La foto: le lacrime di Carolina dopo la sconfitta | MaremmaOggi Skip to content

La foto: le lacrime di Carolina dopo la sconfitta

Il racconto di un momento toccante dopo una partita: «Ho pianto per tutte le ragazze, per la maglia, per me stessa»
Le lacrime di Carolina Marini
Le lacrime di Carolina Marini

GROSSETO. Non accade spesso ma a volte i social media diventano alleati e portatori di immagini significative. Così, navigando distratti e senza meta, si può sbattere il naso contro una foto.

Ed è subito emozione.

Lo scatto rilascia una scia di buono, avvolge per la tenerezza, apre cuore e anima. Sul un parquet qualunque, di un palazzetto dello sport qualunque c’è lei. Maglietta e pantaloncini rossi, ginocchiere e calzettoni bianchi, viso da bambina.

Piange seduta, braccia appoggiate al pavimento, gambe piegate in alto. Piange, senza vergogna, con lacrime che sanno di amaro, ha gli occhi chiusi per non vedere quello che la circonda. Impossibile restare indifferenti di fronte a quei singhiozzi, il bisogno di conoscerla e capire prende il volo come una piuma.

Si chiama Carolina, gioca a volley, è palleggiatrice, non è una bambina, ha 28 anni, ma questo non modifica di un capello il fascino dell’istantanea. Anzi, ne amplifica il messaggio.

«Lo scatto è stato fatto nel palazzetto di Trestina, vicino a Città di Castello, era l’ultima giornata di campionato, era domenica 15 maggio – narra Carolina con voce pacata – anzi era la finale di ritorno play out, in palio la permanenza in B2».

Carolina gioca a pallavolo da sempre

La maglia è quella del Grosseto Volley School. Caterina gioca a palla a volo da sempre, è cresciuta davanti ad una rete, tra il classico scricchiolio delle scarpe a contatto con il legno del parquet, i gesti e i fischi dell’arbitro, tra battute e ricezioni, alzate e schiacciate, punti contestati, linee toccate per millimetri.

Vittorie e sconfitte. Lo sport si ama da subito, si continua ad amarlo, si sposa, ci si litiga, si stringe al cuore, ci si parla. Quello che ti restituisce non è descrivibile, nemmeno quantificabile. È luce e basta.

«All’andata avevamo vinto – ritorna a ricordare Carolina – il ritorno non ci angosciava, il traguardo della salvezza era alla portata. Dietro a questo appuntamento si agitavano tanti sacrifici fatti con allenamenti profondi, rinunce, lavoro singolo e di squadra, prove, iniezioni di autostima e robusta convinzione nei nostri mezzi. Un oceano di motivazioni».

«Il campionato di B2 è difficile, spinoso, pieno di insidie. Eravamo riuscite ad arrivare ad un passo dal nostro obiettivo grazie a vittorie importanti – prosegue Carolina – in palazzetti quasi proibitivi. Insomma il quadro generale era positivo quella domenica del 15 maggio».

Carolina, accarezzando quelle lacrime, sospende la storia per un istante.

«Invece si è capovolto tutto – sospira – alla fine abbiamo perso tutti e tre i set, siamo state battute, non siamo riuscite a superare l’ultimo ostacolo. Al termine mi sono seduta e ho pianto. Un pianto spontaneo, arrivato senza freni ripassando tutta la stagione, ripercorrendo un cammino splendido. Ho pianto per tutte le ragazze, per la maglia, per me stessa».

«Non c’era rabbia in quelle lacrime, erano dense di tormenti sportivi, di mortificazione, sensi di colpa per l’allenatore Luigi Ferraro, che ha creduto in noi con forza e sincerità continua. Sono arrivate a consolarmi mia sorella e mia madre, ci siamo abbracciate per condividere quell’istante di delusione. Ecco perché ho pianto quella domenica 15 maggio e ringrazio Stefano Alessandrini di aver trasformato quegli istanti in foto meravigliose. Quando le riguardo piango ancora e lo farò anche tra 20 anni».

Carolina consolata dalla sorella e dalla madre
Carolina consolata dalla sorella e dalla madre

Ecco perché lo sport è meraviglioso e va donato ai giovani, qualunque sia la disciplina.

Carolina Marini alla fine della favola torna donna.

«Ho deciso di abbandonare – dice con sofferenza – per i tanti impegni personali. Una decisione maturata con cura, rispetto e tanto amore verso la palla a volo».

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati