«Medici e infermieri speciali ma il sistema non funziona» Skip to content

«Medici e infermieri speciali ma il sistema non funziona»

La lettera di ringraziamento al personale del Sant’Andrea di Luciano Fedeli: «Il personale è sotto pressione e i soldi si spendono per pagare servizi che non ci sono»
L’ospedale di Massa Marittima

MASSA MARITTIMA. «Grazie a chi lavora nel nostro ospedale, ha una marcia in più». Comincia così la lettera di ringraziamento di Luciano Fedeli, che con il Pci ha fatto migliaia di battaglie per il Sant’Andrea. Fedeli è sempre stato in prima linea nel raccogliere le denunce dei pazienti e delle loro famiglie, nel segnalare le carenze dell’ospedale, nel pungolare l’Asl e la politica. Questa volta, lo fa da paziente: ricoverato per qualche giorno, ha toccato con mano quello che ha sempre sostenuto: ovvero che le persone che lavorano al Sant’Andrea hanno una marcia in più ma che le condizioni nelle quali lavorano devono essere denunciate. 

«Tanta umanità e vicinanza»

Nella breve degenza presso l’ospedale ho toccato con mano professionalità, attenzione e valore di chi lavora nel nostro ospedale sia del pronto soccorso che del reparto di area medica. Voglio mettere in risalto un altro aspetto che a dire la verità è sempre stato presente nel nostro presidio: il grande senso di umanità e vicinanza ai pazienti dimostrato da tutto il personale. Non è una cosa da poco e fa parte, per chi la pratica, di quella cura che non è farmaco, terapia o altro, è prima di tutto cuore che è buona parte della cura. Qualcuno vi ha definito eroi ai tempi del Covid senza pensare a quello che giorno per giorno fate nei luoghi di cura. Bravi. Ho potuto vedere la vostra attenzione soprattutto nei confronti di chi aveva grandi difficoltà e non autosufficienza verso i quali avete dimostrato attenzioni e parole di sostegno. Questo fa la differenza e vi fa onore.

Ma questo non deve far dimenticare le condizioni nelle quali lavorate.

Tagli al personale e posti letto dimezzati

Negli ultimi anni riduzioni e tagli del personale medico, specialistico, infermieristico e socio – sanitario, sono stati accompagnati da posti letto dimezzati, soppressione di reparti e riduzione delle attività e da tante promesse, come le cure intermedie e la Casa della Salute, mai partite.

«Giani viene e annuncia l’arrivo di 6 infermieri quando nel solo ultimo triennio il triplo se ne sono andati – spiega ancora Fedeli – promette 6 posti di cure intermedie quando 18 ce ne dovevano essere dal 2015 suddivisi tra hospice, ospedale di comunità e riabilitazione. Parole e poche cose realizzate che penalizzano una struttura che è stata all’avanguardia della sanità in provincia di Grosseto. Bisogna intervenire subito perché già ora l’ospedale è sempre meno tale e sempre più ambulatorio».

Proprio dall’esperienza personale Fedeli ha constatato che per una TAC dopo una cert’ora, si deve andare a Grosseto. «Certo trasportati da un’ambulanza con due volontari, sia all’andata che al ritorno – aggiunge – Certo in un presidio, quello di Grosseto dove sono andato ad occupare personale medico infermieristico sempre sotto pressione dai numerosi accessi. Una TAC sempre attiva serve a Massa Marittima, è indispensabile per una struttura e per tutte le attività che si fanno in un presidio ospedaliero ed è utile anche per chi non è ricoverato ma deve effettuarla come esterno per vari e importanti motivi».

Costretti a viaggiare per la provincia per un esame

«Quanto è costato questo intervento come costo di trasporto sanitario e quanti sono i trasferimenti, non solo per la TAC, perché manca personale di radiologia?»: è questa la domanda che si pone Fedeli, che aggiunge: «Evidentemente chi fa i conti, pianifica, progetta, non tiene conto di tutto questo e non tiene conto soprattutto dei disagi dei cittadini – dice – Ci sono casi particolari di persone, anche affette da gravissime patologie, che si devono mettere in coda per una TAC e ricevere l’appuntamento dopo settimane, a Orbetello o per altre prestazioni a Pitigliano, Castel del Piano… Ma dove vivete dirigenti aziendali e dove siete politica e istituzioni?». 

Il mondo reale non è quello virtuale del web, delle statistiche, dei protocolli. «È quello con il quale, ogni giorno la gente comune, insieme a chi lavora nella sanità, vive e ci fa i conti – dice Fedeli – Dobbiamo dire basta, lo dobbiamo dire tutti insieme senza colori o bandiere ideologiche perché non si privatizza la sanità ma si stanno privando i cittadini del sacrosanto diritto alla salute». 

Grazie a Dio, esistono sempre persone che ci credono e che, «come ho visto nel nostro presidio – aggiunge –  mettono anima e anche cuore nel loro lavoro. Non sono eroi ma devono sentire la nostra voce, non il nostro silenzio, anche perché chi tace e lascia stare, chi non fa nulla e resta a guardare è complice come chi in questi anni ci ha portato a questo punto.Un abbraccio a chi si è preso cura di me in questi giorni. Siete meravigliosi. E noi tutti svegliamoci». 

 

 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati