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Lo arrestano, scappa dalla questura e finisce in carcere

Ha approfittato della serranda appena alzata nella camera di sicurezza ma è stato ripreso pochi minuti dopo sull’autobus. Fermato per spaccio, appena scontata la pena sarà rimpatriato
L’ingresso della questura ricoperto di sangue

GROSSETO. Lo avevano arrestato per spaccio in via Buozzi, martedì 16 aprile. Stava viaggiando contromano sulla sella della sua bici, quando gli agenti delle volanti lo hanno notato. 

Appena fermato, non ha fatto in tempo a disfarsi della droga: aveva con sé 17 dosi, tra cocaina ed eroina. Per questo, Salem Otay, tunisino di 34 anni, è stato arrestato con l’accusa di spaccio. 

Ma quello che era sembrato, fino a martedì sera, un arresto come tanti altri, si è trasformato presto in un arresto da brivido. L’uomo è scappato dalla cella di sicurezza e soltanto la professionalità degli agenti della questura ha evitato che l’evaso facesse perdere le proprie tracce. 

L’evasione lampo dalla questura

È durata pochi minuti, l’evasione di Otay. L’uomo era nella cella di sicurezza della questura quando, con un gesto velocissimo, è passato sotto alla serranda appena aperta, è uscito, ha saltato un muretto e si è lanciato di corsa sulla strada. 

Ha pensato di essere stato fortunato, quando ha visto l’autobus con le porte aperte alla fermata ed è riuscito a salirci sopra. Ma non aveva  fatto i conti con gli agenti delle volanti che erano stati più veloci di lui: più veloci a valutare la situazione, a inseguirlo e ad arrestarlo di nuovo. 

Il bus aveva percorso pochi metri: dalla questura era arrivato in via Senegal dov’è stato fermato dalla volante. Otay è stato arrestato e riportato in questura. 

Il cugino insanguinato davanti alla porta della questura

L’evasione, da sola, poteva essere stata sufficiente. Invece, davanti alla porta della questura si era presentato, poco prima, il cugino di Otay per chiedere di parlarci. 

Essendo stato arrestato però, non ha potuto incontrare il suo parete e così ha preso un pezzo di vetro e si è tagliato le braccia. Soccorso con l’ambulanza, l’uomo è stato portato all’ospedale e medicato. 

Spaccio ed evasione: ora è in carcere

Otay, mercoledì 17 aprile, è stato portato in tribunale dove, davanti alla giudice Agnieska Karpynska per la convalida dell’arresto e per il processo per direttissima. 

In mano aveva 17 dosi tra cocaina ed eroina, avvolte in tre strati di cellophane, carta assorbente e domopak. Un sistema, questo, che viene utilizzato per ingoiare gli ovuli. In questo modo, una volta nello stomaco, non si corre il rischio che si aprano. Ma quando ha incontrato la volante, non ha fatto in tempo a ingoiare gli ovuli. 

Difeso dall’avvocata Federica Putignano, il trentaquattrenne ha dovuto rispondere delle accuse di spaccio, evasione e permanenza sul territorio italiano senza permesso di soggiorno. La giudice, dopo due ore di camera di consiglio, ha disposto il trasferimento in carcere di Salem Otay. Una volta espiata la pena, concluso il processo, sarà rimpatriato. 

 

 

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