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Odore nauseabondo in città, due indagati

Sequestrato l’impianto a biogas di San Martino dopo le decine di esposti presentati: contestata al presidente e al direttore anche la genesi delle maleodoranze
L’impianto messo sotto sequestro

GROSSETO. «Martedì sera abbiamo dovuto chiudere di nuovo le finestre, non si respirava dal puzzo. Oggi invece, con l’impianto chiuso, sembra che l’aria sia già più pulita». Non c’è nessuna evidenza scientifica nelle parole di un abitante della zona di San Martino, solo la speranza che l’indagine coordinata dal pm Giampaolo Melchionna e affidata ai carabinieri forestali porti davvero il cambiamento annunciato – e tanto atteso – della fine dei disagi per le maleodoranze che derivano da quegli impianti. 

Dopo il sequestro disposto dalla giudice Cecilia Balsamo e notificato martedì 27 maggio, il giorno successivo l’impianto ha smesso di funzionare. Gli operai hanno avuto a disposizione un giorno per smaltire il lavoro che avevano avviato. Mercoledì 28 maggio alla centrale a biogas di San Martino non c’era nessuno. 

«Speriamo solo che non riparta tutto da capo – dice ancora l’uomo che abita a San Martino – perché siamo esasperati da anni».

Due avvisi di garanzia

Sono due gli avvisi di garanzia notificati dal pm Giampaolo Melchionna che ha disposto il sequestro dell’impianto a biogas di San Martino. 

I carabinieri forestali hanno notificato il decreto di sequestro a Sergio Manuel Ferreira Da Rocha, portoghese di 53 anni e a Marco Poltri, grossetano di 68 anni, rispettivamente presidente del Cda della società agricola Capwatt Etruria e Capwatt Grosseto e responsabile operativo dell’impianto. Decreto di sequestro che è scattato in seguito all’indagine dei carabinieri forestali partita dalle decine e decine di esposti presentati dai residenti e denunciati dal Comitato aria pulita. 

I puzzi che i cittadini hanno sentito per anni e anni, sia nei quartieri alle porte della città che in tutta Grosseto e anche all’ospedale Misericordia, sono finiti al centro dell’inchiesta della procura che, nell’arco degli ultimi mesi, ha fatto diversi accessi agli impianti di San Martino con i carabinieri forestali e l’Arpat, per analizzare i campioni prelevati. 

Scarico di acque reflue e spandimenti: i reati contestati

Tra le accuse ipotizzate dalla procura, c’è quella per lo scarico di acque reflue, perché in un’occasione, nel marzo scorso, sarebbero stati effettuati due scarichi nelle fossette dei terreni limitrofi all’impianto di acque reflue industriali che provenivano proprio dalla centrale. La società, però, non aveva l’autorizzazione per farlo. 

Difesi entrambi dall’avvocato Luciano Giorgi, che ha garantito massima collaborazione alla procura annunciando anche la nomina di un perito, il presidente della Capwatt e il responsabile operativo sono accusati di spandimento del digestato, utilizzando gli effluenti di acque reflue che provengono agli impianti a biogas violando le prescrizione dettate dall’autorizzazione unica ambientale che era stata emessa nel 2011 dalla Provincia. Spandimento che, è stato accertato a partire dallo scorso marzo, veniva fatto attraverso una tubazione mobile con spandimento a terra fino a provocare il riaffioramento in superficie nei terreni adiacenti all’impianto. 

Infine, il pm Melchionna ha contestato ai due indagati anche l’emissione di maleodoranze dagli impianti che sono stati sentiti a San Martino, a Casalecci e anche in alcuni reparti dell’ospedale Misericordia. «Per diverse ore della giornata – scrive la giudice nel decreto di sequestro – negli esposti è stata segnalata la presenza, che si è manifestata negli ultimi anni e che si protrae per diverse ore della giornata di fortissimi odori nauseabondi che rendono l’aria irrespirabile e determinano la presenza di numerosissimi insetti e che, in alcuni casi, comportano anche difficoltà respiratorie, irritazione alla gola e alle mucose, bruciore agli occhi, nausea». 

I progetti per il futuro

Indagine, quella dei carabinieri forestali, che è cominciata mesi fa. Prima che i due impianti di San Martino venissero acquistati, insieme ad altre due centrali a biogas dalla Capwatt, che lo scorso marzo ha presentato il suo progetto in Comune, alla presenza del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna

La società portoghese, presente anche in Messico, Spagna e Italia ha un vasto portafoglio di progetti in gestione, essendo riconosciuta come  produttore di energia indipendente. La promessa fatta durante la presentazione in Comune, è stata quella di una vera e propria rivoluzione nel panorama del biogas (e dei cattivi odori che affliggono la città da anni). Rivoluzione che prevede la trasformazione delle centrali, passando alla produzione di biometano e la copertura delle vasche esterne, principali responsabili delle ondate di cattivi odori.

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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