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Lamioni sbatte i pugni sul tavolo

Il pari a reti bianche con il Trestina ha mandato su tutte le furie il patron del Grosseto ma la posizione di Liguori non è a rischio
Grosseto-Terranuova, Gianni Lamioni
Gianni Lamioni

GROSSETO. Il pari a reti bianche contro lo Sporting Trestina ha prodotto insoddisfazione e delusione in quantità industriale. In più ha distribuito il concetto che è meglio atterrare invece di stare con la testa tra le nuvole.
La serie D non è una passeggiata in campagna tra margherite e ruscelli, è, invece, un’arrampicata dove spesso il panorama è rappresentato da pietraie una volta gelide, altre incandescenti.

La rabbia del patron

Questo Grifone non incarna pienamente le caratteristiche da esploratore pronto a tutto, non sono nel dna dello spogliatoio, nemmeno della panchina. Per accendersi si deve rivolgere a Giovanni Lamioni, che scende negli spogliatoi a spargere caramelle e carezze per ottenere il minimo sindacabile. A Città di Castello questa volta il patron era assente e l’accensione ha fatto cilecca trasformando caramelle e carezze in cazzotti dolorosi ricamati su espressioni come «mi sono vergognato» o «gara indegna», seguita da «abbiamo giocato solo a calcioni, sembrava di essere in Terza categoria», per finire con «i centrocampisti non hanno stoppato un pallone» (intervista rilasciata a Grossetosport, ndr).

Concetti durissimi, un muro di marmo, una linea di demarcazione da non superare.
La posizione di Liguori non è a rischio, la fiducia non è scaduta. È lampante, comunque, che adesso si può essere ristretta fino a diventare tremolante sotto il martellamento del patron, che ha sempre dichiarato di amare le maglie zuppe di sudore e un comportamento da vero Grifone sul prato verde.
L’obiettivo primario è la salvezza diretta, un compito non proibitivo visto i grandi lavori del mercato invernale, ma senza passione e anima tutto diventa spinoso. Quando Liguori dichiara “Noi siamo il Grosseto” richiama un mondo di sacrifici, uomini diventati leggenda, rievoca l’essenza stessa del Grifone verso cui portare il massimo rispetto senza tradirlo. Mai.

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