che cerco in ogni mia sfida sportiva, mi ha ripagato di tutti i sacrifici fatti».

Il Pordoi è stato il passo più difficile

Infatti Olaf non si è fermato, nonostante che con la salita del passo Pordoi sia sopraggiunto qualche problema.

«Soprattutto al Sella con un gran freddo, la neve e la grandine i dolori muscolari si sono fatti sentire, ma la voglia di vincere su me stesso è stata più forte di tutto».

E infatti lui non si è fermato, anzi, non ci ha nemmeno pensato; sostenuto ed accompagnato dal suo team ha portato a termine l’impresa con fatica ma anche con tantissima soddisfazione. «I miei amici sono stati indispensabili e voglio ringraziarli pubblicamente – dice – il fisioterapista Fabio Carlini, il fratello di lui nonché cartografo Marco e il mental coach Luca Gavagni».

Il prossimo anno nuova sfida, altra corsa per Olaf Peruzzi. Corridore a tutti i costi.

Autore

  • Chiara Pierini

    Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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