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La tartaruga Totta tornerà a nuotare in mare

Era stata soccorsa a Macchiatonda a gennaio, con un amo nella gola. Salvata da tartAmare e curata. Ecco la sua storia
Una tartaruga liberata da TartAmare

GROSSETO. Dopo quasi cinque mesi in cui è stata curata e accudita, Totta la tartaruga caretta caretta ritrovata lo scorso gennaio in condizioni molto gravi, con un grosso amo da palamito conficcato nella bocca a Macchiatonda a Capalbio, potrà riprendere la via del mare.

Totta sarà liberata sabato 24 maggio

La tartaruga era arrivata al centro di recupero tartAmare di Marina di Grosseto in gravi condizioni: una lunga lenza da pesca le attraversava tutto l’apparato digerente fino a fuoriuscire dalla cloaca.

L’avvicinamento al mare di una tartaruga caretta caretta

Accade spesso, nei mesi invernali, che gli operatori del crtm di tartAmare si trovino ad avere a che fare con qualche tartaruga in difficoltà. Questa volta la segnalazione alla Capitaneria di Porto era arrivata da un cittadino che aveva notato l’animale spiaggiato e in difficoltà.

Prontamente attivato il soccorso con i volontari delle Oasi Wwf Laguna di Orbetello e Lago di Burano, più vicini al luogo del rinvenimento, che erano intervenuti per monitorare la tartaruga in attesa dell’intervento degli operatori specializzati di tartAmare, unico ente autorizzato al recupero in quella zona.

Intervento decisivo di tarAmare

Il team di tartAmare aveva poi trasportato, con urgenza, la tartaruga alla clinica veterinaria del dottor Guidoni, che aveva effettuato una prima valutazione clinic e l’esame radiografico con l’ispezione visiva che confermavano le problematiche.

L’immediata rimozione dell’amo non sarebbe stata sufficiente a garantire un percorso di guarigione che si preannunciava estremamente complesso. Le possibili lesioni interne provocate dal passaggio della lenza, come già purtroppo riscontrato in casi analoghi, rischiavano di essere molto gravi e solo il tempo e l’osservazione avrebbero potuto rivelare la reale entità del danno.

Un recupero lungo e lento

Trasferita nel crtm tartAmare, Totta è stata sistemata in una vasca di degenza adatta alle sue condizioni, chiamata showerbox: una vasca di piccole dimensioni, dove l’animale ha libertà di movimento, ma allo stesso tempo può essere facilmente monitorato e sottoposto alle necessarie terapie. Nonostante il grave trauma subito, Totta ha mostrato subito segnali incoraggianti: si muoveva in acqua, esplorava l’ambiente e tentava di alimentarsi, anche se aveva importanti problemi di deglutizione che, di fatto, le impedivano di ingoiare il cibo. Nel corso dei giorni successivi, Totta ha compiuto un passo decisivo nel suo processo di recupero, espellendo autonomamente oltre 40 cm di lenza ingerita. Questo evento ha donato una minima speranza ai volontari e al team di veterinari, guidato dal dottor Guidoni, coadiuvato da due importanti consulenti: la dottoressa Lara Papini e il dottor Antonio di Bello. Pochi giorni dopo, Totta ha completato l’espulsione dell’intera lenza ingerita, un traguardo che non era affatto scontato e che ha fatto sperare in un esito positivo, sebbene le sue condizioni fossero ancora critiche.

L’ingresso in mare di una caretta caretta

In casi simili, purtroppo, le tartarughe marine non sempre riescono a sopravvivere

Con il passare delle settimane, il miglioramento clinico di Totta è diventato evidente. Le ultime analisi ematiche, già a metà aprile, avevano mostrato un quadro in netto miglioramento e l’ecografia di controllo aveva confermato l’assenza di danni permanenti all’intestino. Totta aveva ripreso ad alimentarsi con regolarità e aveva iniziato a mettere su peso, segno evidente che l’apparato digerente stava riprendendo a funzionare normalmente. La fase finale della degenza ha previsto controlli approfonditi, per escludere qualsiasi criticità prima del rilascio in mare e così gli esperti di tartAmare hanno potuto decidere che Totta tornerà a nuotare libera. Grazie all’impegno costante degli instancabili volontari di tartAmare, la giovane tartaruga marina avrà una seconda possibilità.

Il centro di recupero di tartAmare

La storia di Totta è solo una delle tante che il centro recupero tartAmare affronta, ma ognuna è unica e merita di essere raccontata, perché ricorda quanto sia importante tutelare l’ambiente marino e le creature che lo abitano. L’ingestione di ami e lenze purtroppo, è uno dei principali pericoli per le tartarughe marine, spesso vittime inconsapevoli dell’attività di pesca professionale e amatoriale.

Tanti i ringraziamenti

«Innanzitutto i ringraziamenti vanno ai nostri meravigliosi volontari, che si prodigano per le nostre amate tartarughe, senza mai risparmiarsi, e al nostro team veterinario che ci segue con professionalità e competenza. Alla Capitaneria di Porto, per il supporto costante alle attività – scrive ancora tartAmare – e a tutte le associazioni che operano nel territorio, perché la cooperazione ci permette di essere ancora più efficienti. Un ringraziamento speciale va alla pescheria Essegi di Marina di Grosseto, che ci sostiene da anni e che ha “viziato” la nostra Totta, fornendo del delizioso pesce fresco per i suoi pasti. Infine un ringraziamento importantissimo va a tutte quelle persone che, vedendo un essere vivente in difficoltà, non si girano dall’altra parte, ma si prodigano affinché venga aiutato e assistito nel migliore dei modi».

 

Autore

  • Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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