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«La maggioranza vuole l’esercito? È il fallimento della loro politica»

Carlo De Martis (Grosseto città aperta) interviene sulla richiesta di Vasellini: «Il sindaco è stato sfiduciato dal suo delfino»
Carlo De Martis, consigliere Grosseto città aperta
Carlo De Martis

GROSSETO. All’indomani del report sulla qualità della vita del Sole24Ore, che per il secondo anno consecutivo colloca Grosseto nel baratro del 99° posto (su 107) nella classifica nazionale sulla sicurezza, arriva l’ordine del giorno del consigliere Andrea Vasellini sulla richiesta dell’inserimento di Grosseto nell’operazione “Strade Sicure”. «Il sindaco ufficialmente alza bandiera bianca e – dice Carlo De Martis, capogruppo di Grosseto Città Aperta – attraverso il proprio capogruppo in consiglio comunale, Andrea Vasellini, invoca il dispiegamento dell’esercito in città».

De Martis: «Il delfino che sfiducia il sindaco sul suo cavallo di battaglia»

Si tratta della cosiddetta operazione “strade sicure”. «Una misura estrema, prevista dalla legge contro il rischio di attacchi terroristici e in caso di “eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità” – tanto che su 8.000 comuni solo una trentina ne sono coinvolti – con la quale si certifica il fallimento dell’amministrazione Vivarelli Colonna che proprio sulla promessa di “una città più sicura” aveva costruito la sua campagna elettorale – aggiunge De Martis – Una richiesta, quella di militarizzare la città, che politicamente costituisce anche una pesantissima sferzata all’assessore alla sicurezza, di fatto sfiduciato da un componente della sua stessa maggioranza, e non uno qualsiasi, ma il “delfino” del sindaco».

«D’altronde è un dato di fatto che a Grosseto manca una politica di sicurezza urbana degna di questo nome e tutto si riduce a tamponare ogni giorno una nuova emergenza – dice ancora – Così come è un dato di fatto che a Grosseto le forze di pubblica sicurezza sono sottodimensionate e, in tutti questi anni, né il sindaco né il suo assessore alla sicurezza sono riusciti a spendere il loro ruolo istituzionale ed il loro peso politico – e a questo punto dubitiamo che ne abbiano – per ottenere quel potenziamento di cui la nostra città ha bisogno, rendendo Grosseto la cenerentola del Ministero dell’Interno».

«Grosseto è meno sicura ma non è il far west»

Riempire la città di divise mimetiche e camionette militari non è la soluzione. «Perché se è vero che Grosseto è diventata molto meno sicura – aggiunge De Martis –  è altrettanto vero che non è il far west, e può essere a suo modo recuperata, purché se ne abbia realmente l’interesse, oltre che le competenze».

A fianco di una maggiore dotazione di forze di pubblica sicurezza, è infatti indispensabile, secondo il consigliere De Martis, un serio lavoro di analisi dei contesti e, insieme, la realizzazione di politiche di sicurezza integrata e partecipata con le quali coinvolgere organi pubblici e tessuto sociale per affrontare situazioni di degrado, marginalità sociale e bisogni di riqualificazione urbana.

«Proprio in questo senso andava il “pacchetto sicurezza” messo in campo da Grosseto Città Aperta – dice ancora il capogruppo –  con cinque proposte concrete che la maggioranza e il suo assessore alla sicurezza hanno tuttavia preferito respingere, finendo così per abdicare al loro ruolo e scegliere la strada, inutile e sbagliata, della militarizzazione della nostra città».

 

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