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Nasce in Maremma, a Montauto, il miglior Sauvignon d’Italia

I vini dell’azienda di Riccardo Lepri, nel comune di Manciano, fanno incetta di premi, ma non bisogna aspettarsi solo il Sangiovese. Il meglio del meglio arriva dal Sauvignon blanc e dal Pinot nero
Un tramonto a Montauto
Il tramonto a Montauto che splende in un calice di Sauvignon

di Lina Senserini

MANCIANO. Il cielo sopra la tenuta Montauto è il più puro e stellato d’Italia. Non una luce nella notte a interrompere il buio “più perfetto”, un’oasi delle stelle, sotto alla quale nasce il miglior Sauvignon italiano secondo la Guida essenziale ai vini d’Italia 2024 di Daniele Cernilli: il Poggio del Crine 2018.

Siamo nel comune di Manciano, in mezzo ai boschi e alle colline che guardano Capalbio e scendono verso il mare, estrema propaggine meridionale della Maremma, tra la Piccola Atene e Vulci.

Un luogo di rara bellezza, integro e incontaminato, che vanta anche il primato dell’assenza di inquinamento luminoso secondo i dati del progetto “Virtual Telescope”. Intorno non c’è niente, nessuna fabbrica, nessun centro abitato, nessuna strada se non quella provinciale e poco battuta, della Campigliola.

Di proprietà di Riccardo Lepri, Montauto si estende per 200 ettari, di cui 16 di vigneti, 4 di oliveti con oltre mille piante, per una produzione annua di circa 3 mila litri di olio extravergine Igp Toscano. Il resto della superficie coltivabile è dedicata ai cereali, da cui nasce la pasta integrale biologica a marchio aziendale.

 

A Montauto i vini bianchi sono una passione di famiglia

Ma il prodotto di punta dell’azienda sono i vini, un’autentica passione per Riccardo Lepri. Il suo impegno, la solida certezza che la Maremma fosse (anche) terra da grandi bianchi, la caparbietà con cui ha perseguito il suo progetto sono stati ripagati dalla qualità riconosciuta a livello nazionale e internazionale, certificati da prestigiosi riconoscimenti:

  • il miglior Ciliegiolo italiano secondo Luca Maroni
  • il Top wine – Vino Slow – per il Pinot nero 2021.
  • il miglior Sauvignon d’Italia, conteso tra le più blasonate etichette prodotte nei territori tradizionalmente vocati alla coltivazione di questo vitigno, come il Friuli e l’Alto Adige.

«Fin da quando ho preso le redini dell’azienda dalle mani di mio nonno Enos Ghignoni, nei primi anni 2000, pur producendo anche vini rossi, ho creduto nella qualità dei bianchi di Maremma», spiega Lepri. «E con questa convinzione, supportato dall’enologo Fabrizio Moltard, che tutt’ora segue l’azienda, sono stato tra i primi a puntare sui bianchi, quando la provincia di Grosseto concentrava la produzione sui rossi».

Dalle vigne di nonno Enos, all’olimpo dei vini italiani

Il nonno di Riccardo, peraltro, già coltivava il Sauvignon Blanc, tanto che la vigna da cui nascono i premiati vini di Montauto è quella più vecchia, piantata almeno 45 anni fa. «Abbiamo capito subito che l’azienda era particolarmente vocata alla coltivazione del Sauvignon – riprende Lepri – se ne sentiva il profumo già avvicinandosi ai primi filari. E io, da testardo maremmano attratto dalle sfide difficili, ho puntato su questo vitigno e sulla qualità del vino che avrebbe prodotto».

La generale riscoperta dei bianchi di Toscana e di Maremma, anni dopo il suo esordio nel mondo enologico, quindi, non ha sorpreso Lepri. Come non lo ha sorpreso la virata del gusto dei consumatori verso vini freschi, bevibili, eleganti nella semplicità della beva.

«Era esattamente l’idea di vino che avevo in testa, all’inizio della mia avventura di imprenditore agricolo, quando andavano di moda i rossi barricati, opulenti, sullo stile californiano e del taglio bordolese, di grande qualità, ma un po’ più ruffiani e meno eleganti, secondo il mio gusto e parere».

La famiglia Lepri
La famiglia Lepri

Il pioniere dei vini “controcorrente”, con il pallino del Sauvignon 

Lepri, dunque, è stato un pioniere, anche se a lui non piace questa definizione, ha preceduto il cambiamento del mercato creando vini – bianchi e rossi – diversi, da “ascoltare” nel bicchiere, da capire come un capo d’alta moda.

«Chiaramente non sono facili da produrre in Maremma, dove la grande ricchezza botanica viene vanificata dal sole nei vitigni più delicati, come il Sauvignon blanc e il Pinot nero, se non si interviene in maniera chirurgica. Per ottenere vini che mantengano i profumi e la croccantezza della Maremma, fatta di sentori di frutta e di piante officinali, senza perdere in eleganza, bisogna evitare la parte calda della maturazione e seguire regole precise. Il risultato sono i nostri Sauvignon, il Pinot nero, scarico ma estremamente raffinato, in equilibrio nel naso e nella bocca. Non devono piacere al primo bicchiere, ma al secondo e al terzo».

Così, titolo di miglior Sauvignon d’Italia per un vino maremmano è stato il coronamento di un percorso che richiede costantemente impegno e attenzione. Il Poggio del Crine, infatti, è un “Cru del Cru”, se così si può dire. Viene prodotto con la selezione di uve raccolte a mano, in cassette da 18 chili, nei primi filari nella vigna (vecchia di 45 anni) da cui nasce l’altro Sauvignon di punta: Enos. Un etichetta che porta il nome del nonno di Riccardo e che per combinazione è il prefisso greco per vino. Talmente di qualità che da Pinchiorri è piaciuto più dei miglior Sauvignon del mondo. «Vuol dire che abbiamo fatto la scelta giusta», commenta Lepri.

Da un futuro nell’alta finanza, alle campagne di Montauto

Una scelta partita esattamente 23 anni fa, quando, fresco di laurea in Economia e commercio con un probabile futuro in finanza e l’idea di vivere in città, Riccardo è tornato “alle origini” e ha passato qualche giorno a Montauto per la vendemmia. In quel momento è scattato qualcosa che lo ha indotto ad abbandonare il suo progetto di vita e mettersi al timone dell’azienda, con il nonno al suo fianco ad insegnargli il mestiere e soprattutto la disciplina che lavorare la terra richiede.

La famiglia Lepri nella vigna
La famiglia Lepri nella vigna

L’azienda “ecologica” favorita dalla natura

Mestiere, disciplina e rispetto dell’ambiente. Tre punti fermi del lavoro a Montauto, che avviene da sempre in armonia e nel rispetto della natura, un biologico, nei vini, “etico e naturale”: no ai diserbanti chimici, sì al letame di stalla per le concimazioni, potatura e vendemmia manuali. Niente chimica in cantina (dove la parola d’ordine è massima pulizia e igiene) dove le uve arrivano nel giro di mezz’ora dalla vendemmia, subito refrigerate per conservarne meglio le qualità e i sentori.

Se si aggiunge l’isolamento dei terreni dell’azienda, il gioco è fatto. «Possiamo operare scelte senza compromessi, in totale libertà e con un’assolutezza che ci proviene dal fatto di essere in una posizione privilegiata, che non impone vincoli se non quelli, squisitamente morali, che abbiamo in primo luogo nei confronti di noi stessi», spiega Lepri. «Vino pulito e buono – ripete – non biologico, non naturale, ma “ecologico”».

Otto etichette e un vermouth: un inno alla Maremma

Oggi, Montauto è una realtà affermata, produce in media tra 90mila e 110mila bottiglie all’anno nelle diverse etichette:

  • due Sauvignon (Enos e Gessaia)
  • un Vermentino
  • un Bianco di Pitigliano
  • due rossi (il Pinot nero e il Ciliegiolo)
  • un rosato (Staccione)
  • le selezioni: Poggio al Crine, un metodo classico da Sangiovese in purezza e, di recente, un vermouth che è un inno alla ricchezza botanica della Maremma. Nasce da Vermentino in infusione con assenzio, genziana, camomilla, cardamomo, coriandolo menta, melissa edeucalipto.

Dove acquistare i vini di Montauto

I vini di Montauto non si trovano nella grande distribuzione, solo nei circuiti Horeca: enoteche, ristoranti, negozi specializzati, nei punti vendita aziendali.

Acquistabili anche on line sul sito internet della tenuta. La cantina Montauto offre la possibilità di organizzare visite guidate, durante le quali vengono spiegate le varie fasi di produzione del vino, dalla vendemmia alla vinificazione, dall’affinamento, all’imbottigliamento, seguite da una degustazione nella grande sala situata sopra alla cantina.

Tenuta Montauto

Località Campigliola – Km 10, Manciano (GR)

 +390564384521 +393383833928
Fax +390564620083
info@montauto.org

 www.montauto.org

 


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  • Lina Senserini

    Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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