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Mangiare sano partendo dalla produzione

Il progetto didattico della Ccibo maremmana insegna agli studenti dell’ISIS Leopoldo di Lorena come l’agroecologia sia necessaria per ridurre i rischi di avvelenamento delle pietanze che finiscono nel piatto
I ragazzi in classe

GROSSETO. Imparare a mangiare sano partendo dal percorso di produzione del cibo, un’esperienza diretta per diventare coproduttori delle materie prime alimentari: la provenienza, i metodi di allevamento e coltivazione, le filiere locali e la consapevolezza della cura della terra e del proprio ambiente.

Il progetto nelle scuole

Tutto questo è il LABTER “Mangia sano, produciamo insieme”, il laboratorio territoriale che la Comunità del cibo e della biodiversità agricolo-alimentare della Maremma (Ccibo) sta portando a termine con 25 studenti dell’ultimo triennio della scuola agraria di Grosseto, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

«Si tratta anche di favorire lo scambio intergenerazionale e la longlife education con l’educazione – dice Alessandro Cardarelli, presidente di Ccibo e docente dell’agrario -, attraverso l’attivazione di PCTO (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) si sono svolte ore di formazione a scuola e si sono poi individuate aziende agricole, orientate all’agroecologia, che potessero ospitare gli studenti insieme ai soci di Ccibo per l’esperienza diretta sul campo».

L’insegnante Alessandro Cardelli

I ragazzi possono toccare con mano la terra da cui proviene il cibo locale e soprattutto constatare la realtà di concetti come l’agroecologia, la disciplina che regola il rapporto tra agricoltura sana e sostenibile e rispetto e cura per l’ambiente, la mitigazione, l’adattamento ai cambiamenti climatici e lo sviluppo socio-economico basato sulla sostenibilità delle risorse.

Maria Rubino, la vice presidente e fondatrice del Ccibo e insegnate che da anni affianca Cardarelli su diversi percorsi didattici, interpreta le tappe del LABTER come una promozione e un sostegno ai percorsi di consapevolezza da svolgere sulle produzioni e sui consumi alimentari.

«La salute, il benessere e la sostenibilità sono strettamente connessi secondo uno dei primi obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. – dice la professoressa Rubino- Il benessere individuale e collettivo, il diritto a una sana alimentazione, si traducono nei corretti stili di vita che indichiamo ai ragazzi come un mosaico fatto di tante tessere che vanno sapute cercare e unire per ottenere l’equilibrio. Per questo la formazione didattica è necessaria prima della partecipazione ai laboratori territoriali».

Il progetto in linea con gli obiettivi Onu

Tra i 17 obiettivi dell’agenda 2030, il numero 3 è dedicato ad assicurare la salute e il benessere per tutti, nello specifico all’obbiettivo 3.9 si legge che è necessario entro il 2030, ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da inquinamento e contaminazione di aria, acqua e suolo.

L’importanza dell’agroecologia si basa su questo, visto che gli esseri umani sono ospiti di un habitat da condividere con tantissime altre forme viventi, che fortunatamente esistono visto che da questa ricchezza di organismi dipende la biodiversità, che è alla base della sopravvivenza.

Il prodotto del percorso sarà visibile e vivibile per tutti coloro che vorranno prenotare la propria partecipazione all’evento restitutivo finale, che sarà contemporaneamente la tappa conclusiva del LABTER e quella iniziale di un nuovo modello di gestione territoriale a cui i cittadini possono partecipare liberamente attraverso l’adesione al “Patto della Terra” e alla Ccibo

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