GROSSETO. L’omino delle roulotte non ne può più. Perché si può condividere, o meno, lo stile di vita di Michele Rossi, detto “Ape”, si possono avere avute con lui discussioni o magari anche questioni più importanti, ma sono in pochi a pensare che possa essere un assassino o anche uno che nasconde cadaveri.
Al momento, però, è ancora indagato per “soppressione e occultamento di cadavere”, da più di un mese si cerca qualcosa nel terreno di via Giordania. Ma i cani molecolari, a parte cipolle e carciofi, hanno trovato solo un pezzetto di una costola umana, risalente a “decine di anni fa“.
Insomma, la perizia e il Dna dicono con chiarezza che quel frammento è così friabile e deteriorato che è sotto terra da tanto tempo. Al punto che potrebbe risalire addirittura al bombardamento americano della ferrovia, durante la seconda guerra mondiale, nell’aprile del 1943.
Presto le indagini potrebbero essere concluse dalla sostituta Valeria Lazzarini e Michele Rossi, assistito dall’avvocato Livio Sammatrice, si aspetta di essere prosciolto. E di poter tornare alla sua vita.
Ape: «Voglio tornare nel mio boschetto e riprendere a vendere roulotte»
Michele Rossi ha parlato con noi, una lunga intervista in cui ripercorre le ultime settimane.
«Rivoglio la mia vita – dice – di questa storia estiva, una barzelletta, non ne posso più. Capisco che la pm e i carabinieri, che si sono comportati in modo impeccabile, siano stati “costretti” a indagare per una sciagurata bugia che qualcuno ha detto loro. Ma ora io sono in difficoltà, non lavoro e tutti mi sbattono la porta in faccia. Peraltro sono anche senza patente, per un brutto incidente che mi è capitato in macchina».
Ne ha per tutti Ape, anche per il sindaco: «Spero che il sindaco ballerino, che è anche simpatico quando balla, meno quando fa le ordinanze, non decida di mandarmi via di nuovo. Io chiedo solo di poter tornare al mio lavoro, di vendere qualche roulotte, di fare la mia vita»
L’INTERVISTA

58 anni, direttore di MaremmaOggi
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