Lamioni dal palco: «La città isoli chi sta sabotando il Grifone» Skip to content

Lamioni dal palco: «La città isoli chi sta sabotando il Grifone»

Lamioni parla chiaro: nonostante due milioni di debiti vado avanti, ma il clima di sfascio non aiuta la società e la squadra
Gianni Lamioni e Filippo Vetrini sul palco del teatro Moderno
Giovanni Lamioni e Filippo Vetrini sul palco del Moderno

GROSSETO. Il teatro Moderno si colora di biancorosso. Sul palcoscenico un tavolino con due sedie, una per Giovanni Lamioni, il patron, l’altra per Filippo Vetrini, il dg. Sulle poltrocine una discreta presenza di tifosi arrivati per ascoltare la voce del Grifone. Lamioni spiega: «Ho voluto questo incontro in un posto inusuale come il teatro per incontrare la stampa e la tifoseria non per protagonismo ma sollecitato da tre motivi: trasparenza, il clima negativo che respiro e capire le possibilità di un patto tra il Grifone e l’intera città». 

Inizia così un monologo durato più di un’ora.

La casa di vetro

«Novanta giorni fa ho salvato il Grosseto dal fallimento, oggi sono ancora più convinto di quello che ho fatto. I debiti dovevano essere di un milione e 400mila euro, invece hanno superato i 2 milioni. L’ultimo tre giorni fa, una citazione di un collaboratore di Catanzaro di 384mila euro. Questo dà fastidio ma non mi condiziona e non retrocedo dal cammino intrapreso».

«Sono stati 3 mesi intensissimi. Volevo far sognare la città in questa stagione difficile. La classifica ci vedeva penutimi e la salvezza appariva una vera impresa. Non ho lesinato nulla, tagliato 18 giocatori e inserito altri 12 con un saldo di 150mila euro in più nel monte ingaggi. In tre mesi abbiamo strutturato la società prenotando il prossimo ritiro con 7 mesi di anticipo, firmato l’accordo oneroso con la Fiorentina, sistemato il settore giovanile stringendo un patto con l’Invictasauro. Un lavoro straordinario e trasparente, senza ombre. Inoltre è arrivato anche il cambio tecnico, che costa altri 30 mila euro. Il sodalizio, inoltre, è vicino al sociale, alle scuole e ci sarà sempre».

Clima contrario

«Nonostante questo camminiamo in un’atmosfera molto negativa, che non mi piace per niente. Da solo ho comprato il 100 per 100 della società, viceversa la categoria sarebbe stata l’Eccellenza. Ho sollecitato il Comune per lavori minimali al centro di Roselle trovando un muro di no, ho chiesto di farli personalmente senza ricevere un sì sicuro. Mi sono stancato e penso di costruire un nuovo centro sportivo, più grande e funzionale, non so se ci riuscirò».

«Sul lato sportivo sono bastate due sconfitte per scatenare i social con espressioni cattive verso Vetrini, la squadra, compreso l’allontanamento di Liguori giudicato poco funzionale. Personalmente accetto le critiche, ma intorno non vedo aiuto verso i ragazzi. Ci sono almeno una trentina di rosiconi che sobillano la piazza, che sarebbero contenti della retrocessione o del fallimento, sento lo sfascio e il sabotaggio».

«Il clima nel calcio è molto utile, come in un’azienda. Se si lavora in maniera positiva e sostanza si progredisce, viceversa ci si impantana. Poi c’è il silenzio della parte sana della tifoseria. Pretendo che il lato sano emerga. Conosco l’invidia sociale della città dove si gioca allo sfascio mettendo in giro cattiverie che coinvolgono me e la società. Il Grosseto chiude le porte a chi agisce nell’ombra, le scalanca alle persone vere».

Il patto

»Dico alla città di isolare i sabotatori, quelli che avvelenano i pozzi. Sono pericolosi per il presente e il futuro. Troviamo compatezza e sincerità, uniamoci al Grifone perchè la situazione lo richiede con forza. Stringiamoci alla squadra, la salvezza è un imperativo da raggiungere per avere un futuro migliore come la serie C, ma non mi accontenterò solo di questo».

«Diamo degli imbecilli a chi mina questo percorso e andiamo allo stadio per dare calore e coraggio ai nostri ragazzi. Mi auguro che da questo incontro nasca la necessaria condivisione per procedere insieme sulla strada intrapresa tre mesi fa. Emarginiamo lo sciacallaggio voluto e studiato, accogliamo il tifo vero e sincero».

L’avvocato Fiorini: «Assente per l’influenza. Sono con Gianni»

Antonio Fiorini, presidente del Grosseto, chiarisce perché non era al Moderno. Con un pizzico di ironia

«Purtroppo una brutta influenza, che sta passando, mi ha costretto a disertare l’incontro coi tifosi al teatro Moderno, ma la diretta streaming mi ha fortunatamente consentito di apprezzare comunque la decisione e la fermezza con cui Gianni ha voluto difendere il lavoro della società in questi primi tre mesi di gestione».

«Inutile, ovviamente, aggiungere che condivido per filo e per segno tutto quello che ha detto il proprietario, dalla difesa del gran lavoro di Filippo all’ennesima segnalazione delle carenze del centro sportivo di Roselle e degli incomprensibili ostacoli provenienti da una parte ben precisa dell’Amministrazione Comunale, in cui non tutti sono amici del Grifone come lo sono Fausto Turbanti o Bruno Ceccherini, sempre presenti sugli spalti dello Zecchini».

«Carenze che non sono un’invenzione od una fissazione di un patron troppo lungimirante per il piccolo cabotaggio di certa politica cittadina, ma reali e concrete esigenze di una società ambiziosa: chi, come me da tifoso, ha visto Monteboro (il centro sportivo dell’Empoli), sa di cosa scrivo».

«Molto opportuno è stato anche rimarcare il clima negativo aleggiante intorno alla squadra, senz’altro immotivato, pur nelle contingenti difficoltà di risultati. E se ci fosse bisogno di esemplificare cosa intendesse Gianni con l’espressione “clima negativo”, presto scritto: ipotizzare, comicamente in verità, che il presidente è assente dal Moderno perché in dissenso con la proprietà….»

«Grazie Gianni, per questa ennesima prova di determinazione e di attaccamento alla città».

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