TALAMONE. Riprende con nuovo slancio, anche se in realtà non si era mai fermato, il progetto della Casa dei Pesci, che prevedeva la messa a mare di blocchi destinati a impedire la pesca a strascico illegale sottocosta e a proteggere l’habitat naturale. L’intento è quello di tutelare i fondali marini, salvaguardando le praterie di posidonia e favorendo il ripristino ambientale e lo sviluppo della fauna ittica nella zona di Talamone e del Parco dell’Uccellina.
Ma il progetto è ben altro, anzi ben oltre: perché quelle immesse in mare sono (e saranno) in molti casi vere e proprie opere d’arte. Due progetti strettamente correlati, che si alimentano a vicenda. Infatti, parte dei blocchi, donati dalle Cave di marmo Michelangelo di Carrara, è stata scolpita da artisti provenienti da tutto il mondo. Un museo sommerso unico, non solo nel Mediterraneo, a disposizione di tutti coloro che amano il mare e l’arte.
Più opere in fondo al mare
L’associazione, oggi diretta da Giovanni Contardi, insieme a Letizia Marsili e Loriano Valentini, vuole sviluppare il museo, aumentando la quantità delle opere e migliorandone la visibilità, grazie alle donazioni recentemente ricevute dalla Fondazione Imagine 5 e dal Patagonia International Grants Program, e ai contributi offerti da diversi privati cittadini.
Sono 39 le opere già calate in mare, di cui 19 davanti a Talamone. E a queste, altre cinque si uniranno presto. Cinque artisti sono già giunti in Maremma proprio per lavorare al progetto e sono attualmente ospiti del consorzio Gitav, che li ha accolti al Podere Caprarecce e dell’Argentario Osa Resort.
Gli artisti stanno lavorando alacremente all’ombra di un oliveto, nella zona dell’Osa; un simposio d’arte, una sorta di scuola scultorea come quelle dei tempi antichi, dove confrontarsi e crescere insieme, arricchendosi e arricchendo il territorio.
Artisti under 40
Tre donne e due uomini, tutti under 40, italiani e stranieri, sotto il coordinamento artistico del maestro Giorgio Butini, la toscana Anna Torre, con il suo “Grande tuffo”, Claudia Zanaga, di Padova, con un’opera che fonde mare e uomo, dalla Turchia Ege Kolcu, con il suo “Inseguimento profondo”, l’artista serba Masha Paunovic, con il suo “Nautilus” e infine l’artista italo olandese Wimar Van Ommen con i “Frammenti di luce”. Sono loro gli artisti le cui opere si uniranno presto al suggestivo museo sommerso della Casa dei Pesci, un’idea nata grazie alla volontà e all’intuito del pescatore ambientalista Paolo Fanciulli.
Una volta terminate, le sculture – nel corso della prossima estete – verranno caricate su un pontone e calati in mare nella baia sotto la Rocca Aldobrandesca di Talamone, ad arricchire il museo sommerso della Casa dei Pesci.
Un progetto nato nel 2012
Ma come nasce il progetto la Casa dei Pesci? Dobbiamo fare un passo indietro e tornare al 2012. Per affiancare Paolo Fanciulli nella realizzazione del suo sogno per un mare migliore, un gruppo di persone sensibili all’ambiente ha creato questa realtà, che negli anni ha ricevuto anche il sostegno e l’apprezzamento di diverse istituzioni locali, tanto da essere annoverata tra le iniziative qualificanti della proposta di Grosseto quale Capitale italiana della Cultura 2024.
Tanti gli artisti che hanno voluto esserci: Emily Young tra le prime, assieme a Massimo Catalani, Giorgio Butini e Massimo Lippi. E tanti quelli che si sono uniti negli anni, sino a raggiungere la straordinaria cifra di 39 opere sommerse che, negli anni, sono diventate una vera e propria attrazione per appassionati di subacquea e snorkeling e che, grazie alla rapida colonizzazione della flora sottomarina, hanno permesso di ricreare un habitat ideale per il ripopolamento di numerose specie ittiche.
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