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Offese all’assessora: nasce il progetto contro il bodyshaming

La mozione dell’opposizione incassa il voto unanime del consiglio: solidarietà totale alla Giorgieri e iniziative contro il bullismo e le offese sui social
L’assessora Mirjam Giorgieri e a destra il post pubblicato su Fb

GROSSETO. È stato un voto unanime, come raramente se ne vedono, quello del consiglio comunale di Grosseto sulla mozione presentata da Grosseto Città Aperta, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle per esprimere solidarietà all’assessora del comune di Follonica Mirjam Giorgieri, vittima di una violenta campagna di odio
fatta di body shaming e sistematici post sessisti e diffamatori volti a denigrarne la figura di amministratrice e di donna.

«I fatti denunciati dalla Giorgieri, di cui sono vittime anche altri amministratori follonichesi, trascendono l’ambito locale nel quale si sono prodotti – dice l’opposizione che ha presentato la mozione – manifestando uno spaccato culturale e sociale tanto grave quanto diffuso. Si impone pertanto una presa di coscienza da parte delle istituzioni e della politica, cui fa carico la responsabilità di costruire modelli positivi per i cittadini e realizzare azioni capaci di eradicare certi fenomeni che, non dimentichiamolo, possono anche trascendere nella violenza fisica».

Un progetto contro il cyberbullismo

È per questo che, insieme ad una doverosa e sentita solidarietà verso l’assessora Giorgieri e, con lei, verso tutte le vittime di violenza in rete, l’approvazione della mozione impegna ora la giunta comunale a promuovere un progetto educativo rivolto ai giovani per accrescere la sensibilizzazione e la conoscenza sulla comunicazione in rete e supportare le vittime di insulti sessisti, bullismo e body shaming.

«Tutti gli studi ci dicono, in particolare, che sono le donne a costituire il bersaglio principale dei messaggi di odio – spiega la minoranza – Il ricorso ad insulti sessisti e in generale a commenti misogini, d’altronde, è figlio di un retroterra culturale patriarcale ancora profondamente arretrato che, dietro il paravento di presunti valori tradizionali, non esprime altro che paure e debolezze radicate nel genere maschile e nei suoi tabu, trovando a livello sociale terreno fertile in modo trasversale».

Come riportato da Amnesty International nel report “Barometro dell’odio – sessismo da tastiera”: «si aggredisce la donna che si presenta come autonoma e libera nelle proprie scelte, o perché la stessa si esprime a favore della altre categorie fatte oggetto d’odio, come accade con migranti e musulmani».

Politica non immune al linguaggio sessista

È un’organizzazione come Amnesty a manifestare grande preoccupazione per il fatto che queste forme di espressione «trovino spazio per diffondersi e raccogliere proseliti nel sistema dei media e nell’establishment politico del paese».
E, come sappiamo, aggiungono i promotori della mozione, «anche certa classe politica locale ha dimostrato di non esserne immune – dicono – Confidiamo nell’operato della magistratura e della polizia giudiziaria affinché il responsabile o i responsabili delle azioni commesse in danno dell’assessora Giorgieri e, più in generale, delle vittime di violenza in rete, siano prontamente individuati e sanzionati come previsto dalla legge. Allo stesso modo confidiamo che il voto unanime del consiglio comunale su questo provvedimento, arricchito dal contributo fornito dai gruppi di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega attraverso due emendamenti, possa costituire il migliore viatico per una progettualità, rivolta ai giovani, capace di contribuire a rendere i cittadini di domani migliori di quanto non siamo noi oggi».

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