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Lavoratori nel turismo: arriva il camper della Cgil

Contro la precarietà e la mancata applicazione dei contratti, due tappe in Maremma per incontrare i sindacalisti e conoscere i propri diritti
Il camper della Cgil
Il camper della Cgil

MARINA DI GROSSETO. Arriva in Toscana, dopo un giro in altre regioni, il camper della Filcams Cgil per accendere i riflettori sul lavoro stagionale nella filiera del turismo, informare chi lavora dei propri diritti e ridare valore a un lavoro afflitto da condizioni difficili e non più tollerabili. Con il camper #TurismoSottosopra (l’hashtag della campagna on the road) viaggia tutta l’informazione necessaria alle lavoratrici e ai lavoratori per gestire la stagione, dal contratto alle modalità di assunzione, a orari di lavoro, ferie, permessi, malattia e infortunio; dalla corretta retribuzione alle procedure per richiedere la Naspi alla fine del periodo di lavoro.

La meta del viaggio è unica: salari, diritti e dignità per chi lavora. Dal camper i delegati e i funzionati della Filcams Cgil si sposteranno nelle spiagge, nelle strade e nei luoghi del turismo per fare volantinaggi e consulenze a lavoratori e lavoratrici.

La crisi degli stagionali

Sono stati gli stagionali, già segnati dalla precarietà, i più colpiti dalla profonda crisi che ha investito il settore con la pandemia. Retribuzioni scarse, turni massacranti, riposi settimanali negati, straordinari non pagati, contratti nazionali elusi: è questa la realtà predominante di un settore dove il lavoro irregolare tocca il 70%, quello precario il 40% e a tempo parziale il 60%.

Ed è per questo che la Cgil si è messa letteralmente in moto: il camper del sindacato, la mattina di mercoledì 24 agosto, farà tappa a Marina di Grosseto, mentre nel pomeriggio sarà a Follonica

«Un contesto nel quale stridono le polemiche sulla mancanza di personale accese sulla stampa fin dall’inizio della stagione – dicono alla Cgil –  che vorrebbero attribuire la carenza di addetti nella filiera al reddito di cittadinanza, senza considerare la sempre più scarsa attrattività di posizioni lavorative la cui professionalità non viene riconosciuta e che sconfinano nello sfruttamento.
Quest’anno, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria, il mondo del turismo ha recuperato terreno, ma le condizioni di lavoro non sono migliorate, anzi, è sulla riduzione del costo del lavoro che le aziende puntano prevalentemente per bilanciare le perdite dei due anni precedenti: a farne le spese sono sempre lavoratrici e lavoratori».

«È necessario e urgente avviare un profondo cambiamento: mettere il turismo sottosopra, come recita la campagna della Filcams – dicono al sindacato –  significa ribaltare la prospettiva e mettere al centro il lavoro, garantendo innanzitutto diritti e tutele alle lavoratrici e ai lavoratori stagionali, per approdare a una nuova normalità, a un lavoro nuovo e a un nuovo modello di filiera più sostenibile e responsabile, con l’obiettivo di determinare, anche attraverso il rinnovo dei Contratti Nazionali, le condizioni per un’occupazione stabile, regolare e dignitosa».

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