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Ance: «Nuovo codice appalti, rischio di blocco dei cantieri»

Sono molte le possibilità di crescita che offre questo 2023, ma l’associazione fa il punto su un Codice degli appalti che sembra non agevolare le imprese
L'Ance sul nuovo Codice degli appalti: rischio di blocchi dei cantieri edili
L’Ance sul nuovo Codice degli appalti: rischio di blocchi dei cantieri edili

GROSSETO. Entro la fine del 2023 potranno essere aperti alcuni importanti cantieri.

Le ricadute occupazionali saranno importanti. L’Ance Grosseto, l’associazione che riunisce le imprese edili e complementari della provincia, lancia però un allarme.

Recentemente l’associazione ha incontrato alcune amministrazioni comunali e in particolare il Comune di Grosseto, parlando dei programmi e degli investimenti collegati ai finanziamenti derivanti dal Pnrr.

L’Ance Grosseto ha sempre sostenuto che la programmazione e l’esecuzione delle opere pubbliche potranno essere assicurate a patto che la riforma del Codice appalti includa passi in avanti per le stazioni appaltanti e le imprese di costruzione.

Il nuovo Codice, invece «Sconta un errore di metodo – dicono dall’associazione – che è forse all’origine della contraddizione tra principi annunciati e norme di attuazione: è stato redatto senza un adeguato confronto con chi con questo Codice deve lavorare, in particolare le imprese di costruzione».

Il codice degli appalti

In merito al testo del Codice appalti recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, la cui applicazione avrà importanti ripercussioni locali, l’Ance Grosseto fa alcune considerazioni che sottoporrà all’attenzione delle istituzioni.

«Bene l’introduzione del principio del risultato, della fiducia, di conservazione dell’equilibrio contrattuale e i principi di legalità, trasparenza e concorrenza – dice -. Positivo è certamente anche il processo di digitalizzazione delle procedure, così come il rafforzamento degli strumenti di deflazione del contenzioso giurisdizionale».

Ma c’è un “però”.

«Tuttavia – specificano – per far sì che questi principi siano effettivi e non ripetere gli errori fatti nel passato, servono alcune correzioni al testo».

Il primo punto poco chiaro.

«Secondo il principio del risultato – dice l’Ance – l’opera pubblica deve essere aggiudicata a chi è in grado di assicurare il miglior rapporto qualità-prezzo. Un principio che non si concilia con quello del massimo ribasso».

«Si rischia il blocco dei cantieri»

L’altra contraddizione.

«Del tutto condivisibile anche l’affermazione del principio della fiducia: si tratta di una svolta nei rapporti tra Pa e imprese – precisa l’associazione – ma appare contraddittorio con l’istituto dell’illecito professionale, la cui definizione è piuttosto aperta. Per di più ancorata ad accertamenti anche non definitivi, come un semplice rinvio a giudizio».

«Sarà necessario raggiungere l’equilibrio contrattuale per quanto riguarda la revisione dei prezzi, che prevede limiti e meccanismi di funzionamento troppo complessi per essere efficace – chiosa l’Ance – Si perde così l’occasione di risolvere una volta per tutte un problema annoso. Origine di tantissimi decreti d’urgenza. Non si scongiura così il rischio, in caso di aumento dei prezzi, di bloccare tutti i cantieri».

«Si taglia sui tempi delle procedure, ma i ritardi arrivano da altre voci»

«Si taglia sui tempi delle procedure di gara, quando invece la maggior parte dei ritardi dipende dal labirinto di atti, autorizzazioni e pareri prima della gara – dice L’Ance – aggravati dal fenomeno della “burocrazia difensiva”. In merito al principio di tutela e sicurezza del lavoro appare non positiva anche la norma che consente di applicare altri contratti oltre a quello dell’edilizia. Il subappalto è da sostenere – precisa – ma una catena infinita di subappalti non è compatibile con un doveroso controllo di qualità e sicurezza».

Per l’Ance Grosseto rimangono preoccupanti anche l’assenza in merito alla formazione della Pa, la digitalizzazione e la qualificazione delle stazioni appaltanti.

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