Muore due mesi dopo il marito, Marina non ce l'ha fatta | MaremmaOggi Skip to content

Muore due mesi dopo il marito, Marina non ce l’ha fatta

Aveva salutato il suo amato Quartilio il 9 ottobre. Lei si è spenta il 7 dicembre dopo aver lottato fino all’ultimo. La lettera del figlio
Marina Rossi vedova Sozzi
Marina Rossi con il figlio Alessandro Sozzi

GROSSETO. Neanche due mesi fa aveva perso suo marito. Marina Rossi, che gli amici più stretti non mancavano di chiamare oramai da anni Luana, era rimasta recentemente vedova di Quartilio Sozzi, scomparso il 9 ottobre.

Quella malattia che la aveva costretta su un letto di ospedale, purtroppo non le ha lasciato scampo. Anche Marina, infatti, il 7 dicembre, ha lasciato questo mondo, all’età di 77 anni. Dopo 7 giorni di ricovero nel reparto di medicina. «I dottori e gli infermieri si sono prodigati con umanità e professionalità infinita per salvarla – racconta uno dei figli, Alessandro Sozzi – purtroppo non ce l’ha fatta».

I funerali sono stati celebrati questa mattina, 9 dicembre, alle 10 nella chiesa di Roselle. Il paese dove abitava oramai da 35 anni.

Marina Rossi e l’amore per la vita

Marina era nata a Principina a terra, poi ha vissuto tutta la sua vita prima a Grosseto e poi, appunto, a Roselle. Con il suo Quartilio si era sposata giovane e sono stati insieme 60 anni.

Anni in cui le due anime affini hanno avuto modo di donare un po’ di quel mare di bene che si sono volute, anche al resto del mondo. Dividendolo prima con i figli David e Alessandro e poi anche con i nipoti.

Solare, sempre allegra, con il gusto della battuta e il tipico “sense of humor” maremmano, Marina Rossi è stata una mamma esemplare e ha rappresentato un porto sicuro per la famiglia. «Per noi tutti era un vero simbolo – racconta il figlio Alessandro – È sempre stata molto attaccata alla Maremma le piaceva molto anche viaggiare, di ogni luogo portava a casa ogni dettaglio, aveva una forte memoria fotografica. Aveva un’attenzione ai particolari che non mancava mai di sorprendermi».

Energica e simpatica, riusciva a trovare il lato comico nelle situazioni anche più tristi. «Anche oggi – dice Alessandro – durante le celebrazioni del suo funerale, ne avrebbe trovate tante di situazioni comiche. Non avrebbe mancato di riderne con me, con mio fratello David, e i suoi nipoti Giovanni ed Emanuele».

Quello che contraddistingueva Marina era anche una forte empatia verso gli altri, animali compresi. «Sembrava in contatto con l’anima del mondo – ricorda Alessandro – Era impressionante come avesse empatia immediata con le persone, che non mancavano di cercarla e starle vicino. Aveva un rapporto con gli animali altrettanto incredibile, la sua voce era quasi un richiamo. Per burla la chiamavo “San Francesco” da quanto ogni animale le volesse bene».

La lettera del figlio Alessandro

Il funerale di Marina è stata una cerimonia sobria e commovente. La lettera scritta dal Alessandro e letta durante la messa, ha invitato tutti i presenti a un ultimo saluto.

Ecco il testo integrale della sua lettera:

“Nelle sacre scritture si dice che Dio ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza. Io credo che dio abbia fatto l’essere umano a sua immagine e somiglianza, e l’essere umano è donna e uomo. Dio per me è padre e anche madre. E forse non è un caso che più volte nel mondo e in tempi e luoghi diversi (Lourdes, Fatima Međugorje) abbia inviato per parlare con noi una donna, una mamma.

Forse dio usa le mamme proprio per guardarci e per guidarci. Ogni volta che una mamma guarda i propri figli è come se Dio guardasse ognuno di noi che siamo i suoi di figli.

Io e te mamma ci si capiva con lo sguardo. Mi guardavi con quegli occhi bellissimi e io capivo tutto senza bisogno di nessuna parola. Anche l’altro giorno in ospedale poche ore prima che te ne andassi mi hai guardato perché non potevi parlare. E nel tu sguardo io c’ho visto tutto l’amore del mondo.

Spero che nel mio di sguardo tu ci abbia trovato gli occhi del mio babbo che mi ha creato insieme a te, del mio fratello David e dei miei figli Giovanni ed Emanuele, perché se nei miei occhi hai visto quegli sguardi avrai anche visto e capito che noi tutti ti amiamo tanto.

Tante altre persone che ti vogliono bene sono presenti oggi in questa chiesa e così come feci per babbo che hai raggiunto baciato e abbracciato per noi, anche oggi farò per te. Per cui chiederò a ognuna delle persone presenti di fare un grande applauso di gioia per la mia mamma, perché se lo merita“.

Nessuno ha lasciato disatteso l’invito di Alessandro. Tutta la chiesa si è alzata in un grande applauso. 

Autore

  • Federico Catocci

    Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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